SE per il solo fatto di essere napoletano o salernitano, anziché milanese o valdostano, paghi la polizza di un’auto 3.734 euro anziché 1.746 e un ciclomotore 1.429 euro anziché 357.
SE per una polizza di una corriera, il comune di Napoli deve pagare 20.000 euro l’anno (e ne ha decine).
SE i tassisti napoletani, a causa delle salatissime polizze sono costretti ad aumentare le proprie tariffe perdendo i clienti e riducendosi alla fame.
SE i concessionari di auto e moto sono stati costretti a chiudere.
SE ci sono centinaia di agenti (oltre330) e loro dipendenti a spasso per la chiusura delle agenzie dovuta alla fuga dal sud delle proprie Compagnie.
SE le agenzie che rimangono, di fatto, non possono vendere polizze Rca (agli agenti del sud le Compagnie non rilasciano mandati Rca) .
SE circolano milioni di auto fantasma (senza assicurazione) e…
SE in generale, tutta l’economia della regione è sprofondata in una doppia crisi (quella nazionale e quella Rca), è evidente che i napoletani vedono le Compagnie e l’Ania (la loro associazione) come vampiri famelici, come cioè scherzosamente l’abbiamo dipinta noi….(il fotomontaggio ritrae il presidente Minucci che spero non ce ne vorrà) e come l’ha definita il presidente Stornaiuolo nella nostra intervista.
Zanonato che fa?
Battute a parte, il problema della Rca a Napoli e in tutto il mezzogiorno, è gravissima. Sono mesi che lo stiamo denunciando, sperando in un qualche intervento dello Stato e dei suoi organi di controllo, ma su questi temi dal Ministero delle Sviluppo economico, al quale, tramite il suo ufficio stampa, abbiamo sempre mandato i nostri servizi , non (ci) è arrivata nemmeno uno straccio di risposta. Eppure parliamo di un problema che riguarda 42 milioni di automobilisti, di una popolazione di 5.766.810 abitanti (solo in Campania), di 400 denunce penali alla procura napoletana contro le Compagnie per il reato di aggiotaggio, di una petizione con 100 mila firme e sottoscritte da ben 54 associazioni partenopee, presentata alla Commissione europea . Abbiamo indicato e lo ripetiamo oggi, alcune gravi storture sulle quali il Ministro deve assolutamente intervenire con urgenza se vuole fermare l’inarrestabile e montante rapina della Rca ai danni degli italiani, perché, quello che ancora non si è capito, è che le Compagnie ciurlano nel manico e forse (forse?) lo fanno da sempre.
Il territorio di nessuno….
C’è infatti, tra gli isterismi delle imprese per le loro –dichiarate- perdite economiche e lo spaventoso aumento delle tariffe (250% in diciotto anni. Tre volte più care di alcuni Paesi UE), un strano territorio di nessuno nel quale può succedere di tutto , ma che nessuno, sinora, si è mai interessato a voler conoscere veramente. Lo sa Zanonato, ad esempio, come vengono realmente costruite le tariffe di una polizza obbligatoria? Ha controllato se, in quel mese di tempo che intercorre tra la preparazione dei bilanci e la registrazione dei registri bollati, le imprese assicurative manipolano i dati? Lo sa se le Compagnie gonfiano (e da quanti anni lo fanno) le “riserve sinistri” per giustificare gli aumenti tariffari? Lo sa che dal 2004 , pur esistendo una preziosissima banca dati sinistri ANIA, aggiornata ogni giorno con migliaia di dati da ciascuna delle 130 Compagnie e gestita da IVASS, nessuno la utilizza davvero? Lo sa che l’ex Isvap non ha mai sanzionato le imprese per non aver verificato se un sinistro sia o no una truffa? Lo sa che con 130 imprese appartenenti a poco più di una decina di gruppi finanziari assicurativi, di fronte alle 1.000 inglesi e 600 tedesche, la concorrenza in Italia è solo un pia illusione?
No, Zanonato, per quanto ministro da poco, non può solo delegare al suo pur attivo viceministro Simona Vicari (recentemente ha fatto delle interessanti dichiarazioni , ma non ha proposto soluzioni per il mezzogiorno). Dovrebbe adattare alle assicurazioni la dichiarazione fatta nel giorno della sua nomina: ”Credo sia necessario che questo Governo riesca a portare fuori il Paese dalla situazione di emergenza economica che sta creando danni molto pesanti al tessuto delle imprese ed alle famiglie». Ecco la Rca, specie al sud, è in pari situazione di emergenza e richiede soluzioni urgenti e radicali ben diverse da quelle adottate sinora. Voglio sperare che, sulle indicazioni evidenziate in questo servizio, si unisca anche Anna Rita Fioroni, altra attivissima senatrice sensibile ai temi assicurativi. E’ del lavoro di un bel team che, oggi più che mai , hanno bisogno i consumatori del mezzogiorno e di tutto il resto della Nazione.
Le proposte di Federconsumatori
Su questi argomenti nei nostri precedenti servizi abbiamo sentito “Mo Bast!”, oggi sentiamo Federconsumatori che ha presentato alla Commissione Europea una petizione con sei punti fondamentali da imporre alle imprese assicurative per raddrizzare il timone della Rca a Napoli, nel mezzogiorno e in tutto il resto d’Italia . Non tutti i punti sono completamente condivisi, ma di questo probabilmente parleremo nel nostro prossimo servizio. Intanto ve li presentiamo:
1) obbligo da parte delle Compagnie di comunicare le statistiche in base alle quali calcolano la tariffa ed il premio per provincia di residenza;
2) inasprimento delle pene per frode assicurativa;
3) ridurre a 15 giorni la prescrizione per la denuncia di sinistro;
4) divieto di cessione del credito assicurativo;
approvazione rapida dei decreti attuativi, ancora fermi, derivanti dalle liberalizzazioni approvate nel 2012;
5) eliminazione della differenziazione geografica per assicurati esenti da sinistri negli ultimi 5 anni.
Intervista a Rosario Stornaiuolo
Presidente Federconsumatori Campania.
Federconsumatori non ha bisogno di presentazioni allora Presidente ci parli delle iniziative e dei rapporti con gli altri movimenti di opinione napoletani come “Mo Bast!”……
Era il 14 Luglio del 2011 quando, con un gruppo di cittadini e lavoratori dei settori più colpiti dalle discriminazioni assicurative, facemmo nascere il Comitato Mo Bast! La principale azione che lanciammo fu la Petizione al Parlamento Europeo, che ad oggi é ancora aperta, con l’obiettivo di far aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, vista la mancata vigilanza sui comportamenti elusivi delle compagnie. Prima ancora, nel 2010, con il movimento Nodisdetta, facemmo una battaglia contro le disdette massive e la fuga dal sud delle compagnie, ed oggi facciamo parte di un comitato, con una cinquantina di associazioni territoriali, che si propone di passare dalle proteste alle proposte. Insomma, Federconsumatori Campania, da anni cerca di aggregare i cittadini ed i movimenti per la lotta al caro Rc Auto.
Voi avete presentato una petizione alla commissioni della UE con sei punti rivolti allo Stato affinché vari delle nuove leggi . Solo sei i punti da modificare?
Non contenti di un’azione rivolta all’Europa, abbiamo deciso di coinvolgere il Parlamento italiano, attraverso dei punti programmatici, con lo slogan: dalle proteste alle proposte. Il problema va risolto a livello normativo ed abbiamo avuto un favorevole riscontro da molti parlamentari che sulle nostre proposte hanno predisposto una specifica Mozione parlamentare. I nostri punti si basano su tre principi: trasparenza ( render chiari i dati su cui si calcolano i premi su base provinciale ), legalità ( lotta alle frodi ed ai fenomeni di illegalità) ed equità (fine delle differenze di premio tra cittadini italiani, basate sul parametro residenziale ).
La vostra associazione sostiene l’inasprimento delle pene per frode assicurativa, ottima cosa, ma lei non ritiene che le imprese assicurative le truffe, prima di tutto, debbano denunciarle e non, come hanno sempre fatto, lavarsene le mani scaricandole direttamente sulle tariffe?
Una delle cose più oscene é sempre stata l’inefficienza delle compagnie a contrastare le frodi, lo denunciamo ormai da tempo: è molto più comodo liquidare i sinistri “ambigui”, scaricandone i costi sulla tariffa, salvo poi segnalare che tali sinistri sono in odore di frode, facendo lievitare le statistiche. Un gioco che le imprese fanno, guadagnandoci due volte: da un lato spalmano i costi sui clienti e da un altro usano il numero di questi sinistri ( che liquidano tranquillamente ) per gonfiare il dato delle presunte frodi, per giustificare gli aumenti. Noi riteniamo che l’aumento delle pene per frode assicurativa sia un disincentivo per chiunque oggi pensi di utilizzare i soldi “nostri” per guadagnare sui sinistri. Chi froda fa un danno alla collettività, e, sia ben chiaro, noi lotteremo sempre contro tale fenomeno, a prescindere dall’impegno delle imprese a contrastarlo.
A proposito di trasparenza, visto che sicuramente sulle tariffe le Compagnie scaricano di tutto: perdite di esercizio, truffe (vere e ipotetiche), sanzioni delle varie Autority ecc. non ritiene che, oltre all’obbligo di comunicare le statistiche, le Compagnie debbano dichiarare soprattutto i caricamenti, cioè le “voci” che vanno a formare la tariffa ? In fondo stiamo parlando di assicurazione obbligatoria e, quindi, di un servizio pubblico.
L’abbiamo messo come primo punto, intendendo proprio quello che lei dice e che il suo giornale ha giustamente denunciato più volte . Vogliamo la massima trasparenza su come vengono calcolati i premi ! Vigendo l’obbligo ad assicurarsi, il cittadino deve conoscere tutte le voci che concorrono a determinare il premio assicurativo.
Tra i vostri sei punti c’è la richiesta di una legge per modificare la prescrizione della denuncia di sinistro. Capisco che l’attuale termine di due anni sia troppo ampio , ma 15 giorni non sono troppo pochi?
Dipende dal tipo di sinistro. È ovvio che i termini di prescrizione, per certi casi, debbano essere più lunghi ( per esempio incidenti con lesioni fisiche rilevanti ), la stessa Ania propone un termine di 90 giorni. Su questo punto abbiamo voluto dare un ulteriore segnale: conosciamo bene le distorsioni e le falle in cui si incunea quella zona grigia che prolifera sul business dei sinistri: mentre chiediamo più trasparenza, più equità, ribadiamo la nostra determinazione nell’eliminare quei fenomeni che gonfiano i risarcimenti, provocando danni economici seri ai cittadini onesti.
Federconsumatori chiede l’approvazione rapida dei decreti attuativi, delle liberalizzazioni 2012. A cosa vi riferite in particolare?
Le Leggi emanate nel 2012 in seguito all’azione del Governo Monti, hanno introdotto norme che possono incidere sul settore, ma, alcune di esse, per essere operative, hanno bisogno di decreti attuativi e regolamenti, sennò rimangono solo buone intenzioni. L’esempio più eclatante è quello delle scatole nere, strumenti utilissimi per la sicurezza degli assicurati, soprattutto, contro le frodi. Ancora si è in alto mare per definire gli ultimi passaggi per consentirne la massima diffusione. Altro esempio è il contratto base ( utile ad un confronto immediato tra i preventivi ), la dematerializzazione del tagliando assicurativo e l’agenzia antifrode.
In Italia circolano quattro milioni di auto senza assicurazione…. Di chi è secondo lei la responsabilità di questa pericolosissima situazione?
I premi più elevati d’Europa ed, in vasta parte del territorio, premi che sono il triplo rispetto al resto d’Italia, hanno aumentato il numero dei veicoli non assicurati. È un problema gravissimo che crea allarme sociale. La colpa principale è della mancanza di vigilanza di uno Stato che consente ad una lobby di fare ciò che vuole. Lo abbiamo denunciato in Europa e siamo convinti di avere ragione.
Al sud le Compagnie hanno chiuso agenzie e centri di liquidazione danni favorendo, di fatto, il ricorso agli avvocati da parte dei danneggiati con buona pace della riduzione dei costi dei sinistri. Non crede che alle Compagnie, che gestiscono un servizio pubblico, dovrebbe essere impedita questa fuga dal sud?
La Fuga dal sud è stata la prima forte denuncia che facemmo, attraverso Nodisdetta fin dal 2010, costringendo un grande gruppo assicurativo a ritirare un provvedimento che, di fatto, fuggiva da buona parte del sud. Al sud si è assistito al fenomeno delle compagnie vampire, della morte delle agenzie ed il proliferare di polizze fantasma, insomma, un vero film horror…
Nel 2012, il Governo col decreto sviluppo bis, ha attuato una legge europea a difesa della concorrenza varando la libera collaborazione tra intermediari, ma un gruppo dissidente, in aperta polemica con lo Sna (primo sindacato), si è dissociato fondandone un altro sostenendo che l’interesse del consumatore è più tutelato da un agente monomandatario. Che ne pensa?
La discussione sindacale, su questo punto, è sicuramente aspra, ma va ricordato, che gli intermediari ( soprattutto al sud ) hanno subito la fuga delle compagnie, le dismissioni di portafoglio, caricandosi di responsabilità improprie, per rispettare le politiche assuntive delle imprese. Il plurimandato è stato spesso l’unica occasione per poter lavorare per molti intermediari, a cui le compagnie, di fatto, impedivano di poter esercitare molti rami assicurativi. Nelle nostre battaglie abbiamo sempre difeso gli intermediari, considerandoli vittime alla stregua dei clienti. Aggiungo che da Unapass e Sna, abbiamo sempre avuto sostegno alle nostre iniziative.
Presidente per il futuro cosa “bolle in pentola”, quali sono le prossime mosse di Federconsumatori?
Stiamo seguendo con la massima attenzione l’iter parlamentare della mozione basata sui nostri punti, presentata dal gruppo di Sel, cercando di allargare il numero dei parlamentari interessati, senza distinzioni di colore politico. Con il movimento Nodisdetta, continueremo ad essere un riferimento per tutti i consumatori colpiti dal caro Rc auto, attraverso i nostri sportelli ed attraverso la rete. Ma la cosa a cui tengo di più è l’aggregazione creata attraverso il comitato ( Rc auto: dalle proteste alle proposte ): un confronto ed una azione comune, vale molto più se fatta insieme. Federconsumatori, pur potendolo fare, non ha mai voluto muoversi da sola, ma mira ad aggregare a fare rete. Quotidianamente ci si sente, si organizzano incontri, affinché la battaglia contro le discriminazioni territoriali possa arrivare alla vittoria finale.
La vittoria finale di cui parla il Presidente è in realtà l’obbligo all’inversione di rotta delle Compagnie che, con una buona dose di disinvoltura, hanno sempre raccontato agli italiani che… il costo delle tariffe dipende dal loro rosso di bilancio, dalle truffe e dal costo dei sinistri.
Tariffe Rc Auto – Mozione presentata da Sel alla Camera il 29 aprile 2013