L’Unione Camere Penali ha da tempo segnalato come la proposta di modifica del cosiddetto voto di scambio che è in discussione in questo momento alla Camera, rappresenti “un ulteriore peggioramento della già censurabile normativa licenziata a suo tempo dal Senato.
Una modifica che finirebbe per introdurre una fattispecie del tutto priva di condotta materiale, carente dal punto di vista della tassatività e della determinatezza, e con un riferimento talmente generico che negli ultimi tempi era stato addirittura censurato dalla giurisprudenza anche per quanto riguarda la configurabilità del cosiddetto concorso esterno in associazione mafiosa”.
Insomma, una fattispecie che così come costruita, fa notare l’Ucpi, “finirebbe per delegare una inaccettabile discrezionalità all’interprete ponendosi fuori del solco costituzionale.
Sotto questo punto di vista non si può che salutare con favore l’iniziativa di quei parlamentari che, sia pure solo ora, hanno recepito la decisa opposizione degli avvocati penalisti e della migliore dottrina, segnalando l’incostituzionalità della norma in discussione”. 
 Per i penalisti il Parlamento “deve rimeditare questa scelta che così come operata finirebbe per aggravare il latente conflitto tra politica e magistratura, che rischia di diventare un suicidio della politica ulteriormente testimoniato anche dal dichiarato intendimento di censurare per sino le condotte ‘inconsapevoli’ .
Abbandonando ogni timidezza, figlia di una distorta visione che misura l’impegno antimafia in base al rigore delle soluzioni anche quando queste configgono con i principi fondamentali dello Stato di diritto, i parlamentari devono accostarsi alla materia senza timori e senza distinzioni manichee, introducendo leggi efficaci ma non eversive della certezza del diritto”.

Di Golem

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