A meno di un mese dalla conferenza internazionale di pace sulla Siria denominata “Ginevra 2”, prevista per il 22 gennaio, il regime siriano celebra la sua vittoria sul campo, dovuta più alle divisioni dei ribelli che alla sua forza militare, e mentre riconquista l’area strategica lungo il confine con il Libano e la città di Aleppo, seconda città del paese, si riorganizza anche a livello economico pagando il dazio dovuto al suo alleato più forte e fedele: la Russia.
Nonostante l’embargo che ancora vige sulla Siria, le autorità di Damasco hanno firmato il 24 dicembre con quelle russe un importante contratto per l’avvio di prospezioni nelle acque territoriali siriane alla ricerca di giacimenti di gas e petrolio. La compagnia a partecipazione statale russa Soyuz Neftegas ha siglato un accordo di 25 anni finanziato dalla Russia, sostenitrice di Bashar al Assad. Il ministro del Petrolio Suleuiman Al Abbas ha annunciato che la “Soyuz Neftegas comincerà a lavorare appena dopo la firma del contratto. La compagnia non seguirà le inique sanzioni economiche imposte sul settore petrolifero e sull’economia siriana ingenerale”. A causa del conflitto e delle sanzioni internazionali, la Siria ha visto precipitare del 90% la propria produzione petrolifera dal marzo 2011.
Le riserve del Paese sono considerate tra le più importanti del Mediteraneo. Secondo quanto riferisce l’emittente televisiva libanese “al Maiadin”, si ritiene che in quell’area ci siano tra i più importanti giacimenti del Mediterraneo. Il petrolio rappresenta un salvagente per la disastrata economia siriana e quello offshore dovrebbe compensare la perdita di gran parte dei maggiori pozzi petroliferi a terra, localizzati soprattutto nel nord-est della Siria, che sono attualmente nelle aree occupate dai ribelli dell’opposizione siriana e dalle milizie integraliste.
In questa fase, Il contratto prevede degli indagini iniziali nella zona e preparazione di studi per individuare i siti di perforazione potenziali, del costo di oltre 15 milioni di dollari. La seconda fase riguarderà la perforazione di almeno un pozzo di prova e costerà oltre 75 milioni di dollari, e se le operazioni avranno successo, l’azienda eseguirà con ulteriori trivellazioni, sviluppo e produzione. Il contratto comprende anche vantaggi, quali la formazione del personale presso l’Istituto generale siriano del Petrolio per creare una forza lavorativa siriana qualificata. Soyuz Neftegaz sarà responsabile per finanziare tutte le fasi del contratto, e inizierà ad operare immediatamente dopo la ratifica del contratto e la pubblicazione.
Il gruppo russo Soyouz NefteGaz ha infatti annunciato che investirà 90 milioni di dollari nella prospezione e trivellazione del blocco 2 al largo delle coste siriane. La portavoce della multinazionale petrolifera russa, Manal Zeiti, ha detto a Ria Novosti che “Soyuz NefteGaz dovrebbe investire 15 milioni di dollari nel progetto. In seguito, il gruppo russo investirà 75 milioni nella trivellazione di un pozzo pilota”. Il blocco 2 della piattaforma continentale siriana si estende tra le città costiere di Tarus e Baniyas su una superficie marina di 2.190 km2. Il contratto è della durata di 25 anni ed è finanziato da Mosca. Sottoscritto dai ministeri del Petrolio dei due paesi, rientra nell’ambito della forte concorrenza esistente tra Siria, Libano, Israele e Cipro nella regione per lo sfruttamento delle risorse minerarie off-shore. La zona interessata è di 2.190 chilometri quadrati e prevede un investimento di 100 milioni di dollari.
Non si è fatta attendere la reazione della Coalizione nazionale dell’opposizione siriana che ha protestato con forza per l’accordo firmato tra Damasco e Mosca per le prospezioni di petrolio e gas da effettuare al largo delle coste siriane. Secondo l’opposizione siriana “si tratta di un accordo da condannare perché non è altro che uno scambio tra le armi russe e le risorse energetiche siriane”. Si legge in una nota che “la Coalizione nazionale condanna l’accordo firmato dal regime di Bashar al Assad per le prospezioni petrolifere con le società russe finalizzato solo all’acquisto di armi da Mosca per uccidere il popolo siriano”.
Si legge nella nota che “il contratto firmato dalla compagnia petrolifera russa è uno dei più importanti contratti mai firmati con la Siria in campo energetico ed è stato sottoscritto con un regime che sta ancora combattendo e che continua ad uccidere. E’ chiaro che il governo russo è dietro questo accordo che consentirà al regime siriano di ottenere nuovi rifornimenti di armi”. Mercoledì scorso è stato infatti firmato presso la sede del ministero del Petrolio di Damasco il primo contratto che consente a una compagnia petrolifera russa di avviare prospezioni al largo delle coste siriane alla ricerca di gas e petrolio.