Nella puntata precedente abbiamo descritto in che modi viene espresso lo stress dalle persone che lo subiscono. In questa puntata entreremo nel vivo della questione, descriveremo infatti i motivi per cui si crea lo stress. Nella prossima vedremo invece cosa accade a livello fisico, ovvero come reagisce il nostro corpo allo stress e quali danni può causare.

Ovviamente lo stress non è l’unico modo che abbiamo di reagire alle difficoltà della vita, ma in presenza di alcuni fattori lo stress ci assale inesorabilmente.
Facciamo quindi una panoramica incominciando dai due motivi principali: l’incontrollabilità e l’imprevedibilità delle situazioni, per poi arrivare ad altri tre motivi di stress (spesso derivati dai primi due) all’apparenza molto simili e sicuramente spesso legati tra loro: la responsabilità, il cambiamento e i conflitti.

L’incontrollabilità
Un primo fattore è l’incontrollabilità dell’evento stressante. Maggiore è l’incontrollabilità dell’evento, maggiore è il suo potere stressante.
Questo tipo di stress è spesso legato alla depressione, in quanto descrive proprio la situazione di impotenza della quale abbiamo parlato nel paragrafo dedicato alla depressione nell’articolo precedente.
La particolarità è che influenza maggiormente lo stress la convinzione della controllabilità (o meno) dell’evento che la sua vera e propria incontrollabilità. Quindi non è solo il sapere di non poter fare niente per risolvere la situazione a creare stress, ma anche e soprattutto il crederlo.
Al contrario credere di avere tutto sotto controllo riduce notevolmente lo stress, a tal punto che non vengono neanche più evitati gli stimoli stressanti.
Un esempio arriva dall’esperimento di Geer e Maisel del 1972, questi ricercatori fecero vedere a due gruppi di persone delle fotografie di persone morte (di una morte lenta), il primo gruppo poteva di volta in volta, se lo desiderava, eliminare le foto ponendo fine alla visione, mentre il secondo gruppo non poteva far niente per sfuggirvi. I dati raccolti hanno dimostrato che vi era un maggiore livello di stress nel secondo gruppo, anche se il tempo di esposizione alle foto in realtà fu lo stesso.
Galass e Singer nello stesso anno fecero un altro esperimento simile: a due gruppi di persone fecero sentire un suono fastidioso, al primo dissero che se volevano potevano porre fine al rumore, mentre al secondo dissero che non vi era modo di sottrarsi. Dopo questa piccola tortura chiesero a queste persone di risolvere dei problemi: il gruppo che non aveva possibilità di controllo ebbe delle prestazioni molto peggiori rispetto al primo gruppo, che come avrete capito, non mise mai fine al rumore nonostante la possibilità di farlo. Questo esperimento diventa anche prova del potere di offuscamento mentale che ha lo stress.
Quindi abbiamo visto come l’incontrollabilità possa provocare depressione e offuscamento, ma l’incontrollabilità può portare anche ad una risposta di tipo ansiogeno. Questo capita soprattutto mentre si subiscono eventi traumatici che non possono essere controllati e che causano molta paura nell’individuo, come catastrofi naturali o le aggressioni.
E’ interessante notare che per quanto riguarda questi due tipi di trauma, sono le aggressioni da parte di altre persone a portare una maggiore ansia post-traumatica, anche se l’aggressione è stata vissuta collettivamente, rispetto all’ansia prodotta da una catastrofe naturale. Ciò accade perché questo tipo di aggressione provoca delusione verso il genere umano, andando contro la normale predisposizione alla vita sociale, mentre le catastrofi naturali sono meglio accettate in quanto, ovviamente, non vi è dietro alcun sentimento di malvagità. Tenendo conto di questo dato e considerando quanto si è detto nell’articolo precedente, ovvero di come gli eventi subiti singolarmente causino più stress di quelli patiti collettivamente, diventa chiaro come gli eventi maggiormente traumatici siano quelli causati da violenza e stupro: pensate, questi drammatici eventi causano più stress di quello causato al singolo appartenente ad una popolazione colpita da uno tsunami!

L’imprevedibilità
Non sapere quando accadrà qualcosa di brutto o di spiacevole, essere quindi in balia del fato, provoca moltissimo stress. Questo fattore è sottostante alla nostra vita in generale in quanto la vita è per antonomasia imprevedibile, ma ci sono sicuramente situazioni in cui la vita ci mette maggiormente alla prova.
Se l’incontrollabilità è legata soprattutto alla depressione, l’imprevedibilità si lega soprattutto all’ansia. Un esempio concreto potrebbe essere la guerra, i soldati non sanno mai quando verranno attaccati dal nemico e questo porta un grave stress correlato a un’ansia a fior di pelle.
Per fare esempi più ipotetici, ma più vicini alle nostre realtà quotidiane, si immagini un impiegato con un capo dispotico e imprevedibile, o una donna che non sa mai quando il marito tornerà a casa ubriaco; questi individui probabilmente saranno sempre tesi perché non sapranno mai quando avranno a che fare con i loro stressor, dunque il loro comportamento sarà sempre condizionato dall’ansia.
Quando un evento è invece più controllabile, sebbene potenzialmente stressante, crea meno ansia, anche se si viene avvertiti solo pochi attimi prima. Un esperimento su dei topi condotto da Abbott, Schoen e Badia nel 1984 lo ha verificato: sono stati messi dei topi in una gabbia nella quale vi era una leva, in questa gabbia i ratti subivano delle piccole scosse, ma se premevano la leva venivano avvisati da un suono prima di subire la piccola tortura, altrimenti questa rimaneva casuale e imprevedibile. Tutti i ratti imparavano ben presto ad abbassare la leva per avere il preavviso, in questo modo sembravano provare meno angoscia e addirittura meno dolore, come se il loro corpo avesse avuto il tempo di prepararsi. Per tornare all’esempio della guerra, sapere che un attacco sarà preceduto da una sirena (per quanto drammatica possa essere l’associazione a quel suono) è sicuramente meno stressante del sapere che non vi sarà nessun avvertimento. Per tornare agli esempi già detti, se il nostro impiegato userà il rumore delle scarpe del capo come preavviso alla sua probabile scenata, si sentirà maggiormente preparato. Allo stesso modo se la donna col marito ubriacone avrà imparato a cogliere dei segnali per comprendere la situazione, avrà meno ansia perché potrà gestire meglio la circostanza.
Si noti come l’imprevedibilità vada a braccetto con l’incontrollabilità, non vi è dubbio infatti che perché vi sia un minimo di controllo di una situazione, questa debba essere perlomeno prevedibile. Una situazione imprevedibile, di contro, la maggior parte delle volte ha una possibilità di controllo minore.

La responsabilità
Uno dei fattori quotidiani più comuni a provocare stress è la responsabilità, ovvero il percepire le proprie azioni come intrise di responsabilità e sentire come pesante il carico delle stesse. Spesso questo tipo di stress porta alla reazione aggressiva, della quale si è parlato nello scorso articolo, ma può portare anche a offuscamento mentale, reazioni depressive e molto spesso a quelle ansiogene.
Questa mescolanza di sensazioni ed emozioni avviene in quanto la responsabilità può spesso legarsi agli stress riguardanti l’incontrollabilità e l’imprevedibilità. Infatti, le responsabilità sono spesso stressanti perché non si ha la certezza che le proprie azioni stiano portando sulla strada giusta, o che siano sufficienti per ottenere i risultati sperati, lasciando quindi una sensazione di imprevedibilità; oppure può capitare che la responsabilità pressante induca le persone a percepire come impossibile l’ipotesi di riuscita, impossibile pensare ad altro o anche impossibile l’ipotesi di un riposo.
Per questi ultimi motivi la responsabilità porta anche all’offuscamento: la persona non riuscendo a distogliere i propri pensieri dalle cose che deve fare, rischia di creare quel circolo vizioso del quale abbiamo parlato, tra cui vi sarà anche la mancanza di sonno con conseguente aumento dell’offuscamento.

Il cambiamento
Simile allo stress da responsabilità è lo stress da cambiamento, ma mentre nel primo è l’aggressività ad avere il peso maggiore, nei casi di stress da cambiamento l’ago della bilancia solitamente è spostato sull’ansia a sua volta legata all’imprevedibilità, e solo talvolta sulla depressione nei casi di incontrollabilità.
Alcuni ricercatori americani nel 1967 stilarono una classifica di cambiamenti, risultato di alcune ricerche (per lo più interviste), per capire quali fossero i cambiamenti più stressanti, le voci più interessanti della classifica sono di seguito riportate in ordine decrescente, ovvero dal cambiamento più stressante al meno stressante:
Morte del coniuge
Divorzio
Separazione
Condanna in prigione
Morte di un familiare
Malattia
Matrimonio
Licenziamento
Pensione
Gravidanza
Morte di un amico
Allontanamento da casa dei figli
Problemi coi parenti acquisiti
Successo personale
Coniuge che cambia la sua situazione lavorativa
Vacanze
Natale
Si può notare come non siano solo i cambiamenti negativi a portare stress nelle persone, ma anche quelli positivi, infatti il fulcro non è solo la qualità del cambiamento, ma anche la quantità: quanta rivoluzione porterà il cambiamento nella vita della persona? Più sarà ampio questo fattore, maggiormente lo stress da cambiamento sarà legato agli stress da imprevedibilità e incontrollabilità. Quello da incontrollabilità sarà maggiormente legato ai cambiamenti negativi, mentre quello da imprevedibilità rimarrà legato a entrambi.

Conflitti
Un ultimo fattore che si vuole considerare, che porta a reagire con stress agli eventi della vita, è il peso dei conflitti interni.
Sicuramente questo tipo di stress si lega al cambiamento e alle responsabilità, in quanto spesso i conflitti riguardano il progredire (o il regredire) contro l’alternativa del rimanere fermi su se stessi. Ma in questo caso non è la paura del cambiamento a far sentire la persona stressata, o meglio non è solo questa possibilità, ma è già solo il dovere scegliere a causare stress, in quanto ogni scelta, oltre ad un guadagno, prevedrà di certo anche una perdita, oppure una rinuncia.
Per quanto riguarda i conflitti più tipici, ma allo stesso tempo più difficili da risolvere, nella nostra società, abbiamo: indipendenza vs dipendenza; intimità vs isolamento; cooperazione vs competizione; e impulso vs morale.
I conflitti portano aggressività al loro nascere, e spesso a depressione nella loro soluzione dovuta alla perdita o alla rinuncia dell’opzione non scelta, e all’ansia quando hanno portato ad un nuovo cambiamento. I conflitti possono portare anche a offuscamento se occupano diverse ore della nostra giornata per ponderare la scelta. Questo non è positivo, soprattutto perché sarebbe necessario aver una mente lucida quando bisogna fare scelte importanti.

Ovviamente i fattori considerati in questo articolo non sono gli unici, per esempio vi sono ancora lo stress dell’attesa (sottotipo dell’incontrollabilità), lo stress da errore (sottotipo dello stress da responsabilità), lo stress da lite (spesso causato dallo stress da conflitti), e ancora tanti altri. Ma quelli qui trattati sono sicuramente i motivi base, dalla cui mescolanza e unione si possono individuare la maggior parte di tipi di stress che ci attanagliano, dopo tutto: la responsabilità della risoluzione dei conflitti interni può portare ad un cambiamento del quale è imprevedibile il finale, dunque potenzialmente incontrollabile.

Ora non solo conosciamo profondamente le emozioni che ci attraversano nelle situazioni stressanti, ma sappiamo anche quali sono i motivi che ci fanno sentire sotto stress. Lo stress gestito con cognizione di causa assume una maggiore controllabilità e prevedibilità, magari utile a interrompere lo stress in eccesso creato dai nostri circoli viziosi. (fine seconda parte)

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