Un fenomeno planetario che arricchisce i Paesi ricchi, con il riciclaggio dei proventi illeciti.
Si tratta del traffico di persone, il reato che mira allo sfruttamento-economico, sessuale,fisico- delle vittime: oltre 2,5 milioni; un reato che sfrutta la povertà ma che produce un giro d’affari da far impallidire le più grandi multinazionali: 32 miliardi di dollari all’anno.
Un reato difficile da individuare perché spesso collegato ad altri, diversi reati.
Di come rafforzare la consapevolezza degli operatori si è parlato oggi a Roma, in occasione del convegno organizzato dal Consiglio Nazionale Forense “Le Nuove schiavitù tra tutela dei diritti umani e contrasto alla criminalità organizzata”.
“Il CNF ha firmato il protocollo di Avocats sans frontiers per collaborare alla individuazione di avvocati impegnati nella difesa dei diritti in casi gravi come questi. I reati di cui trattiamo sono violazioni dei diritti umani, la cui tutela spesso non è efficace”, ha detto il presidente del CNF, Guido Alpa.
La fotografia del fenomeno è stata scattata da Sandro Calvani, direttore emerito del centro Asean sugli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite.
“Il 59% delle vittime del traffico di persone sono donne, il 17% ragazze; l’età media è tra 18 e 24 anni. Un milione e mezzo sono i bambini, vittime anche del traffico d’organi. Il 95% delle vittime subisce violenza-fisica e/o sessuale- nel corso del traffico”, ha spiegato Calvani. “I responsabili sono per il 52% uomini e 42% donne. E il 49% dei proventi finisce nei Paesi ricchi”.
Un reato che si fortifica anche grazie alla corruzione. E sarà anche per questo legame che i processi su scala mondiale sono pochissimi e ancor meno le condanne: 5080 i primi; 3160 le seconde. “Un condannato su 800 persone trafficate”, ha registrato Calvani.
“Il fenomeno è complesso e il reato cambia forma. E’ necessaria una preparazione specifica ma multidisciplinare degli operatori-forze dell’ordine-avvocati-magistrati-, ha riferito Susanna Pisano, coordinatrice della commissione Pari Opportunità del CNF. “Con questo spirito il CNF lavora in sinergia con il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e l’UNAR”.
Giuseppe Pignatone, procuratore capo del tribunale di Roma, ha ricordato le recenti norme introdotte nel codice penale dedicate alla riduzione in schiavitù, tratta, alienazione di schiavi. “Il quadro normativo è aggiornato, ma i processi sono ancora pochi: circa 81 procedimenti per la tratta, con 240 indagati; poco più per la riduzione in schiavitù”, ha riferito. “Occorre maggiore collaborazione internazionale. La gravità del fenomeno è sempre più percepita, ma la repressione è l’ultimo tassello dell’opera di contrasto”.