Quella della sicurezza sul lavoro è una tematica che, negli ultimi anni, ha fortunatamente ottenuto sempre più spazio nel dibattito quotidiano, fino ad ottenere una considerazione tale da permettere di aumentare la consapevolezza nella società non solo dei rischi che si possono correre nello svolgimento delle proprie mansioni, ma anche della necessità di una formazione adeguata.
L’importanza della formazione nel campo della sicurezza sul lavoro è supportata anche dalla legislazione italiana.
L’articolo 37 D.Lgs. del n. 81/2008 in breve stabilisce che il datore di lavoro si debba impegnare nella formazione dei propri dipendenti sui rischi, i danni, le prevenzioni e le protezioni derivanti dallo svolgimento dell’attività professionale.
I dipendenti devono avere sempre chiari i possibili rischi correlati alle proprie mansioni e anche avere modo di proteggersi e di intervenire correttamente in caso di incidenti e infortuni.
In genere la prima formazione del dipendente avviene dopo la sottoscrizione del contratto, nei casi in cui il lavoratore cambi di mansione o se nel settore vengono introdotti macchinari, tecnologie o sostanze di nuovo tipo.
È sempre previsto dalla normativa vigente che la formazione dei dipendenti avvenga periodicamente, con costanti aggiornamenti.
Oltre ad essere un obbligo stabilito dalla legge nazionale, la sicurezza sul posto di lavoro è un requisito fondamentale per il benessere dei dipendenti. Lavorare in un ambiente sicuro, in cui si prevengono i rischi e si controllano periodicamente i possibili pericoli in azienda, è una tutela fondamentale per i lavoratori, ma anche per i titolari d’azienda.
Una corretta formazione e un aggiornamento periodico consentono una migliore tutela della vita e della qualità del lavoro del dipendente, ma va anche considerato che essere in linea con le richieste di sicurezza sul lavoro va anche a favore dell’imprenditore.
Eventuali incidenti o infortuni ricadono pesantemente sull’azienda, cercare di evitarli è fondamentale sia per chi ci lavora che per chi gestisce l’impresa.
In ambito aziendale, sono molti i corsi che possono essere seguiti per migliorare conoscenze e competenze dei lavoratori: primo soccorso e antincendio sono i più citati, ma non mancano percorsi formativi dedicati, per esempio, all’organizzazione del lavoro, alla gestione di appalti e cantieri, al lavoro a turni e notturno oppure alla preparazione di figure specifiche, come Rspp e Aspp, RLS e datori di lavoro.
Ogni percorso permette di ottenere specifiche conoscenze, spesso calibrate in base al settore di appartenenza: ogni azienda, ogni singolo lavoratore può trovare il corso che meglio risponde alle sue esigenze.
La formazione di base, però, non è sempre sufficiente: è necessario, infatti, affiancare ai corsi per la sicurezza sul lavoro anche aggiornamenti periodici.
Perfezionare costantemente la propria preparazione significa, infatti, migliorare la propria esperienza lavorativa, apprendendo le strategie, le manovre e le tecniche che possono rivelarsi fondamentali non solo per proteggere la propria salute, ma anche, e soprattutto, per prevenire rischi e pericoli a danno dei colleghi: bastano poche lezioni per apprendere come affrontare un’emergenza medica, come azionare un idrante, come movimentare correttamente carichi pesanti, come organizzare gli spazi e anche come affrontare lo stress, sempre più citato fra le principali cause di patologie fra i lavoratori.
Se queste motivazioni già così importanti non bastassero, è bene ricordare che questi percorsi formativi possono rappresentare anche un’ottima risorsa per i lavoratori disoccupati in cerca di lavoro: l’aver frequentato un corso – e l’aver superato il relativo test di verifica finale – può, infatti, essere incluso nel proprio curriculum!
Non bisogna poi dimenticare che la sicurezza in ambito professionale è tutelata anche dalla Costituzione Italiana.
Sono gli articoli 2, 32, 35 e 41 della nostra Carta a sostenere che il lavoratore debba essere salvaguardato dal punto di visita psico-fisico e sociale. È un principio assoluto che non ammette condizionamenti come ineluttabilità, fatalità, situazione economica o convenienza produttiva.
L’attività professionale non può essere in contrasto con l’utilità sociale e non può arrecare danni alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
La sicurezza sul lavoro è dunque molto più di una prescrizione normativa, ma esprime la tutela dell’essere umano nello svolgimento di uno dei suoi diritti fondamentali, ovvero il lavoro.