Ci fu truffa aggravata ai danni dello Stato per l’utilizzo dei voli di Stato a scopi privati da parte del ministro Calderoli? Non lo sapremo mai perché il Senato ha negato al Tribunale dei Ministri il permesso di procedere.

Mercoledì 29 febbraio con ben 219 voti a favore, solo 66 contrari e 10 astenuti l’Aula di Palazzo Madama ha confermato le conclusioni della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari con riferimento alla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Roberto Calderoli nella sua qualità di Ministro per la semplificazione normativa pro-tempore, negando l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

L’ex vicepresidente del Senato non avrebbe utilizzato in modo indebito un volo di Stato in occasione di una sua trasferta avvenuta il 19 gennaio 2011 nella città di Cuneo, perché in quella data vi erano sedute delle Commissioni parlamentari impegnate nel dibattito e nell’approvazione del delicato provvedimento del federalismo municipale e contestualmente un incontro con i rappresentanti degli enti locali della Provincia di Cuneo dedicato alla trattazione di aspetti economici necessari per reperire provviste finanziarie finalizzate ad interventi in materia di difesa del territorio e di viabilità. Solo per caso, quindi l’ex ministro avrebbe fatto anche visita al figlio della compagna che nello stesso giorno aveva avuto un incidente automobilistico serio.
Questa la vicenda.

Il tribunale dei ministri ha però contestato al senatore Calderoli l’uso improprio di volo di Stato, dopo aver assunto le testimonianze del sovrintendente capo della Polizia di Stato Ignazio Zedda e di Antonino Failla secondo i quali l’ex ministro il 19 gennaio 2011 è atterrato a Cuneo, si è recato nell’abitazione privata della sua compagna e successivamente all’ospedale, quindi è tornato con volo di Stato a Roma. Nella memoria depositata lo stesso Calderoli ha confermato la successione dei fatti ma motivando la decisione con la mancanza di un collegamento diretto Roma Cuneo.
La disciplina dei voli di Stato è stabilita, non da una legge, ma da una direttiva del Presidente del Consiglio: vale a dire che ogni volo deve essere autorizzato.
Il punto centrale della questione, quindi, non è l’uso improprio che ne ha fatto Calderoli (punto che peraltro avrebbe dovuto chiarire il Tribunale dei Ministri e non l’Aula del Senato), ma la generalizzata autorizzazione a tutti.

La Giunta, prima di stendere il parere ha chiesto la circolare presidenziale, che appunto è risultata molto ampia nel consentire l’utilizzazione. Questo significa, ha detto in Aula il senatore Francesco Sanna (Pd) «che il volo di Stato probabilmente lo si consentiva per le più svariate richieste».
Lo stesso Sanna, infatti, proprio durante i lavori della Giunta, aveva chiesto di approfondire le modalità di richiesta di concessione dei voli di Stato, proposta però rigettata dalla maggioranza .
Secondo la teoria di Sanna, il tribunale dei Ministri ha contestato l’uso di un volo di Stato sulla base di norme che invece ne consentono un’utilizzazione molto ampia. Proprio per questo sarebbe stato complicato, probabilmente, immaginare la configurabilità del reato.
A scanso di equivoci, però il Senato ha negato al tribunale di procedere. Viene il dubbio che lo abbia fatto proprio per evitare di scoperchiare il vaso di Pandora.
Lo stesso Presidente della Giunta, Marco Follini, votando a favore della proposta della Giunta, ha dichiarato in Aula: «non mi sarei comportato diversamente».
A mettere fine però allo sperpero dei… voli blu in realtà ci aveva già pensato il governo Berlusconi prima di cedere il passo a Mario Monti.
Un anno fa, infatti, in pieno attacco dei media, martellati dall’Europa ed in piena crisi economica, il Governo Berlusconi varò le Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, dove all’articolo 3 (legge 78/2011) si specificava che «I voli di Stato devono essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Presidente della Corte costituzionale. Eccezioni rispetto a questa regola devono essere specificamente autorizzate, soprattutto con riferimento agli impegni internazionali, e rese pubbliche sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri, salvi i casi di segreto per ragioni di Stato».
Evidentemente qualcuno da Palazzo Chigi aveva lanciato l’allarme, oppure erano semplicemente arrivati segnali di Profondo Rosso da parte di Ciampino…

calimeroIngiusto però, secondo il senatore Gian Piero Scanu (Pd) far pagare Calderoli per tutti: «come ex sindaco di Olbia – ha dichiarato in aula – posso dire che d’estate e d’inverno arrivano molti voli di Stato perché lì vicino c’è la più bella villa della Sardegna, Villa Certosa. Per quanto la magistratura, in relazione ad alcune cose, si sia espressa ritenendo di dover affermare che, anche quando scendono i cani dagli aerei vuoti o quando scendono le signorine dagli aerei vuoti, si sta servendo il Paese, non credo e non mi pare che tutti questi viaggi siano stati motivati da ragioni, per l’appunto, di Stato, tali cioè da essere riconosciuti perfettamente regolari. Trovo che sia indecente l’incoerenza e l’impudenza di una classe politica e, forse, anche di parte della magistratura, allorché per una questione di questo tipo si pretende di perseguire penalmente un cosiddetto appartenente alla casta». Insomma, secondo Scanu in questo caso la magistratura avrebbe “graziato Berlusconi” accanendosi su Calderoli, un’ingiustizia.

L’unica verità è che il Governo tecnico ha tagliato drasticamente i voli blu, risparmiando 23 milioni e mezzo di euro riducendo del 92 per cento i voli di Stato.

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