L’Associazione nazionale avvocati italiana denuncia che la revisione della geografia giudiziaria aumenta le spese della giustizia e cancella la giustizia di prossimità, demolendo i diritti dei cittadini.
“I genitori di tale sconsiderato progetto – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – sono il Governo Monti e inspiegabilmente la Magistratura italiana attraverso il CSM e l’ANM”.
Secondo Anai può essere giustificabile l’input dato dal Governo Monti nel tentativo di mostrare ad Angela Merkel pretesi interventi italiani tesi a diminuire le spese ed accelerare la macchina della giustizia.
“Il che non è vero. – ha aggiunto De Tilla – Totalmente ingiustificata è, invece, la posizione della Magistratura italiana nelle sue componenti nazionali istituzionali ed associative. Da segnalare che numerose sezioni territoriali di ANM si sono dissociate dalla posizione centrale con argomenti molto convincenti”.
L’ANAI si chiede come si fa ad insistere sulla realizzazione di un progetto irragionevole e contraddittorio che allunga i tempi dei processi giudiziari.
Si è in presenza di ben venti ordinanze dei Tribunali che hanno sollevato questioni di incostituzionalità. Già quattro TAR (Lazio, Campania, Sardegna e Basilicata) si sono pronunciati annullando e sospendendo provvedimenti dei tribunali e del Ministero della Giustizia.
“Demolire presidi di giustizia e di legalità – ha concluso De Tilla – non fa altro che allontanare i cittadini dalla tutela dei propri diritti, privatizzando la giustizia e rendendola asservita a poteri economici ed a organizzazioni criminali. Altro che riforma epocale e salvifica!
Stiamo per imitare il Regno Unito che intende trasformare il complesso dei servizi dell’amministrazione giudiziaria in un’impresa commerciale da affidare ai privati, con il fine dichiarato di ridurre l’impatto delle spese.
In Inghilterra i magistrati si chiedono: che ne sarà della nostra indipendenza?
In Italia la Magistratura preme per la demolizione degli uffici giudiziari!”