BELLUNO. Il meraviglioso dipinto di Tiziano Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro, conservato al Museum voor Schone Kunsten di Anversa,sarà al centro di una mostra-dossier allestita dal 29 giugnonegli spazi di Palazzo Cosmo a Pieve di Cadore (Bl), città nataledel grande pittore cinquecentesco.
Affiancata ad antichireperti, oli coevi (tra cui uno dello stesso Vecellio), gioiellie monete, questa opera-chiave del suo periodo giovanilepermetterà di approfondire nei diversi aspetti storici,stilistici, compositivi e iconografici il genio dell’artista,tra i protagonisti assoluti della pittura rinascimentale.Il capolavoro, di recente esposto nella rassegna dedicata aTiziano delle Scuderie del Quirinale (chiusa il 16giugno), è stato di recente sottoposto a un intervento direstauro e a importanti indagini diagnostiche, che consentonoora di ammirare con occhi nuovi la tela, mai prestata primad’ora all’Italia. Intitolata Tiziano, Venezia e il papa Borgia, l’iniziativa espositiva (promossa dalla FondazioneCentro Studi Tiziano e Cadore, curata da Bernard Aikema eorganizzata da Villaggio Globale International) permette dunque,in virtù del confronto con una decina di opere, non solo diriconsiderare lo stile e la datazione del quadro di Anversa,oggetto spesso di travisamenti e ipotesi disparate, ma anche diesaminare più da vicino gli avvenimenti che determinarono lacommissione. Per molto tempo, gli storici dell’arte avevano infattiindicato la tela come la più antica realizzata da Tiziano. E si era inoltre ipotizzato che fosse stata messa a punto in diversefasi o mani, addirittura avviata da Bellini e ultimata dalVecellio, questo per una presunta discrepanza qualitativa tra lafigura di San Pietro e quelle degli altri due personaggi. Gliesami recentemente eseguiti hanno invece dimostrato che l’operaè stata prodotta in un’unica soluzione e, sotto il profilotecnico e dei materiali, è assimilabile alle opere di Tizianodel periodo 1510-1514. Le apparenti differenze nella resa,sarebbero dovute ad altalenanti vicende conservative, che hannodeterminato una parziale, ma decisa abrasione del volto diPietro. Del resto, gli studi hanno confermato che il capolavoro di Anversa non è un ex voto per mantenere una promessa, non ha una funzione ufficiale né era destinato a rimanere in uno spazio pubblico (al contrario della famosa Pala Pesaro richiesta per l’altare della Chiesa dei Frari). Jacopo Pesaro la commissionò a Tiziano per celebrare e ricordare, a diversi anni di distanza, la sua ‘vana’ vittoria sui Turchi a capo delle galere pontificie, avvenuta nel 1502 con la conquista dell’isola di San Maura. Il fatto è che genialmente Tiziano riesce a fondere insieme immagini della tradizione veneziana tratte dalla monete e dai teleri votivi con lo scopo di proiettare il vescovo in un ruolo al di sopra della sua effettiva posizione nella società veneziana, richiamandosi all’iconografia dogale. A confermarlo, anche il confronto in mostra con il dipinto di Vincenzo Catena Madonna col Bambino e i Santi Marco e Giovanni Battista, e il doge Leonardo Loredan, mentre il magnifico fregio dipinto sotto il seggio di San Pietro è documentato da preziosi reperti. Tobiolo e l’Angelo, sempre del Vecellio, testimonia invece lo stile raggiunto dal pittore cadorino nel periodo in cui la critica stabilisce la nuova datazione del capolavoro di Anversa.
Sabrina Corarze