L’organizzazione umanitaria saudita King Salman Humanitarian Aid Relief Center (Ksrelief) prosegue la collaborazione con il Programma alimentare mondiale (Pam) per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita nel modo più imparziale possibile e in tutte le aree del paese martoriato dal conflitto, comprese quelle sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi.
E’ questo il messaggio che emerge dalla cerimonia di firma avvenuta oggi a Roma di un memorandum d’intesa tra il Ksrelief ed il Pam del valore di 10 milioni di dollari. Il programma, della durata di sei mesi, prevede la consegna di aiuti alimentari destinati a circa 464 mila yemeniti che vivono nella città di Hodeida, contesa dai ribelli, nell’omonimo governatorato nella parte orientale del paese. Il protocollo è stato firmato da Abdullah al Rabieeah, supervisore generale del Ksrelief, e da Ertharin Cousin, direttore esecutivo del Pam, nella sede dell’hotel Sheraton Parco de’ Medici, alla presenza dell’ambasciatore saudita in Italia, Rayed Khaled A. Krimly.
“La distribuzione degli aiuti umanitari, tra cui cibo e medicine, avviene nel rispetto dei principi che animano il Ksrelief, ovvero non tengono conto delle distinzioni di razza, religione ed orientamento politico”, ha sottolineato il supervisore dell’organizzazione umanitaria. “I finanziamenti da parte dell’organizzazione saudita hanno raggiunto anche città controllate dai miliziani ribelli fedeli all’imam sciita Abdelamalek al Houthi”, ha fatto notare Al Rabieeh, proprio nel rispetto dei principi del centro. Nel paese da anni imperversa una guerra tra il governo, guidato dal sunnita Abd Rabbo Mansour Hadi, ed i miliziani sciiti Houthi, scontro che anche le Nazioni Unite attraverso l’inviato speciale Sheikh Ismail Ould hanno cercato di fermare. Nel rispetto dei principi fondanti del Ksrelief, nato per unificare le molteplici attività umanitarie che Riad finanzia in tutto il mondo, il supervisore generale del Ksrelief ha precisato che alcuni dei progetti finanziati nello Yemen sono destinati alle città roccaforte dei miliziani Houthi, tra queste Taiz , Sadaa e Hajjah. A tal proposito, Al Rabieeh ha detto ad “Agenzia Nova”, in un incontro con i giornalisti, che la popolazione di queste città accoglie di buon grado le iniziative saudite. In alcuni casi, ha precisato il responsabile di Ksrelief, la popolazione sciita di queste città aiuta le Ong che si occupano della consegna degli aiuti perché “si rendono conto di cosa il regno saudita ha fatto” in termini di aiuti negli ultimi decenni. Al Rabieeh ha precisato che in un’occasione gli Houthi avevano arrestato tre membri di una Ong che consegnava gli aiuti finanziati dal Ksrelief e la popolazione locale ha fatto pressione affinché fossero liberati. In due di queste città i finanziamenti dell’organizzazione saudita consentono all’ospedale locale di fornire assistenza.
La necessità di raggiungere una soluzione politica al conflitto in Yemen è stata evidenziata dall’ambasciatore Krimly, che ha ricordato gli storici legami che da oltre 14 secoli intercorrono tra il popolo yemenita e quello saudita. Relazioni fatte di scambi commerciali, eventi storici e famiglie condivise. “Nel nuovo governo devono partecipare tutte le componenti yemenite in modo significativo per trovare una soluzione pacifica al conflitto che ponga fine all’uso della armi”, ha detto il rappresentante diplomatico saudita presente a Roma. Krimly ha evidenziato l’attenzione con cui Riad auspica ad una soluzione rapida del conflitto, ricordando che per oltre tre decenni l’Arabia Saudita ha contribuito a sostenere circa il 70 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) dello Yemen. Per facilitare un dialogo politico è propedeutico raggiungere un cessate il fuoco ha aggiunto Krimly, che accoglie con favore il ruolo svolto dall’inviato dell’Onu per mediare tra le parti. La cessazione delle ostilità è stata auspicata anche dalla funzionaria del Pam, in quanto una soluzione politica può contribuire a fronteggiare le diverse sfide che la popolazione sta continuando a vivere a causa delle ostilità. A tal proposito, Cousin ha sottolineato che “un carico di aiuti umanitari si trova alle porte di Taiz, in attesa di poter essere distribuito”. La mancanza di sicurezza infatti rallenta la consegna di una parte degli aiuti alla popolazione civile, ha evidenziato la funzionaria. In merito al protocollo d’intesa firmato oggi, Cousin ha espresso il suo apprezzamento per i finanziamenti del Ksrelief, con il quale sono attivi anche altri progetti in altre parti del mondo.
“L’accordo di oggi rafforza la cooperazione tra Pam e organizzazioni donatrici del regno saudita”, ha precisato Cousin, ricordando la forte partnership tra il Pam e Riad. Nella scelta e realizzazione dei progetti il Pam mette a disposizione la proprie competenze ed esperienza nel settore della consegna degli aiuti umanitari, soprattutto nei confronti di una istituzione “giovane” come il Ksrelief. Il Pam in Yemen si occupa di gestire e prevenire la malnutrizione di circa 700 mila persone tra cui bambini al di sotto dei 5 anni, donne in attesa e giovani madri. Per far fronte alla crisi alimentare il Pam avrebbe bisogno di altri 450 milioni di dollari entro aprile del 2017. Il Ksrelief è nato il 13 maggio del 2015 sotto l’egida del sovrano del regno saudita e custode delle due moschee e collabora con diverse organizzazioni umanitarie per alleviare la sofferenza della popolazione afflitta da guerre e disastri naturali. Tra le principali iniziative “Regaining of Hope”, destinata alla popolazione delle Yemen, un paese che vanta “storici legami” con l’Arabia Saudita, come ricordato da Al Rabieeh. Il rappresentante del Ksrelief ha precisato che gli aiuti umanitari vengono distribuiti con costanza, nonostante le ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte degli attori in campo. Complessivamente l’assistenza umanitaria del Ksrelief destinata allo Yemen ammonta a 464 milioni di dollari, a cui si somma la cifra contenuta nel memorandum d’intesa firmato oggi. Il Ksrelief è attivo con programmi umanitari destinati ai rifugiati ed alle vittime di disastri umanitari, progetti educativi, sia nella regione del grande Medio Oriente che in tutto il resto del mondo. In particolare, nelle ultime settimane sono stati fermati degli accordi tra il Ksrelief e il Wpf del valore di 10 milioni di dollari destinati a circa 18 aree in Siria. Fondi pari ad un milione di dollari ciascuno sono stati destinati, sempre nelle scorse settimane, per finanziare progetti in Etiopia e Striscia di Gaza.
Nel mondo i paesi raggiunti dai finanziamenti del Ksrelief sono 33 e contribuiscono a fare dell’Arabia Saudita il terzo paese donatore al mondo. Tra i principali settori che vengono finanziati vi sono programmi alimentari, sanitari, assistenza agli sfollati, ed alle vittime di disastri umanitari. La popolazione raggiunta da questi aiuti umanitari è di circa 17 milioni in tutte le aree dove sono presenti programmi finanziati da Ksrelief. In futuro l’organizzazione umanitaria saudita, oltre ad essere un donare, auspica a prendere parte al policy making ed all’attuazione dei programmi. Già oggi, il Ksrelief consegna aiuti anche in condizioni di scarsa sicurezza, avvalendosi delle ong presenti sul campo e della consegna effettuata tramite i paracadute che fanno atterrare le scatole di aiuti. Tra gli altri paesi dove l’organizzazione saudita è attiva vi sono Maldive, Senegal, Sri Lanka, Niger, Gibuti, Afghanistan, Etiopia, Bangladesh, Pakistan, Filippine, Mauritania, Giordania, Libano, Algeria, Honduras, Nicaragua, Burkina Faso, Gambia. Ghana Camerun, Zanzibar, Isole Comore, Tanzania e Benin. In Yemen, il Ksrelief ha finanziato oltre 60 programmi, in partnership con 62 organizzazioni locali. Tra questi 28 programmi alimentari, destinati a circa 17 milioni di persone, 25 nel settore sanitario e 13 programmi di vaccinazioni in varie parti del paese.