Uscire dallo schema imperante del momento. Smettere di concentrarsi solo sui Social Network. Prima o poi la gente si stuferà di questi strumenti. Pensieri in assoluta controtendenza rispetto all’attuale opinione comune (che vede nei social media il futuro), pensieri che fanno notizia, se espressi da persone come Blaine Cook, ex sviluppatore in Twitter, colosso sociale della comunicazione veloce.
Negli ultimi tempi le attenzioni sono tutte per i Social Network, ritenuti fondamentali, assolutizzati; un fenomeno che interessa sia gli utenti sia gli investitori, catalizzando sforzi e denaro su questi strumenti, spesso più per moda, che per reale necessità.
Lo sviluppatore canadese – in un’intervista per Wired Italia – ha messo in guardia contro il pericolo di monopolio e paralisi dell’innovazione che porta con sé una situazione di questo tipo.
I Social Media hanno indubbiamente rivoluzionato il nostro modo di approcciarci alla realtà, di comunicare e di
accedere alle notizie; le potenzialità inespresse sono ancora molte, proprio per questo meritano la giusta attenzione e possono essere ottimi canali d’investimento, ma è giusto generalizzare in questo modo? Davvero è così fondamentale, per chiunque voglia farsi pubblicità, passare per i Social Network prima che per altri canali? Assolutamente no.
Le strategie di promozione unilaterali sono sempre state grandi errori, soprattutto sul lungo periodo. Così come oggi il futuro del mercato sembra in mano ad apps e social, fra pochi anni qualcosa di sensazionalmente nuovo li soppianterà. Se in passato ci si fosse affidati ai soli blogs, smettendo di usare anche i normali siti istituzionali, l’errore sarebbe stato enorme.
I Social Network non possono essere la stella polare della comunicazione, bensì strumenti integrati in una strategia più ampia, che comprenda sia altri canali digitali che non: in alcuni casi il classico passaparola, la pubblicità cartacea e gli eventi promozionali sono ad esempio i più indicati; in altri le attività classiche possono affiancare quelle digitali, o viceversa.
Affidare la gestione dei commenti del proprio sito/blog a Facebook, o trascurare altri strumenti di minor tendenza per pubblicizzare il brand aziendale nelle reti sociali, può rivelarsi un enorme spreco di tempo, o addirittura un rischio.
Le ricerche sono tra l’altro fortemente discordanti fra loro, proprio in virtù di questa enorme dipendenza settoriale e locale. Forrester ritiene ad esempio che i motori di ricerca siano ancora i migliori veicoli di traffico per gli shop online, e che i social motivino gli acquisti in modo veramente marginale, al contrario di ciò che molti esperti del settore dicono da tempo, incoraggiando l’integrazione sociale anche per gli eCommerce.
Gli studi di eMarketer si concludono con il più lungimirante suggerimento di inserire i social in un piano di marketing completo, un concetto probabilmente ovvio, ma che in questo periodo sembra bene ribadire.
Un monopolio dei Social Network, strutturati per lo meno come sono adesso, sarebbe nocivo alla reale qualità dell’informazione sul web; la suddivisione dei contatti in gruppi e liste non si dimostra ancora un buon filtro per raggiungere i soli contenuti di qualità, restano così fondamentali i motori di ricerca e i portali tematici, capaci di organizzare e raccogliere in modo coerente i contenuti più interessanti.
Tenersi aggiornati, non seguire le tendenze generali e sfruttare il web veramente al 100%, tenendo le porte aperte all’innovazione, che arriva sempre in sordina: solo così potremo continuare ad avere un’informazione completa e di qualità, sfruttando la totale libertà di parola propria di internet.