Il tenore Ian Bostridge affronta per la prima volta su cd alcuni dei più bei cicli vocali composti da Britten per Peter Pears. Veri capolavori come i Seven Sonnets of Michelangelo Op. 22 (1940) dove si ammirano la varietà di accenti espressivi, la scrittura rapsodica della parte pianistica, l’impeto giovanile dell’espressione musicale, l’originale commistione di eloquio italiano e spirito schumanniano. Winter Words op.52 (1953) sembra invece anticipare il mondo sinistro dell’opera The Turn of the Screw, stimolato dallo humour nero delle otto, stravaganti poesie di Thomas Hardy.
I sei Songs From the Chinese op.58 (1957), ricavati da aforismi cinesi tradotti da Arthur Waley, appaiono come dei virtuosistici scioglilingua, accompagnati dalla chitarra di Xuefei Yang Yang che si muove in perfetta simbiosi con la voce. Nei Six Hölderlin Fragments op.61 (1958) sono caratterizzati da una scrittura tersa e concisa, che corrisponde a una visione idealizzata del mondo antico, mentre i quattro songs del ciclo Who are These Children? Op.84, l’ultimo scritto da Britten (nel 1969), su versi del poeta socialista e pacifista William Soutar, sono dominati da effetti atmosferici e originali distorsioni sonore. Tutt’altro che piena e rotonda, la voce di Bostridge incanta proprio per il suo timbro scarno, esile, capace tuttavia di scavare nelle profondità espressive del suono e della parola: il suo è un eloquio intenso, ma emaciato, quasi espressionistico, capace di essere anche dolente, lirico e sensuale. Al contrario, le linee pianistiche disegnate da Antonio Pappano appaiono sontuose, lussureggianti, come ondate di suono, piene di colori e di sfumature, che sembrano echeggiare i caratteri drammatici delle Britten operista.
Songs
di Benjamin Britten
tenore Ian Bostridge
pianoforte Antonio Pappano
Cd EMI 33430
Concerto per violoncello n.1 op.107, Sonata per violoncello e pianoforte op.40
di Dmitrij Šostakovič
Violoncello Emmanuelle Bertrand, pianoforte Pascal Amoyel
BBC National Orchestra of Wales, diretta da Pascal Rophé
Cd Harmonia Mundi HMC 902142
Allieva di Jean Deplace e Philippe Muller, la violoncellista francese Emmanuelle Bertrand è stata notata giovanissima da Henri Dutilleux. Nel 2000 ha tenuto a battesimo la Chanson pour Pierre Boulez di Luciano Berio, poi ha vinto prestigiosi premi (Cannes Classical Award, Diapason d’Or of the Year, 10 de Répertoire-Classica, Choc de Classica, and ffff de Télérama) e si è imposta tra le star del concertismo mondiale. Una delizia questa sua interpretazione del primo Concerto per violoncello di Šostakovič (scritto nel 1959 per Mstislav Rostropovic), per la pienezza del suono, la tecnica perfetta, la morbidezza del fraseggio, la grande espressività impressa al secondo movimento (Moderato), lo slancio danzante nel finale (Allegro con moto). Forse poco graffiante. Intensa, vivida, trascinante la direzione di Pascal Rophé, che evidenzia invece il gusto caustico di questa partitura, staccando anche tempi moto agili nei movimenti estremi, che ne accentuano il carattere nervoso e scattante. Completano il cd due lavori per violoncello e pianoforte scritti a 25 anni di distanza uno dall’altro (la Bertrand è qui accompagnata dal pianista Pascal Amoyel): la graffiante la Sonata op.40, composta nel 1934, piena di caratteri contrastanti, ben evidenziati dalla Bertrand; e Moderato del 1959, una breve pagina che sembra riflettere il cupo stato d’animo del compositore in quel periodo.
Phoenix Mass
di Anthony Payne
Emsembles: The Nash Ensemble, diretto da Lionel Friend; Jane’s Minstrels; BBC Singers e Philip Jones Brass Ensemble, diretti da John Poole.
Pianoforte Susan Bradshaw, soprano Jane Manning.
Cd NMC NMCD159
Compositore nato nel 1936 a Londra, formatosi al Dulwich College e alla Durham University, Antohony Payne è stato anche musicologo e critico musicale. È celebre per aver completato alcune partiture di Edward Elgar, come la Terza Sinfonia, lasciata incompiuta alla sua morte nel 1934 (Payne vi lavorò a partire dal 1993, e la versione completata fu eseguita nel 1998), e una marcia da Pomp and Circumstance, di restavano solo alcuni abbozzi. Payne ha composto molta musica vocale, e molti lavori scritti per la moglie, il celebre soprano Jane Manning. Ha ricevuto molte commissioni dai Proms di Londra, dove sono stati eseguiti lavori come The Spirit’s Harvest (1985), Time’s Arrow (1990), Visions and Journeys (2002). Il suo linguaggio musicale appare come un tentativo di gettare un ponte tra i compositori inglesi del primo Novecento (Ralph Vaughan Williams, Frederick Delius, Edward Elgar, Frank Bridge) e l’avanguardia musicale del secondo dopoguerra. Ne è un esempio la Phoenix Mass, scritta nel 1965, nata originariamente per un’esecuzione scolastica, poi trasformata in una partitura tecnicamente impegnativa, dalla scrittura densa e drammatica, che ha anche rappresentato una svolta nella carriera creativa del compositore. Questo cd raccoglie vecchie registrazioni, introvabili, di un lp del 1977: oltre alla Phoenix Mass, con i BBC Singers e il Philip Jones Brass Ensemble, diretti da John Poole, si possono ascoltare The World’s Winter, lavoro per soprano e ensemble, scritto nel 1976 su due poesie di Alfred Tennyson, magnificamente interpretato da Jane Manning; e l’avanguardistico Paean (1971) per pianoforte, eseguito dalla pianista Susan Bradshaw, allieva di Boulez. Assai più recente, del 2010, l’incisione del Trio con corno (2006), pezzo ricco di intrecci contrappuntistici (simbolo dell’armonia coniugale) e pieno di rimandi a modelli brahmsiani e a Ligeti.