Lo scorso 15 ottobre si è tenuta al Palazzo vescovile di Nola una conferenza presieduta da professori ed esperti di storia e di filosofia dell’università “Federico II” di Napoli quali Guido d’Agostino e Aniello Montano, affiancati dalla giornalista de “Il Mattino” Carmela Maietta, per discutere, esaminare e soprattutto ricordare l’Eccidio di Nola del ’43.
In tale occasione si sono alternate le testimonianze dei figli dei caduti che con grande commozione hanno rievocato l’esperienza dolorosa e l’eroismo, dei loro cari.
Ad arricchire questo incontro è stata la forte partecipazione di gran parte degli alunni dell’ I.T.C.G. “Masullo-Theti” di Nola che con la loro presenza hanno mostrato un deciso interesse.
La citazione che in qualche modo ha sintetizzato i temi e gli obbiettivi della conferenza e che i ha particolarmente colpito l’uditorio è stata: “Odio gli indifferenti”. Esatto, gli indifferenti, coloro che non attribuiscono il dovuto significato alle vicende legate alle proprie origini, al proprio passato.
Conoscere i fatti storici che ci hanno preceduti è un dovere e un diritto di tutti, ma in particolare dei giovani, in special modo quando il proprio territorio d’origine ha fatto da sfondo ad avvenimenti così significativi nella storia d’Italia, come nel caso di Nola, che ha acceso la scintilla della Resistenza. Inoltre l’indifferenza porta ad un progressivo offuscamento della coscienza storica che non solo provoca una svalutazione dei gesti eroici che ci hanno preceduto, ma addirittura ci fa precipitare in uno stato di ignoranza, nel disorientamento totale e che non lascia speranze per il futuro.
D’altra parte c’è chi preferisce tralasciare l’importante opera di riscoperta del passato anche alla luce di una rielaborazione personale, forse per pigrizia o per la freneticità dei nostri giorni che ostacolano l’interesse per la storia.
Resta, però, il fatto che se oggi viviamo in un’Italia democratica, libera dai pregiudizi e da qualsiasi forma di oppressione lo dobbiamo a coloro che in passato hanno sacrificato la vita per noi e che hanno sempre creduto nell’Italia.
A mio parere, l’unico modo per ringraziarli è questo: valorizzare la storia apprezzando quello che ci hanno lasciato. E ciò deve partire da noi ragazzi, dalla scuola, che appunto assume un ruolo importante nella progettazione del futuro attraverso la formazione dei giovani. Siamo noi, quindi, il futuro della società e saremo noi a tramandare ai nostri figli le vicende storiche a noi vicine per evitare che siano dimenticate. Come ha detto Guido d’Agostino: “Noi siamo ciò che ricordiamo” e dobbiamo ricordare con passione ciò che “è stato prima di noi”, ciò che passo dopo passo ha costruito il nostro presente. (Carmela Di Costanzo, III A Igea, ITCG Masullo-Theti)