Ordinate dal presidente Kais Saied
Le Nazioni Unite hanno denunciato le “espulsioni” di migranti dall’Africa sub-sahariana dalla Tunisia ai confini libico e algerino. Si ritrovano abbandonati in mezzo al deserto, alcuni trovandovi la morte. Lo ha riferito un portavoce di Antonio Guterres.
Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) ha più volte espresso preoccupazione. Per gli atti di violenza contro i migranti sub-sahariani in Tunisia. Ha invitato il presidente Kais Saied e le autorità tunisine a porre fine ai discorsi e agli atti di odio contro questo categoria.
“Siamo profondamente preoccupati per l’espulsione di migranti, rifugiati e richiedenti asilo dalla Tunisia ai confini con la Libia, e anche con l’Algeria”.
Lo ha detto Farhan Haq durante la conferenza stampa quotidiana presso la sede delle Nazioni Unite a New York.
“Diversi sono morti al confine con la Libia e centinaia, tra cui donne incinte e bambini, sarebbero rimasti intrappolati. In condizioni estremamente dure con scarso accesso ad acqua e cibo”.
Marciando fino allo sfinimento, centinaia di migranti provenienti dall’Africa subsahariana arrivano quotidianamente in Libia. Questo dopo essere stati abbandonati al confine, in mezzo al deserto, dalle forze di sicurezza tunisine.
Le agenzie delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e per i migranti (OIM) avevano chiesto giovedì “soluzioni urgenti”. Per salvare queste centinaia di rifugiati bloccati in condizioni terribili ai confini libico e algerino.
Secondo l’Ong americana Human Rights Watch, dall’inizio di luglio almeno “1.200 cittadini subsahariani” sono stati “espulsi” dalle forze di sicurezza tunisine verso i confini con la Libia a est, e con l’Algeria a ovest. La Mezzaluna Rossa tunisina ha successivamente ospitato più di 600 persone a Ras Jedir, una zona cuscinetto che separa Tunisia e Libia, e circa 200 sul versante algerino.
Circa 100 africani sono stati salvati domenica dalle guardie libiche mentre vagavano in una zona arida e disabitata vicino al Sebkhat al-Magta, un lago salato, lungo il confine tunisino-libico.