Berlusconi da Santoro, Berlusconi nel covo di Santoro, Berlusconi VS Santoro: erano questi i toni che accompagnavano la presenza dell’ex primo ministro dal capello tatuato nel programma del giornalista dal capello carta di zucchero.
Berlusconi ospite nel programma di Michele Santoro in onda su “La7”, la rete che ha adottato il giornalista dopo che ha finito il suo rapporto professionale con la RAI (un divorzio consensuale costato caro al cavallo di viale Mazzini). Dovevamo capirlo subito che non avremmo visto null’altro che un meraviglioso, a volte noioso ma a tratti esilarante spettacolo. Niente di più che una “messa in scena”.
Del resto gli attori in campo sono troppo consumati dal loro essere personaggi per giunta con il ruolo di primadonna che non potevamo certo aspettarci un confronto tra un politico e un giornalista. E infatti è stato un gioco delle parti fin troppo scontato che ha avuto però come interessante contraltare una partecipazione “social” elevatissima. Ieri sera Facebook ha smesso di produrre il suo solito flusso di post fatto di citazioni letterarie o di film, di canzoni che segnano l’attimo, di appelli strazianti per salvare animali o cuccioli pacioccosi e batuffolosi, per non parlare delle foto interminabili di figli piccoli orgoglio di genitori giustamente invasati dall’amore e si è tinto dei colori accesi dello scontro. E non oso immaginare cosa possa essere accaduto su “twitter”. Una telecronaca degna di una partita di calcio.
“Ma che sta a dì” “c’ha i capelli asfaltati” “Santoro daje forte” “Lavora di notte lui” erano le punteggiature della serata di ieri, sempre meglio delle risposte alla nuova trovata di Facebook che ti chiede con insopportabile indiscrezione di condividere il tuo stato suggerendoti minchiate del tipo “Come è stata la tua giornata?” oppure “Ciao…. come va?”.
Alle 21.10 si aprono le danze sulle note di “Granada” poi segue un balletto a dir poco noioso tra i due che, tra sorrisi più o meno tirati, si punzecchiavano ma senza esagerare. Sia l’uno che l’altro evidentemente aspettavano le 22.30, il culmine della prima serata per raggiungere l’unico vero, grande obiettivo: quel numerino magico, possibilmente a doppia cifra che misura in percentuale la portata del tuo ego televisivo. Lo share.
Intanto il pubblico social reclamava il sangue e quindi Lancillotto Travaglio, l’unico in grado con la sua faccia spigolosa, la vocina sottile e il suo modo pacato di sciorinare dati come fosse una cartucciera di supposte di far girare le palle pure a Padre Pio. E in effetti qualche effetto lo sortisce. Berlusconi si tira sempre più e si trasforma nel cantante coreano Psy mentre canta il Gangnam style da settantenne. Ma al primo round tiene bene. Intanto in rete ci si chiede quante gocce di tranquillante abbia preso Mr. ”mi consenta” che a parte il solito repertorio di frasi ad effetto (quale e su chi va affrontato a parte) del tipo “ne so più di tutti” e “nel 2009 avevo ragione io, la crisi economica mondiale non c’era” dando ad intendere che siamo in crisi solo da pochi mesi, quelli nei quali si è insediato il suo nuovo odiato nemico, Monti. Ma ieri Berlusconi era in forma, concentratissimo sui suoi antichi ma sempre in auge cavalli di battaglia. Si è quasi sentito il boato tra la rete e gli apparecchi sintonizzati quando ha detto la parolina magica… “Comunisti”. Ci sono ancora un miliardo di persone sotto il comunismo… come fossero prigionieri… peccato che alludesse ai cinesi, il popolo che ha comperato quote di debito a mezzo mondo, Stati Uniti in testa.
Perdonatemi questa è realtà e si stava discettando di uno spettacolo teatrale. Grande interpretazione si è avuta quando Santoro manda in onda il video con la Merkel indispettita per il comportamento poco galante e rispettoso nei suoi confronti di un Berlusconi che scende dall’auto in occasione di un incontro internazionale e invece di andarle incontro e salutarla continua una precedente conversazione al cellulare. Qui si ha la percezione di come la realtà sia qualcosa di assolutamente relativo. Per Santoro la testimonianza video di un personaggio sopra le righe nell’atto di compiere una colossale figura di merda. Ma è quando viene messo all’angolo che Berlusconi da il meglio di se. Silvio è un creatore di mondi paralleli, questo non possiamo dimenticarlo e infatti da affabulatore quale è ci illustra un universo nel quale, attraverso quella telefonata aveva salvato il mondo garantendo l’elezione di “Rasmussen” grazie al voto di “Erdoan” e non importa se si è mangiato i nomi e abbia spiegato a spizzichi e bocconi i ruoli dell’uno o dell’altro. Quello che emergeva per l’ennesima volta era che aveva salvato la situazione, che il suo era stato un provvidenziale intervento. Del resto ieri ha ribadito più volte la necessità di un sistema libero da lacci e lacciuoli con un leader che possa avere libertà di movimento per il bene del paese. Mancava solo il balcone, poi era scena già vista. In rete intanto gli aficionados uscivano dal torpore e dal silenzio di questi ultimi mesi per esprimere sempre meno timidamente affetto e vicinanza psicologica. Ma anche quelli che non sono a lui vicini avevano comunque parole, non dico di stima ma di sicuro non al veleno: “E’ un grande comunicatore, però” oppure “Come le dice lui le cose” “Non c’è che dire, un grande comico”.
All’inizio mi sono chiesto, anche un po’ incazzato, perché? Perché non lo schifano dal profondo per quel che è e per quello che ci ha fatto? Poi però mi son ricordato che questo buffo ometto ossessionato dalla figa è dal 1980 o giù di li che produce e diffonde contenuti “culturali” in questo paese: dalla “donna bionica” a “wonder woman” a “la ruota della fortuna” che ha visto tra i suoi concorrenti un giovane Matteo Renzi, salutato fino a un mese fa come l’unica vera innovazione di questo paese. E certo che riconosco una “familiarità” con quel tipo di linguaggio, è il linguaggio della tv e la tv, quella commerciale l’ha inventata, prodotta e importata lui (quanti ricordano le proteste per la mancata messa in onda delle puntate di Dallas a causa di un pretore, sicuramente comunista, che voleva applicare la legge che di fatto impediva a canale 5 di trasmettere simultaneamente in tutta l’Italia non possedendo le licenze?). Rasserenato dal fatto che da oggi saprò di nuovo chi lo voterà, perché da oggi, sento già gli usignoli, si sentiranno i canti e i cori della rinascita Andalù vi saluta e si porta via il presunto match tra Santoro e Berlusconi senza neanche descriverlo tutto. Di sicuro il giornalista salernitano potrà fregiarsi del merito di aver ricompattato le fila di chi credeva in Lui ma in un momento di debolezza si era “egreggiamente” appecorato ad un ala più moderata, quella montiana. Ma “Cribbio” siamo italiani mica professori.