Una ricca mostra documentaria a Napoli per raccontare la storia di una delle canzoni più conosciute al mondo: ospitata al Trianon – il teatro della canzone napoletana, si intitola «Surriento&Surrender. La storia internazionale di Torna a Surriento» ed è dedicata al celebre brano dei fratelli Giambattista ed Ernesto De Curtis.

Prodotta dal teatro Trianon in collaborazione con la fondazione Bideri, con la direzione artistica di Federico Vacalebre e le ricerche di archivio e l’organizzazione di Antonio De Guglielmo, la mostra mette insieme oltre duecento documenti, che, divisi tra autografi, spartiti d’epoca, 78 giri e memorabilia varie, tracciano la straordinaria diffusione di Torna a Surriento, dal 1902, anno della visita del presidente del Consiglio Zanardelli a Sorrento – che una leggenda consolidatasi nel tempo vorrebbe all’origine della canzone – al 2012, anno in cui Noa ed Eugenio Finardi la eseguono al Festival di Sanremo.

1_copiellaRiprendendo nell’immagine dell’allestimento il mito della “canzone postale”, Surriento&Surrender racconta il capolavoro dei fratelli De Curtis partendo da un rullo musicale per pianole prodotto negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘10 che, insieme a una serie di lettere delle stesso periodo tra Ferdinando Bideri ed editori ungheresi, spagnoli, francesi e tedeschi, confermano come la melodia di Torna a Surriento sia diventata in poco tempo internazionale.

Grande attenzione, poi, è dedicata sia a Giambattista che a Ernesto De Curtis, di cui sono esposti gli spartiti delle loro prime canzoni, Ammore, ammore e ‘A primma vota, rispettivamente risalenti al 1888 e al 1897. Numerosi i documenti autografi come, ad esempio, il ritratto a matita di Ernesto fatto da Enrico Caruso e una struggente lettera del 1921 di Giambattista al fratello minore che è in tournée nelle Americhe, nella quale, mandando dei versi da musicare, implora di «portare qualche milione di lire perché qui ormai il denaro non vale più niente. Tutto caro, carissimo».

Se grande è l’attenzione dedicata ai fratelli De Curtis, altrettanto grande è l’attenzione dedicata ai due interpreti che, più degli altri, garantirono a Torna a Surriento un successo mondiale: Beniamino Gigli e Elvis Presley. Del primo sono esposte delle bellissime locandine di alcuni dei tanti concerti tenuti con Ernesto De Curtis negli Stati Uniti, il 78 giri con l’incisione della canzone e, tra le altre cose, una stupenda fotografia con dedica in inglese a Ernesto datata 1925. Di Elvis, invece, sono esposti una serie di 45 giri di Surrender, compresa una rara versione giapponese, la bozza del contratto sottoscritto dalle edizioni Bideri e la Presley music e l’entusiastico cablogramma di Jean Aberbach, il suo discografico, che il 14 marzo 1961 telegrafa per annunciare il primo posto in classifica nella top ten americana.

La mostra Surriento&Surrender ricorda, poi, con dischi e nastri, gli oltre 120 interpreti che, da Mario Massa a Noa, passando per Luciano Pavarotti, Quincy Jones, Frank Sinatra, Dean Martin, hanno inciso Torna a Surriento, così come ricordano, con copielle e spartiti, le oltre 200 canzoni che i fratelli De Curtis composero intrecciando collaborazioni con i grandi autori della canzone classica napoletana del calibro di Vincenzo Valente, Libero Bovio, Eduardo Nicolardi ed Ernesto Murolo.

In esposizione anche due finestre sulla presenza della canzone nel cinema e nel web: vi sono, tra l’altro, le locandine di Torna a Sorrento di Carlo Ludovico Bragaglia e La mala educación di Pedro Almodovar, nonché il video dell’interpretazione canticchiata da Bono Vox degli U2.
La mostra Surriento&Surrender è visitabile gratuitamente al teatro Trianon tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 13:30 e dalle ore 16 alle ore 19:30, nonché prima degli spettacoli della rassegna in corso Trianon music live.

Di Golem

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