Il sindaco Sel di Taranto è Ippazio Stefàno. Durante la conferenza stampa (il 5 dicembre scorso) per presentare la futura inizativa cittadina “a Natale regalati Taranto” era affiancato dall’assessore alle Attività produttive Cisberto Zaccheo, a quello delle Politiche giovanili e sport Gionatan Scasciamacchia, e al dirigente dell’Ufficio Sviluppo economico Carmine Pisano.
A lato della citata composizione maschile istituzionale, in piedi, a ribadire un’ istallazione monotematica della geografia italiana, figuravano due ragazze in abitino nero. Una bionda e una mora. Scollature, volto triste della consapevolezza – “io che ci faccio qui?” – ma soprattutto un grandissimo fiocco rosso.
Così conciate da caramellone avevano la missione di decorare l’ambiente maschile e inverare il concetto di regalo, che poi era anche il senso della manifestazione: regalatevi una passeggiata, un balletto, una gita, un concerto. Una ragazza.
La fotografia di questo presepe vivente è finita sui social network, dove si è aperto un gran dibattito. L’intervista più interessante (di Serena Mellone per il Corriere di Taranto) è stata fatta all’ideatore della trovata marketing, Giuseppe Fornaro.
La prima scusa è che il sindaco non sapeva nulla dell’iniziativa. Quindi le due “ragazze regalo” che nell’immaginario nazionale sono appunto veline – ovvero ragazze decorative in ambientazione maschile “pensante” – sono apparse a insaputa del sindaco e assessori. E anche quando le hanno viste, le due continuavano a essere lì, a insaputa delle istituzioni. Per esempio, al sindaco non è venuto in mente di dire: “ mi dispiace non si può. Così si lascia passare il messaggio che una ragazza è come un pacco da regalare, o peggio ancora che si regala lei stessa”.
Il sindaco Stefàno, intervistato sull’incidente, ha obiettato che sarebbe stato scortese allontanarle. E’ un signore ben educato.
Il titolare dell’ agenzia, in verità più un organizzatore di feste nelle discoteche di Taranto, ha detto che si voleva creare “insieme a una band internazionale” un clima “free” per i giornalisti”. Peggio ancora ha precisato che le ragazze sono due “studentesse universitarie, bravissime e educate”. Come se il problema fosse la presunta scostumatezza delle due e non l’assurdità del messaggio comunicato.
Ancora una volta si ripete il noto equivoco delle “veline”: tutti parlano della libertà di scelta delle ragazze, addirittura vengono intervistate per farle dire quanto sia bello il loro lavoro, ma nessuno prende mai in considerazione che sono lì appunto per comunicare un messaggio, e che è quello che conta e quello analizzato. E che nessuno sta accusando nessuno di sfruttamento e raggiro di povere ragazze indifese.
Giuseppe Fornaro ha molto insistito sul fatto che nulla sia stato imposto.
Il black out di logica tipico di quando si parla di questi temi finisce per creare l’equivoco: è colpa delle ragazze. Così, i social network sono stati usati non solo per bocciare la campagna ma anche per insultarle e offenderle.
“Ho previsto la presenza di due hostess. Ci siamo riuniti io una collaboratrice e le due ragazze, Miriam e Francesca”. E prosegue: “ vorrei dire alle femministe che si occupano dell’immagine della donna che – guarda caso – due donne, due commercianti molto in vista, nella città, mi hanno contattato durante la conferenza stampa, per poter usufruire del servizio con le due ragazze così impacchettate. Non è stato imposto nulla è una forma di rappresentanza che si usa e che ho usato ai lati del tavolo al meeting CL a Rimini. Non ci vedo niente di male. L’unica cosa, al posto del cappellino di Babbo Natale abbiamo usato il fiocco rosso”.
Quindi il fatto che anche delle donne (appunto delle commercianti) siano attratte dalle possibilità di vendita di un corpo di una donna come un oggetto regalo, dovrebbe scagionare anche la sua ideazione e l’adozione da parte del sindaco e assessori di Taranto.
A completare la sensazione di inconsapevolezza generale è stata la dichiarazione delle ragazze, Miriam e Francesca (20 anni) che danno degli arretrati a chi le ha prese di mira. Vero. Che nella storia di presentarsi con un fiocco come fossero un pacco, non ci sia nulla di male. E questo pure sarebbe vero, se lo facessero in uno spazio privato, o anche se esercitassero la loro performance per proprio conto. Senonché lo fanno in uno spazio pubblico, accanto al primo cittadino che rappresenterebbe proprio tutti. Esattamente come le veline di Antonio Ricci significano un messaggio.
La sola ministra dimissionaria del governo attuale è stata Josepha Idem, ministra delle Pari Opportunità. Non è stata mai più rimpiazzata. Le Pari Opportunità, come si vede, sono un’opzione irrilevante.