E così Antonio Ricci dopo aver resistito a anni di critiche, con giustificazioni come: “quando la Rai rinuncia a Miss Italia io elimino le veline da Striscia la notizia”, sta sperimentando la novità delle veline al maschile che sgambettano davanti alle due conduttrici, Michelle Hunziker e Virginia Raffaele.
Il programma più squadrista di Mediaset avrà dunque il biondo Elia Fongaro di Arzignano (Vicenza) e Pierpaolo Pretelli il moro, di Maratea (Potenza). Parlata dialettale, la solita fesseria che sono studenti, mossette sessuali e zero competenza artistica. Detti anche toy boy.
A favore della novità, va riconosciuto che Ricci, dopo migliaia di anni in tv, ha capito (si fa per dire) che anche le donne possono avere desideri, possiedono una (temuta) soggettività, non hanno solo il desiderio di somigliare a un’altra donna per sedurre un uomo, e consumano appunto i prodotti della tv commerciale.
Senonché, i due velini sono molto più interessanti per il mondo omosessuale che per quello femminile.
La coppietta di ballerini è arrivata in video, preceduta dal solito fuori programma del casting in cui i selezionatori- kapò, davanti a corpi seminudi sollecitano l’ignoranza dei giovani dell’Italia di Berlusconi per farne carne da guadagno. Il tutto, seguendo il tipico schema sadomaso: loro sanno di essere ignoranti o non se ne curano, anzi sanno che viene apprezzato, chi ha il potere e i mezzi, invece, si rivende la loro bestialità, anzi se la augura.
Domanda: “dimmi il nome di tre ministri” Risposta: “ Rosi Bindi, Prodi, e Alfalbano” oppure “secondo te il Mezzogiorno è un problema?”. Risposta: “ veramente a quell’ora mi alzo quindi non è un problema”.
Risate (registrate).
Non trovate tutti molto divertente questo mondo di sottosviluppati? E non trovate brillante la trovata di produrre sottosviluppo per poi rivenderlo?
Così, alla fine delle proteste di “Se non ora quando” per non parlare della militanza reale delle femministe, si vuole contrabbandare questa sostituzione temporanea (a gennaio dovrebbero ritornare le veline) come il grande cambiamento o come una vittoria. E’ solo, come fu ovviamente anche per la coppia gay di Ikea, una questione di consumi.
Le ragioni della scelta neppure troppo originale (anche Raffaella Carrà aveva i suoi ballerini) sono dovute alle polemiche sulle “veline” capite – capziosamente – male. La questione venne sollevata in modo evidente al momento delle “cene eleganti” e della pubblicazione delle intercettazioni delle telefonate delle ragazze che avevano ruoli a Mediaset, in cambio di partecipazione alle cene di Arcore. Non era il caso delle Veline di Striscia, ma in quel frangente si diede il nome di “veline” per indicare quella tipologia di donna che frequentava Berlusconi in cambio di soldi, e ne era contemporaneamente il prodotto.
Le Veline di Ricci invece speravano di essere la declinazione post moderna della ballerina da café chantant, o “ironica” , solo che non c’era niente di ironico, i tempi erano tragicamente cambiati, e solo Ricci insieme a Berlusconi, Libero e Giornale e giornalisti non se n’erano accorti.
Come dimenticare gli editoriali coltissimi della stampa di destra “ al Pd non piace la gnocca” oppure “il Pd è contro la bellezza” ?
C’era qualcosa però di più stupefacente ancora. Proprio dal mondo della comunicazione si inanellavano interviste alle due ragazze di Striscia scelte solo per mostrare il corpo:
“ Ti senti libera in questo ruolo?”. Quale domanda potrebbe essere meno libera se fatta a due persone sotto contratto? Ma soprattutto, quale giovanetta non avrebbe voluto fare la velina in cambio del nulla offerto dall’Italia?
Ricci ha ritenuto che ciò che il mondo “vetero femminista e moralista” voleva, fosse una parità trasmessa attraverso la sostituzione delle donne con gli uomini. E se insomma il detto fintamente paritario era “la donna con le palle” ora sembra essere “uomini come donne”, in un favoloso miscuglio identitario dove gli unici a rimanere indietro sono appunto donne e gay, a favore del mercato.
Le proteste invece non sono mai state solo contro Ricci ma contro tutto un sistema televisivo senza più nessuna capacità e coraggio di inventare né di produrre che relegava al solo corpo di due ragazze giovani, senza competenze artistiche ma in pose sempre più al limite del porno, la tenuta degli ascolti. E la loro “libera scelta” condizionava però la libertà e gli orizzonti di milioni di ragazze alle quali arrivava un messaggio unico, normativo, formativo. Imposto.
Le Veline sono state quindi più l’emblema di un gesto disperato della tv che non inventa più niente.
E i velini, in questo orizzonte, se possibile, sono ancora più sinistri.