“Il diritto di manifestare in maniera non violenta è un principio democratico irrinunciabile per tutti i cittadini. E gli avvocati devono poter rappresentare le ragioni dei loro assistiti con piena e assoluta libertà”.
Il Consiglio Nazionale Forense commenta così le notizie allarmanti che giungono dalla Turchia, a seguito dell’informativa del ministro degli esteri Emma Bonino oggi alla Camera.
Dopo le notizie di ieri, in base alle quali sarebbero stati 50 i legali fermati della forze dell’ordine di Erdogan durante una conferenza stampa nel palazzo di giustizia, il ministro degli esteri oggi ha confermato il fermo di 20 avvocati. E altre notizie riguardo a nuovi arresti giungono.
“ E’ un fatto gravissimo”, commenta il vicepresidente del CNF Carlo Vermiglio, con delega agli affari internazionali. “Il principio di autonomia e indipendenza di ogni singolo avvocato non può mai essere sacrificato per nessuna ragione di Stato, soprattutto quando si vuole imporla con la violenza e l’uso sproporzionato della forza. Ancora una volta, l’Avvocatura subisce un grave attentato alla sua funzione primaria: la difesa dei diritti dei cittadini. Attentare ad essa significa attentare ai diritti stessi”.
Il CNF si augura che il governo turco possa recedere da tali comportamenti e perseveri sulla strada del rispetto dei principi democratici in vista dell’avvicinamento della Turchia all’Unione europea.
Il CNF è vicino al presidente Metin FEYZIOĞLU del Consiglio Nazionale Forense Turco, il Barobirlik, eletto appena 15 giorni fa, consapevole del difficile momento che l’Avvocatura e la cittadinanza turca stanno attraversando .
Anche Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense ha espresso “solidarietà e vicinanza agli avvocati turchi arrestati, nostri colleghi che sono scesi in piazza per difendere i manifestanti di piazza Taksim a Istanbul.
E’ una pessima notizia per la democrazia turca e per il principio di indipendenza della giustizia dal potere politico.
Bene ha fatto il Ministro degli Esteri Bonino durante l’informativa alla Camera a stigmatizzare questi fatti, tanto più gravi perché occorsi in un paese, la Turchia, che nel sentire comune è considerato come europeo.
L’Associazione Nazionale Forense invierà alla rappresentanza diplomatica turca presente in Italia una nota di protesta per i gravi fatti accaduti”.