A tarda notte, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto sulla Spending review. Sul fronte delle razionalizzazioni si parte subito con la soppressione dell’Isvap e della commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) che verranno accorpate in un nuovo e univo istituto: l’Irvap, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale che funzionerà in stretta collaborazione con le strutture della Banca d’Italia.
(Sulle problematiche legate a questa soppressione vedi speciale)
Per quanto riguarda il testo approvato dal Consiglio dei ministri, tra gli obiettivi dichiarati si parla di razionalizzazione dell’apparato statale, di miglioramento della qualità e dell’efficienza della pubblica amministrazione e di eliminazione degli eccessi di spesa; tutte misure che permetteranno, secondo il comunicato di Palazzo Chigi, di evitare l’aumento dell’Iva di due punti percentuali ma, aggiunge il testo “per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013”. Il che significa che il governo che arriverà dopo le elezioni del prossimo anno, in sostanza, potrebbe riprendere in considerazione l’aumento.
Per quanto riguarda i tagli alla pubblica amministrazione, il Governo si è basato sull’analisi svolta dal commissario straordinario Enrico Bondi, che ha individuato indicatori di valore mediano di spesa (o benchmark di riferimento) ciascuno dei quali ha tenuto conto delle caratteristiche di ogni amministrazione. “Per calcolare la mediana – dice il comunicato – sono state prese in considerazione 72 merceologiche” come le spese di cancelleria, carburanti, consumo di energia elettrica, spese di pulizia, postali, buoni pasto, spese per la pubblicità e quelle per la somministrazione di pasti nelle scuole e ospedali, facendo un raffronto tra amministrazioni in rapporto al numero dei dipendenti e alla popolazione residente.
Il commissario ha preso in considerazione anche i 135.000 messaggi dei cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica segnalando sprechi ed inefficienze: il Governo sostiene che le iniziative più segnalate siano quelle sulla riduzione dei tempi e dei punti di illuminazione negli edifici pubblici, l’esternalizzazione del trasporto pubblico locale, la riduzione del parco auto ricorrendo a soluzioni di car sharing e car pooling.
Ecco allora la prima misura contenuta dal decreto: riduzione per l’acquisto di beni e servizi e trasparenza delle procedure; tutto dovrà passare attraverso Consip, la centrale acquisti dello Stato.
Osservazioni:
Chi controllerà che gli acquisti fatti siano veramente necessari all’amministrazione? Chi andrà a verificare l’effettivo funzionamento dell’acquisto e la sua utilità anche ai fini del miglioramento della qualità media di vita dei cittadini?
Arriva poi la riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni per recuperare efficienza della macchina burocratica puntando all’ottimizzazione delle risorse umane per i casi virtuosi. L’intento è quello di obbligare alla razionalizzazione degli assetti strutturali
Dovranno essere tagliati il 20 % dei posti di livello generale e il 10 % del personale non dirigenziale. Anche le forze armate dovranno ridurre gli organici del 10 %.
La riduzione delle spese in materia di pubblico impiego
La spesa per il parco auto dovrà essere ridotta del 50% attraverso l’uso di autovetture a noleggio e all’acquisto di buoni taxi, con alcune eccezioni per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Stop agli incarichi di studio e consulenza a soggetti già appartenenti ai ruoli dell’amministrazione e collocati in quiescenza che abbiano svolto nel corso dell’ultimo anno di servizio funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dell’incarico di studio o consulenza.
Osservazioni:
Una prassi molto frequente quella delle consulenze di ex dipendenti pubblici in società che lavorano per le stesse pubbliche amministrazioni. Il problema è che porre solo l’ultimo anno di servizio per l’incompatibilità, potrebbe semplicemente far slittare di qualche mese una pratica proco trasparente come questa.
Razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzione dei costi per le locazioni passive
Fino al 2014 non verrà aggiornato l’indice Istat dei canoni per le amministrazioni pubbliche, enti territoriali potranno dare immobili in uso gratuito allo Stato a condizioni di reciprocità, le locazioni passive potranno essere rinegoziate per abbattere del 15 % i canoni, mentre negli edifici di nuova costruzione si ridurranno gli spazi ad uso ufficio a disposizione delle amministrazioni statali.
Verrà fatta una ricognizione degli immobili di proprietà degli enti pubblici non territoriali per verificare la possibilità di utilizzarli in locazione passiva dalle Amministrazioni dello Stato e verrà accelerata la procedura di vendita degli alloggi di servizio di proprietà del Ministero della difesa.
Società pubbliche in house
I consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica dovranno essere composti al massimo da tre membri di cui due dipendenti dell’amministrazione o di società controllate (per le società a partecipazione indiretta). Possibile la nomina di un amministratore unico. Dovranno scomparire le società controllate che nel 2011 abbiano avuto un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. Dal 1° gennaio 2014 l’affidamento diretto potrà avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa per la gestione in house (sotto i 200 mila euro annui).
Riduzione spesa ministeri
Oltre alla riduzione dell’Isvap e della Covip, viene soppresso l’Ente nazionale per il Microcredito, dell’Associazione Luzzatti e della Fondazione Valore Italia: le attività di entrambe verranno assorbite dal ministero dello Sviluppo economico.
Verrà soppressa anche la società Arcus spa le cui attività passeranno al ministero dei Beni culturali.
Verrà ridotta la spesa degli enti territoriali: Le Regioni avranno 700 milioni di euro in meno per il 2012 e 1.000 milioni di euro in meno per il 2013 (escluso il Servizio sanitario nazionale).
I Comuni registreranno un meno 500 milioni per il 2012 e 2.000 milioni di euro per il 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni per il 2012 e 1.000 milioni per il 2013.
Limiti per gli enti territoriali di procedere ad assunzioni e divieto per le Province di assumere a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda la riduzione delle Province, i criteri seguiti saranno due: dimensione territoriale e popolazione che saranno stabiliti entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto dal Consiglio dei ministri. Il piano degli accorpamenti sarà completato entro la fine dell’anno.
Alle Province rimarranno le competenze in materia di Ambiente (discariche), trasporti e viabilità, mentre tutte le altre competenze verranno devolute ai Comuni.
Entro il 1° gennaio 2014 saranno istituite le 10 Città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria e verranno soppresse le relative Province.
Per quanto riguarda le scuole, sarà istituito un servizio di tesoreria unica; 30 milioni saranno messi a disposizione per le spese di funzionamento e altri 30 andranno a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
Sarà ridotto il personale del Miur comandato presso il MAE e il personale presso le scuole italiane all’estero.
Il personale inidoneo all’insegnamento sarà impiegato in attività amministrative presso le stesse scuole, nell’ambito regionale.
Per quanto riguarda il capitolo doloroso della Sanità, il provvedimento prevede una rivisitazione degli importi e delle prestazioni previsti nei contratti di fornitura: nel caso di uno scostamento maggiore del 20% rispetto ai prezzi in vigore, la struttura pubblica potrà recedere i contratto e rinegoziare.
Capitolo a parte, poi per la spesa farmaceutica: nel caso di sfondamento del tetto della farmaceutica territoriale, viene confermato il meccanismo di ripiano totalmente a carico della filiera farmaceutica, mentre per lo sfondamento di quella ospedaliera che fino ad oggi era a carico delle Regioni, viene introdotto un meccanismo di ripiano che ricadrà per un 50% sulle aziende farmaceutiche.
Niente cancellazione di strutture con meno di 120 posti letto e niente cancellazione delle prestazioni sanitarie a soggetti privati accreditati; in quest’ultimo caso sarà ridotto il budget assegnato alle singole strutture dell’1% per il 2012 e del 2% per il 2013 (rispetto ai dati del 2011).
Comunicato stampa Spending Review