Il trapianto capelli può essere considerato in molte occasioni il giusto rimedio alla calvizie: un intervento chirurgico in questo senso, tuttavia, deve essere valutato in considerazione delle attese del paziente, della situazione locale dell’area donatrice e del grado di perdita dei capelli. In altri termini, sono numerosi i fattori di cui si deve tenere conto, ed è proprio per questo motivo che non si può parlare di una terapia chirurgica da ritenere valida per qualunque situazione.
Consultando il sito cesareragazzi, si scopre che l’azienda mette a disposizione due tecniche all’avanguardia per il trapianto capelli: si tratta della Fut e della Fue. La prima consiste in un autotrapianto – Fut è l’acronimo di Follicular Unit Transplantation – che prevede che venga asportata dalla regione occipitale una striscia di cuoio capelluto che, così prelevata, possa essere utilizzata per favorire la ricrescita dei capelli. Non è un caso che l’area donatrice scelta venga identificata proprio nella regione occipitale: essa, infatti, non è minimamente sensibile alle influenze ormonali che hanno un ruolo decisivo nel determinare la caduta dei capelli. Una volta che è stata asportata la striscia di cuoio capelluto necessaria, la zona donatrice è suturata attraverso l’applicazione di una tecnica particolare in conseguenza della quale rimane una cicatrice pressoché invisibile, non più spessa di un paio di millimetri e difficile da notare, anche perché camuffabile con facilità.
La tecnica Fue
Per quel che riguarda la tecnica Fue – la sigla è l’acronimo di Follicular Unit Extraction – questo metodo ha il pregio di risultare ben poco invasivo, e proprio per questo viene sfruttato di frequente per procedere al rinfoltimento dei capelli. Uno degli aspetti più interessanti che lo caratterizzano è rappresentato dal fatto che dalla regione nucale non vengono prelevate losanghe di cuoio capelluto. Semplicemente, è indispensabile tagliare i capelli fino alla radice: certo, si tratta di un piccolo inconveniente che tuttavia può essere accettato di buon grado se si pensa al risultato finale.
La tecnica Fue si rivela meno rapida rispetto alla Fut per il trapianto capelli, e a ben vedere presenta un altro punto debole: in pratica, non consente un numero di innesti troppo elevato nell’unità di tempo. Non ci sono conseguenze, invece, dal punto di vista estetico, anche perché le cicatrici puntiformi che rimangono si notano solo con particolare attenzione. Anche la tecnica a cui si ricorre per l’estrazione delle unità follicolari dalla regione parietale e occipitale è poco traumatica: in effetti, in seguito all’estrazione dei follicoli che presuppone la comparsa di forellini per l’azione del microbisturi, i forellini stessi si richiudono nel giro di breve tempo da soli, senza che vi sia la necessità di applicare dei punti.
A questo punto, per proseguire con il trapianto capelli i follicoli vengono innestati con degli strumenti ad hoc nella zona ricevente. Gli interventi sono portati a termine sottoponendo il paziente ad anestesia locale in sala operatoria. La Fue è consigliata in modo particolare per i pazienti che soffrono di alopecia in aree limitate o per coloro che hanno a che fare con un’elasticità del cuoio capelluto insufficiente. Anche la barba può essere utilizzata come una zona donatrice.