Gli organizzatori lo definiscono “una serra creativa sempre più votata alla produzione di spettacoli dal vivo”, fatto sta che il Festival di Grugliasco, cittadina vicino Torino, è la più importante manifestazione nazionale di Circo Contemporaneo e non a caso. Anche in questa undicesima edizione, che si è appena conclusa, si sono esibiti per più di un mese oltre 100 artisti da tutto il mondo e tutti con la stessa idea di circo, innovativa, sperimentale, poliedrica.

 In particolare, abbiamo seguito lo spettacolo della compagnia franco-belga del Cirque Hirsute che ha portato in scena “Le blues de la Mancha”, rivisitazione circense delle vicende raccontate nel romanzo di Cervantes su Don Chisciotte riadattate ai tempi moderni.

 

Una produzione che racchiude tutte le caratteristiche del nuovo modo di fare circo, un mix di tecniche tradizionali che si fondono con la danza, la musica dal vivo e il teatro.circo_1

Il risultato è un’opera esilarante fatta di acrobazie rocambolesche, di musiche divertenti e amare che mescolano generi diversi, blues, jazz, country e musica cajun e che vengono suonate in parte dal vivo e in parte diffuse da un vecchio jukebox anni ’50.

E’ uno spettacolo che ha un carattere da road-movie che veicola temi come il vagabondaggio e la messa in discussione di se stessi attraverso nuovi codici e “strumenti” da vecchio circo, ma riadattati: un mulino gigante, dei barili volanti, duelli burleschi e acrobazie folli che si ricompongono secondo una logica di equilibrismi e ricerca di un ordine in mezzo all’irrequietezza Don Chisciotte.

Il nostro fotografo, Pietro Di Giambattista ha vissuto questa esperienza totale del circo contemporaneo partecipando alle prove dello spettacolo “Le blues de la Mancha” e poi alla messa in scena osservandola anche da dietro il sipario perché, «seduti in platea di perde qualcosa». Da dietro le quinte cambia la prospettiva e si colgono delle sfumature, ma anche i trucchi e le finzioni, quelle che stupiscono il pubblico. 

«Ho vissuto lo spettacolo di Le blues de la Mancha come un’esperienza totale, a 360º, anche da dietro il sipario» – ci racconta. «Era interessante vedere le facce in platea. Anch’io ero in qualche modo parte dello spettacolo. Il pubblico mi vedeva, ero coinvolto a tal punto dalle prodezze degli artisti che mi veniva quasi voglia di entrare nella scena. Durante le prove mi sono sentito a tal punto parte della performance che ho sofferto con loro quando una delle acrobate si è fatta male durante le prove e lo spettacolo ha rischiato di saltare».

Al nostro fotografo quello che piace di più è fotografare le “sensazioni”. «Sì, è così, quello che mi piace tirar fuori è il senso di cosa rappresenti per loro questa vita. Stare dietro le quinte è come vedere le persone interiormente. Ti rendi conto che quando lo spettacolo comincia tutto cambia, ma c’è un attimo che mi piace “fermare” più degli altri, l’attimo prima che cominci la finzione o l’attimo subito dopo. Sono quei pochi gradini che separano la vita reale dalla scena che fanno la differenza. Questa è letteralmente un’altra dimensione, una dimensione intermedia sospesa e fugace che mi piace cogliere. Lo scatto ti permettere di fermare quell’attimo. Avverto l’adrenalina degli artisti, ma anche loro paure e malinconie. Chi è Don Chisciotte prima di diventare Don Chisciotte? E la cantante dalla voce incantevole, che vita ha?».

La performance “Le blues de la Mancha”, realizzata dai quattro straordinari artisti circensi, Romain Timmers (nei panni di Don Chisciotte), Damien Gaumet (Sancho Panza), Eloise Alibi e Mathilde Sebald per la regia di Damien Gaumet &Mathilde Sebald, è un esempio quindi di come il circo contemporaneo sia altra cosa rispetto a quello tradizionale.

Nel circo vecchia maniera, che comunque sopravvive e piace molto alle famiglie, si assiste a uno spettacolo di un’ora e mezza in cui circa 10-12 circensi si esibiscono in numeri di 7 minuti circa ciascuno intervallati da sketch di clown, presentatori e prestigiatori.

Il nuovo modo di fare circo è invece declinato con forme diverse. Si tratta di spettacoli di meno di un’ora con pochi personaggi poliedrici che compiono evoluzioni, anche rischiose e spettacolari.

Nello spettacolo “Le blues de la Mancha” sono solo quattro i personaggi che portano avanti lo spettacolo e devono essere in grado di saper fare tutto (anche il montaggio delle coreografie, ci dicono gli organizzatori). circo_4

Se fino a dieci anni fa, nel gergo del circo, i circensi si dividevano in due categorie, i “fermi” o “gaggi” erano quelli che appartenevano al mondo reale, e i “dritti”, i circensi da generazioni, per nascita, oggi si può affermare che quella del circense può essere una professione che non si eredita, ma alla quale si può accedere studiando e avendo talento. Esistono infatti delle scuole qualificate che permettono di formare artistici completi in tutte le discipline, dalla ginnastica acrobatica alla danza e al canto.

 

In particolare, la scuola di Circo Vertigo di Grugliasco Torino da dieci anni forma allievi italiani e stranieri – 15 a biennio tra i 18 e i 25 anni di età – puntando alla qualità e all’alternanza dell’insegnamento, unendo cioè lo studio in aula ad esperienze pratiche.

Gli allievi sono infatti coinvolti durante tutto l’anno, attraverso il Festival Sul Filo del Circo e la stagione invernale Eccentrika, in esperienze di spettacolo o a supporto di compagnie mettendo a frutto sul campo, a contatto con gli artisti, con il palcoscenico e col pubblico le competenze apprese nelle lezioni del Corso.

Una scuola non amatoriale, quella di Torino, ma professionale a tutti gli effetti che dà anche la possibilità di proseguire negli studi e frequentare una delle più importanti accademie di arti circensi del mondo, Parigi, Bruxelles, Châlons, Tolosa e Rotterdam.

Quest’anno sono stati ammessi 11 allievi della Vertigo, tre dei quali al Centre National des Arts du Cirque di Chalons en Champagne dove, in trentasei anni di attività, non erano mai stati ammessi candidati italiani.

Per tutti gli aspiranti circensi, le audizioni per il nuovo biennio formativo 2012-2014 sono aperte!

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