In materia di tutela penale dell’ ambiente ”assistiamo alla presenza di sanzioni eccessive per violazioni formali e sanzioni troppo basse per violazioni sostanziali”. Questo – ha osservato il ministro della Giustizia, Paola Severino, in un’audizione alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti – è dovuto ”alla straficazione della normativa”, che non ha avuto ”una continuità di produzione”, ma è frutto di ”una serie di interventi flash, difficili da coordinare tra loro”.
Ascoltata dalla Commissione, presieduta dal senatore Gaetano Pecorella, Severino ha sottolineato la necessità di ”armonizzare” la normativa, ma ”senza gonfiare il codice penale, rendendolo estesissimo”: ”E’ stata sollevata – ha detto il ministro – l’esigenza di inserire la materia ambientale nel codice, ma la questione non è tanto inserirvi le fattispecie della legislazione speciale”, come appunto quella in materia ambientale, quanto fare ”un riordino normativo e armonizzare fattispecie e pene”. Severino ha detto anche che il governo fornirà delle indicazioni, ma dubita che potrà intraprendere, vista l’esiguità della sua durata, l’opportuno lavoro.
Severino ha posto anche l’accento sulla necessità di rafforzare gli ”interventi in materia a livello trasnazionale, perché il traffico dei rifiuti non si ferma alla frontiera”.
Infine, rispondendo a Pecorella che aveva sottolineato ”lo scollamento tra singole procure a antimafia” cui sono delegate le fattispecie di reato in ragione della gravità, il Guardasigilli ha raccomandato l’opportunità di ”un raccordo tra Procura e Direzione distrettuale antimafia”: una via intermedia tra ”lo scollamento” e ”l’appesantire eccessivamente la Dda con tutto il grappolo delle contravvenzioni” da perseguire attraverso un più ”elastico” scambio di informazioni e competenze.
I ministeri della Giustizia e dell’Ambiente, inoltre, ha aggiunto la Guardasigilli Severino, lavoreranno insieme sulle questioni ambientali per garantire interventi interdisciplinari sia per quanto riguarda la tutela e la
prevenzione sia, in tema di diritto, la repressione dei reati.
Tra i due dicasteri, ha spiegato il ministro, sarà creato un tavolo che garantirà una ”interazione snella” per affrontare il riordino della materia.
”So – ha precisato il ministro – che il tema del tavolo serve spesso a creare mega-strutture che prendono molto tempo e non producono risultati, ma vorremmo che l’interazione fosse assolutamente snella e funzionale”.