L’autunno è alle porte e con l’arrivo della brutta stagione anche influenze e malattie da raffreddamento sono in agguato. Prepararsi ad affrontare i mali di stagione significa cominciare sin d’ora a rafforzare il nostro sistema immunitario. Ottobre, infatti, è il momento più opportuno per iniziare una profilassi che dia energia all’organismo.
L’ Uncaria tomentosa è originaria del Sud America ed in particolare delle foreste di Colombia, Brasile e Perù. Le popolazioni andine la chiamano “unghia di gatto”, per la somiglianza delle sue spine alle unghie di questo felino, mentre il termine “tomentosa” si riferisce alla lanugine che ricopre le foglie. In fitoterapia si utilizza la corteccia per le proprietà immunostimolanti, antivirali e antinfiammatorie.
La tribù Ashaninka, del Perù centrale, vanta la più lunga tradizione nell’uso di questa pianta per trattare le infiammazioni dell’apparato digestivo, l’artrite e i reumatismi. L’uncaria possiede proprietà già note alla medicina tradizionale andina, che da sempre utilizza i suoi estratti per combattere e prevenire le infezioni e sfiammare le articolazioni doloranti. I curanderos peruviani, infatti, la usano per cicatrizzare ferite, ulcerazioni, per patologie degenerative, malattie e dolori gastrointestinali Oggi la fitoterapia occidentale la considera una pianta immunostimolante, estremamente efficace per curare le più comuni malattie da raffreddamento.
L’azione immunostimolante dell’uncaria è dovuta alla sua capacità di potenziare l’attività delle cellule k e dei linfociti T. Per questa ragione è indicata nel trattamento delle allergie, contro infezioni causate da virus e batteri e nella prevenzione delle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree, quali febbre, tosse e raffreddore. Ha evidenti proprietà antivirali, dimostrate da studi clinici condotti su pazienti affetti da Herpes: nell’85% dei soggetti i sintomi sono cessati in 10 giorni. Nel caso della Varicella zoster la risoluzione si è avuta, nel 50% dei casi, in 1 settimana di trattamento. Assai interessanti sono gli studi su pazienti affetti da HIV, in cui si è riscontrato un aumento degli anticorpi a livelli significativi e in quelli colpiti da cancro , in cui si è verificata l’inibizione della proliferazione di cellule tumorali e soprattutto una diminuzione degli effetti collaterali dovuti a chemioterapia, nelle sindromi da immunodeficienza e nelle malattie degenerative.