L’anno scorso Golem ha pubblicato qualche articolo sulla gestione della Film Commission della Puglia e su alcune “anomalie”, o “inopportunità” di comportamento. In seguito a tali articoli abbiamo avuto alcuni scambi di opinione con autori e registi pugliesi che ci hanno raccontato di come il “sistema Vendoliano” della cultura sia, per così dire, molto selettivo, per usare un eufemismo. A noi questa cosa ricorda un po’ la magistrale attività di gestione della cultura e della comunicazione che Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, giornalista laureato in filosofia e letteratura – dunque uomo di cultura – riuscì a costruire. Tra l’altro, il 21 settembre 2012, una chiacchierata con il regista Andrea Costantino ci indusse a pubblicare un editoriale video dal titolo “Le associazioni di stampo culturale”. Oggi, su questo stesso tema, ritorna il collega Riccardo Ghezzi, direttore responsabile del quotidiano on line Qelsi Quotidiano ( http://www.qelsi.it/ ). Gli abbiamo perciò chiesto di essere autorizzati a ripubblicare, qui su Golem, il suo articolo, che in ogni caso potete leggere anche all’indirizzo http://www.qelsi.it/2013/la-puglia-di-vendola-che-ostracizza-la-cultura-non-allineata-la-storia-di-andrea-costantino/. Golem ha come obiettivo quello di collegare i tasselli della memoria per ricostruire il mosaico della conoscenza. In un momento storico nel quale i tasselli, invece, vengono sparpagliati in giro così da conservare solo l’apparenza della conoscenza. Senza memoria. Ringraziamo Riccardo Ghezzi. (robor)
Qual è il confine tra cultura e politica in Puglia?
Non è soltanto la domanda che dà il titolo al video che vi mostriamo in allegato e vi invitiamo a vedere. E’ un interrogativo ricorrente, nella regione amministrata da Nichi Vendola. La cultura serve per fare politica o più propriamente la longa manus della politica influenza la cultura, determinandone anche la censura? Se l’è chiesto il regista barese Andrea Costantino, autore del cortometraggio “Sposerò Nichi Vendola”.
Un’opera che è stata proiettata con successo durante la sessantasettesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ma che la giunta guidata da Vendola non ha ritenuto opportuno che venisse presentato nell’edizione 2010 del Bif&st, un festival finanziato interamente dalla regione.
Per quale motivo? Il film mette in cattiva luce il leader di Sel e governatore di Puglia? Non è neppure vero questo. Non è certo l’equivalente del “Caimano” in chiave anti-vendoliana, bensì si tratta di un cortometraggio che denuncia il populismo in politica e addirittura prevede scenari futuri, poi puntualmente verificatisi, come il boom elettorale del Movimento 5 Stelle. Persino Vendola, dopo aver visto il cortometraggio, ha commentato esprimendo un giudizio positivo: “Un film delicato, che usa il mio nome nel titolo solo come pretesto”. Eppure, la giunta da lui guidata ha fatto di tutto per censurarlo. Il progetto di Andrea Costantino, è bene ricordarlo, non ha fruito di fondi regionali, ma solo di un finanziamento ministeriale interamente usato per pagare chi ha collaborato alla realizzazione. La regione avrebbe a disposizione fondi europei per incentivare registi emergenti, ma la Puglia da questo orecchio non ha voluto sentirci.
Il titolo “compromettente” del cortometraggio di Andrea Costantino ha reso al regista la vita difficile fin dall’inizio, tant’è che la vicenda sta avendo un’appendice giudiziaria: Costantino ha querelato Felice Laudadio, direttore del Bif&st, per diffamazione a mezzo stampa. Laudadio aveva definito “Sposerò Nichi Vendola”, tra le altre cose, “un filmetto per gonzi”, lasciandosi andare anche a giudizi personali sul giovane regista, il quale ovviamente non l’ha presa bene, chiedendo conto dei “danni causati alla mia attività professionale, alla credibilità della mia azienda evidente e dimostrabile in qualunque sede grazie ad uno studio fatto da esperti sul mio operato”. La querela è stata depositata il 2 maggio 2012, ad oggi, un anno e quattro mesi dopo, non si sa ancora nulla. “Se fosse stata archiviata potrei oppormi all’archiviazione, invece c’è silenzio assoluto. Lo scorso 2 maggio ho festeggiato un anno dal deposito portando in Procura una torta con tanto di candelina”.
I tempi della giustizia sono questi. Ma l’Odissea cinematografica-giudiziaria nasce da lontano.
“Sposerò Nichi Vendola” è stato, per Andrea Costantino, il primo esperimento di distribuzione di un cortometraggio nel mercato editoriale italiano. Con un progetto editoriale in Feltrinelli, il regista barese è riuscito a vendere 1.385 copie in 25 punti vendita. Il 6 settembre 2010, come detto, “Sposerò Nichi Vendola” è stato proiettato con successo all’edizione numero 67 della Mostra del cinema di Venezia.
In occasione dell’”anteprima veneziana”, Costantino invita Vendola, il quale però resta a Venezia solo due giorni per impegni elettorali. Il regista non si dà per vinto, decidendo di organizzare una proiezione a Bari, per i suoi concittadini, in presenza anche del governatore. Dalla segreteria della presidenza della regione gli propongono una data: quella del 3 dicembre 2010.
A questo punto, Costantino si premura di contattare tutte le sale più grandi di Bari raggiungibili a piedi dalla stazione: il Royal, il Nuovo Palazzo, il Galleria e anche il Kursaal Santalucia, all’epoca sotto contratto regionale per Puglia Sound, la casa della musica, e soprattutto fresco della rassegna cinematografica filmaker organizzata da Angelo Ceglie.
La scelta per disponibilità, prezzo e prestigio cade proprio sul Kursaal Santalucia che il 3 dicembre 2010 aveva il teatro impegnato solo sino alle ore 19, da un impegno precedente al contratto con la regione per un convegno di medicina. Le proprietarie del teatro consigliano a Costantino di chiedere in ogni caso il permesso a Silvia Godelli, assessore regionale alla Cultura, che prima dà il suo assenso e poi ci ripensa, richiamando e avvisando che “ci sono vincoli giuridici contrattuali con il Kursaal Santalucia che impediscono nella casa delle musiche le proiezioni cinematografiche”. Costantino verifica, scopre che l’informazione è falsa in quanto “un mese prima, per Angelo Ceglie, le porte del Kursaal si sono aperte per proiettare la sua rassegna cinematografica Filmaker e soprattutto perché, verificando il contratto di affitto tra Kursaal e Puglia Sound, non esisteva alcun vincolo giuridico”. Quando l’assessore viene richiamata, alla notizia “Non ci sono vincoli giuridici. Abbiamo verificato” risponde bruscamente “Costantino, le ho detto che la proiezione non si può fare” e interrompe la comunicazione. Tutto si risolve con la mediazione di Carmelo Grassi, di Teatro Pubblico Pugliese, e di Francesco Santalucia, di Cinema Galleria: viene smontato un film dalla sala1 del Multisala Galleria e concessa quella location per dare ospitalità all’evento, mentre il cinema-teatro Kursaal Santalucia rimane chiuso e vuoto dalle 19 in poi.
Alla sala 1 del cinema Galleria arriveranno 1.000 persone, ma la capienza del Kursaal sarebbe stata maggiore.
Come giustamente fa notare Andrea Costantino “Questi ostacoli dimostrano l’operato e l’abuso di potere di un’amministrazione che ha reso la visibilità della cultura qualcosa di riservato a pochi”. (da www.qelsi.it per gentile concessione dell’autore)