«Preoccupa e sconcerta il regolamento per le modalità di accesso allo “Sportello per il cittadino”, individuato dal Consiglio Nazionale Forense come una delle priorità nell’attuazione della riforma professionale dell’avvocatura. Una scelta abbastanza incomprensibile rispetto ad altre più urgenti. ”. Così il segretario generale dell’A.N.F.

Ester Perifano, sul regolamento per l’istituzione del futuro “Sportello per il cittadino”, previsto dalla legge forense. Un servizio, in teoria, diretto a fornire all’utente informazioni qualificate sugli adempimenti necessari per instaurare una causa, sui costi e tempi della giustizia.

 

«I punti critici della bozza di regolamento sono molteplici – continua Perifano – e sono stati ben individuati in un recente deliberato approvato dall’ANF. Innanzitutto, perché si allontana dalla legge di riferimento, per esempio, spingendosi a regolare (art. 5e 6) l’istituzione dell’elenco dei professionisti addetti allo sportello, le incompatibilità, la gratuità, la distinzione per competenze, i potenziali conflitti di interesse, le violazioni del regolamento».

«Ma anche perché – aggiunge – si prevede che lo sportello (art.2) illustri “le azioni giudiziarie esperibili, i tempi e i costi di un giudizio (ivi compresa l’entità delle spese legali)”. Ovvero si rischia concretamente una sovrapposizione con l’attività che gli avvocati svolgono nei loro studi a favore dei propri assistiti. Non solo: si parla di “indirizzare, i cittadini verso procedure di risoluzione alternativa delle controversie, come ad esempio le camere arbitrali e la conciliazione”. Un po’ come dire al legislatore che siamo disponibili alla reintroduzione, tout court, della conciliazione che tanto abbiamo avversato negli anni scorsi».

Pollice verso anche per l’attività di orientamento (art.3) al cittadino “per la fruizione delle prestazioni professionali degli avvocati”. «Gli “sportelli”, infatti – sottolinea Perifano – dovrebbero fornire indicazioni anche sulla pattuizione del compenso, sui doveri degli avvocati ( modalità attraverso le quali l’incarico dovrà essere conferito, informazioni utili in merito agli oneri ipotizzabil)i, nonché – addirittura – la prevedibile misura del costo della prestazione professionale».

«Di fatto – spiega Perifano- il Cnf vorrebbe trasformare gli ordini territoriali in “uffici” che rendono un preventivo parere sulle vicende legali che interessano il cittadino, ma ciò finirebbe per provocare una più che probabile confusione nei rapporti tra avvocato e cliente. Per intenderci: immaginate che le indicazioni fornite dallo sportello siano discordanti da quelle fornite dal proprio legale di fiducia. Che succederebbe? E vista la presunta competenza ad indicare le eventuali spese legali, che cosa avverrebbe al momento della libera pattuizione del compenso in occasione del conferimento dell’incarico?».

«Il rischio reale – denuncia il segretario Anf – è che presso lo sportello venga svolta, al di fuori della previsione legislativa, un’attività di vera e propria consulenza legale , di fatto, in concorrenza (“sleale”?) con gli stessi avvocati. Il regolamento, poi, disegna un “controllo” preventivo sull’attività svolta dagli avvocati, mentre il dettato legislativo si limita semplicemente ad ipotizzare una sorta di Ufficio Relazioni Pubbliche presso i consigli dell’ordine, che possano fornire ai cittadini indicazioni pratiche per l’accesso alla giustizia, senza alcun contenuto di tipo giuridico».

«Discutibile – conclude Perifano – appare, poi, non solo la esclusione dal confronto delle rappresentanze associative, ma anche la modalità prescelta per la consultazione delle Istituzioni locali. Le criticità evidenziate si sarebbero facilmente potute evitare se solo si fosse acceduto ad un confronto effettivo e preventivo, e non successivo sul “prodotto finito”. Ce n’è abbastanza per temere che, nella malaugurata ipotesi che lo sportello riesca a prendere piede ( i precedenti, infatti, che pure ci sono stati negli anni scorsi, hanno avuto tutti una evoluzione negativa), con il servizio ipotizzato nei termini indicati dal CNF, ci si avvii a creare un “ibrido” decisamente extra delega, al di là di ogni ragionevole intendimento del legislatore».

Di Golem

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