“In questi giorni stanno pervenendo a diversi esercenti, attività commerciali e dei servizi operanti nel territorio del Comune di Napoli, richieste di documenti per la verifica della relativa posizione contributiva ai fini della tassa smaltimento rifiuti. Pur comprendendo la finalità dell’iniziativa mirante a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale di tale tributo, non possiamo esimerci dal rilevare che la richiesta in questione costituisce l’ennesimo aggravio burocratico nei confronti delle imprese che vengono in tal modo sottoposte a disagi per le proprie aziende ed a sopportare nuove spese per reperire documentazione già in possesso delle banche dati delle pubbliche amministrazioni competenti: Ufficio Tributi e Commercio Comunali, Catasto, Camera di Commercio”. Lo ha scritto Pietro Russo, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Napoli, in una lettera inviata alla Direzione Regionale di Equitalia Sud, al Sindaco di Napoli e agli assessori competenti della Giunta Comunale.
“Questa documentazione, quindi, potrebbe essere acquisita direttamente dall’Ente interessato, secondo quanto prescrive la vigente disciplina in materia di semplificazione dei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione”.
“Al riguardo – continua Russo – va richiamata l’attenzione sul difficile momento che stanno vivendo le aziende del terziario soprattutto nel contesto socio-economico napoletano, dove la ripresa stenta a manifestarsi e la contrazione della domanda di beni di consumo non registra ancora un’inversione di tendenza, per cui ogni nuova spesa che si viene ad aggiungere ai notori elevati costi di gestione,- primo fra tutti gli esorbitanti fitti dei locali, ed alla insostenibile pressione fiscale, di cui la tassa rifiuti è la voce più onerosa, costituisce l’ennesimo colpo alla sopravvivenza delle piccole e medie imprese”.
“In considerazione di quanto esposto – conclude il presidente di Confcommercio Napoli – auspichiamo una riconsiderazione da parte delle Autorità in indirizzo dell’iniziativa assunta ed a tal fine chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto per individuare soluzioni che tengano conto delle effettive difficoltà delle categorie rappresentate”.