Giuliano Ferrara è un masochista di lungo corso, dove si prendono le botte, c’è lui. Nel ’68 partecipa come contestatore armato di lardo agli scontri di Valle Giulia a Roma. Appena lo vedono, i compagni del PCI lo fanno rotolare dalla scarpata come arma segreta per abbattere le forze di polizia.
Guariti i graffi, negli anni ’80 lascia una striscia di bava sulla poltrona di Craxi e lo difende calamitando a sé tutte le monete da 100 lire che gli piovono addosso. Dopo la tempesta di mani pulite, nessuno si prende la briga di controllare la sua lingua, che si infila tra le più oscure cavità berlusconiane.
Crea il partito “Aborto? No, grazie” con il quale nel 2008 non conquista nemmeno uno sgabello in Parlamento. Ferrara commenta soddisfatto: “Più che una sconfitta, una catastrofe: io ho lanciato un grido di dolore per un dramma e gli elettori mi hanno risposto con un pernacchio”.
A 61 anni decide di non aver preso abbastanza schiaffoni e diventa sostenitore del “Teocon”, un movimento di clown cattolici che include l’Opus Dei e i temibili Legionari di Cristo. Dopo di ché va nel salotto di Vespa a collezionare l’ennesima figura di merda da revisionista ubriaco. Nel giro di pochi minuti riesce infatti a infilare una sequela di insulti all’intelligenza, a partire dalla negazione della realtà: “La pedofilia nella Chiesa non esiste… la storia dei preti pedofili statisticamente è una menzogna vergognosa”. Prosegue con la rivelazione visionaria : “Dio ha avuto una oggettivazione, ha fondato anche una chiesa e ci sono i preti che la amministrano” e conclude con il falso storico: “il vero problema è che il cristianesimo è sotto accusa dal 1789”. Quale sarà la prossima disavventura del pungiball umano?