VERONA. Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca compresa tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, ricostruiscono uno spaccato dalla Parigi bohémienne, piena di artisti e fermenti, riportando i visitatori indietro nel tempo.

L’Amo-Palazzo Forti di Verona ospita la  mostra Toulouse-Lautrec. La Belle époque, che fino al 3 settembre celebrerà il percorso artistico del grande artista del costume dell’epoca, Henry de Toulouse-Lautrec: 170 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene. Tra le creazioni più celebri dell’artista, presenti nella mostra, ricordiamo le litografie a colori (ad esempio Jane Avril, del 1983), i manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1983), i disegni a matita e a penna, le grafiche promozionali e le illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) divenuti emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte, nato nel 1884 e prematuramente scomparso nel 1901, a soli 37 anni. “Con la mostra – ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi – prosegue la programmazione artistica dell’Arena Museo Opera, realizzata grazie alla collaborazione con il Gruppo Arthemisia, con il sostegno del Comune di Verona e di Agsm, destinata a presentare a Palazzo Forti alcuni dei protagonisti che, in modi diversi, hanno segnato e innovato il mondo dell’arte moderna”. “Una rassegna – ha concluso – che conferma l’impegno di politica culturale della città di Verona di questi ultimi anni che ha dato il sostegno a numerose iniziative, ottenendo grandi successi di pubblico e di critica”. “Dopo Tamara de Lempicka e Pablo Picasso – ha spiegato il direttore di Amo-Arene Museo Opera, Francesco Girondini – questa mostra celebra un artista poliedrico, anticonformista e provocatorio, legato non solo alla pittura, ma anche al teatro e alla musica”. “Ecco allora – ha aggiunto – che il curatore della mostra, Stefano Zuffi, ha allestito un percorso che accompagna il visitatore anche attraverso la musica, come la voce di Maria Callas nella Bohème, scritta da Puccini nel 1895, al culmine dell’attività di Toulouse-Lautrec, e rinsaldando così il legame tra la lirica, cuore del museo Amo, e l’arte”.

Di Golem

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