In linea di massima un’operazione di “swap” (che letteralmente si traduce con “scambiare”) consiste nella sostituzione di un flusso finanziario, che avviene tra due controparti. L’accordo stipulato può assumere diverse forme, a seconda delle finalità perseguite, in quanto non esiste una tipologia unitaria e regolamentata: per questo motivo lo swap entra nel novero degli strumenti finanziari “derivati”, conseguenti in sostanza ad un’altra operazione precedente. Generalmente lo swap può essere messo in pratica sia sul piano dei tassi d’interessi che sul piano dei crediti. Nel primo caso un soggetto potrebbe “scambiare” il proprio tasso d’interesse variabile con uno fisso: questo accade, ad esempio, quando si cerca di rimodulare le rate di un mutuo, magari perché ritenuto troppo rischioso, affidandosi ad una società che pagherà il debito alla banca e contemporaneamente avrà un credito nei confronti del debitore iniziale. Lo strumento è utilizzato di frequente dalle Società di Gestione del Risparmio (SGR), che avendo mutui a tassi differenti da rifinanziare nel tempo riescono a trarre un profitto. Il rischio in cui incorrono tali società è minimo, perché normalmente svolgono esclusivamente il ruolo di mediatori (in conto terzi) tra privati: in altre parole sono i clienti che pagano il mutuo ad altri clienti. Nella seconda ipotesi di swap lo scambio avviene direttamente sui contratti di debito, siano essi titoli, azioni o obbligazioni. Il meccanismo viene innescato nell’ottica della diversificazione del rischio: un soggetto gira un credito ad un altro, ricevendo in cambio un flusso di pagamenti o un credito di diversa natura. Le operazioni di questo tipo sono frequenti tra gli istituti bancari, che intendono “liberarsi” di alcuni crediti considerati troppo rischiosi. Le implicazioni derivanti dallo scambio possono portare conseguenze inaspettate: il creditore, infatti, spesso non conosce il proprio debitore, per cui non è in grado di stabilire con certezza il grado di rischiosità. Inoltre è probabile che si inneschi meccanismo a catena per cui il nuovo titolare cede il credito ad un terzo e così via, fino a perdere le tracce del debito originario, come accaduto nel 2008 nel mercato dei mutui americano. Le modalità di copertura descritte trovano applicazione anche a livello di debito pubblico. Il mercato dei CDS (Credit Default Swap) è il luogo in cui i detentori di titoli pubblici “assicurano” il proprio credito: pagando una certa somma, infatti, ottengono da un privato il rimborso del titolo in caso di fallimento. Lo strumento è stato poi implementato dalle grandi istituzioni internazionali per fronteggiare la crisi del debito greco: chi possiede titoli ellenici dovrà sostituire una parte del valore nominale con altri titoli greci (a tasso inferiore e scadenza più lunga) e con titoli emessi dal Fondo Europeo di Stabilità. (luigi borrelli)