Dice un aforisma greco “prima la parola, poi la pianta e solo in ultimo il coltello”. Nel caso dell’ansia o dell’insonnia il detto risulta appropriato. Paragonando il coltello ai moderni psicofarmaci, infatti, bisognerebbe assumere questi medicinali solo in ultimissima analisi. Barbiturici, ansiolitici e antidepressivi, sono strumenti utili in casi gravi di ansia o insonnia, ma del tutto inappropriati quando si tratta di disturbi lievi o moderati.
La valeriana è talmente priva di tossicità, da poter essere somministrata ai bambini. Originaria delle regioni boscose dell’Europa e dell’Asia, deve il suo nome al latino “valere”, ossia essere in buona salute. Da non confondere con la valerianella, altrimenti detta songino, utilizzata in cucina. La valeriana è chiamata anche “erba dei gatti”, grazie all’attrazione di tipo “stupefacente” che esercita sui felini, che la distruggono strofinandocisi sopra. Per questo, pur essendo una pianta decorativa, la si trova raramente nei giardini. Anche sui topi la valeriana esercita lo stesso “fascino”, tanto che, secondo la leggenda, il Pifferaio Magico se ne servì per farsi seguire dai topi e liberare la città di Hamelin. Nei secoli passati la valeriana è sempre stata utilizzata come sedativo e ansiolitico. Conosciuta fin dal tempo di Dioscoride il quale, oltre che per tale uso, la consigliava anche come diuretico e analgesico, nel ‘500 fu usata per la prima volta dal famoso scienziato Fabio Colonna contro l’epilessia, con ottimi risultati, almeno per il tempo. Ma è nei rituali d’amore che la valeriana trova un posto d’onore. Veniva usata mescolata al vino, oppure le donne la mettevano fra i loro indumenti per attrarre l’amato. La valeriana era inoltre sacra alla dea germanica Herta, che avrebbe cavalcato il proprio cervo tenendo in una mano un ramoscello di valeriana e nell’ altra uno di luppolo. L’odore sgradevole ne fa, sempre secondo la tradizione, un antidoto contro le pestilenze e i fulmini, mentre il latte veniva versato attraverso una coroncina di valeriana perché le streghe non lo corrompessero.
Nella moderna fitoterapia la valeriana è utilizzata come ansiolitico e rimedio contro l’insonnia. Agisce infatti soprattutto per chi ha difficoltà ad addormentarsi, riducendo i tempi di veglia ma senza dare né assuefazione né causare sonnolenza al risveglio. E’ inoltre indicata in tutti casi di nervosismo, palpitazioni o tachicardia nonché come “disintossicante”dagli ansiolitici chimici.