Inaugurata oggi dal ministro della Giustizia, Paola Severino, la sede della Scuola Superiore della Magistratura di Firenze. «La Scuola Superiore della Magistratura sia il fiore all’occhiello per l’Italia» ha detto il Guardasigilli che ha ricevuto oggi le chiavi della struttura dove il prossimo 15 ottobre inizieranno i primi corsi.
Villa Castel Pulci in precedenza della Provincia di Firenze e adesso di proprietà del Demanio, è stata concessa in uso governativo al Ministero della Giustizia per l’avvio della prima sede della Scuola; restaurata in due lotti di lavori per un investimento complessivo di circa 17 milioni di euro, finanziati per metà dalla Provincia di Firenze e per la parte restante dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Toscana con fondi europei, dal prossimo 15 ottobre sarà sede della Scuola superiore della Magistratura, grazie ad un accordo sottoscritto tra Ministero della Giustizia, Scuola superiore della Magistratura, Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Scandicci.
Oltre al ministro Severino erano presenti alla cerimonia il presidente della Scuola, Valerio Onida (presidente emerito della Corte costituzionale), rappresentanti del Csm e delle istituzioni locali.
Istituita con DLgs 26/2006, la Scuola è stata introdotta dalla riforma dell’Ordinamento giudiziario approvata durante la legislatura 2001-2006 (Governo Berlusconi, Roberto Castelli Guardasigilli) e si occuperà della formazione e dell’aggiornamento professionale dei magistrati ordinari, di organizzazione di seminari di aggiornamento professionale, della formazione iniziale e permanente della magistratura onoraria, dei magistrati titolari di funzioni direttive e semidirettive negli uffici giudiziari, dell’organizzazione di corsi di formazione per i magistrati giudicanti e requirenti che aspirano ad incarichi direttivi di primo e secondo grado.
Si occuperà inoltre di pubblicazione di ricerche e di studi nelle materia ogetto di attività di formazione, collaborerà alle attività legate allo svolgimento del tirocinio dei magistrati ordinari nell’ambito delle direttive del Csm, sulla base di specifici accordi o convenzioni si occuperà dello svolgimento di seminari per operatori di giustizia o iscritti alle scuole di specializzazione forense.
«Nelle giornate di un ministro quelle belle sono molto poche, per questo e’ giusto sottolineare quelle belle. Oggi – ha continuato – è una giornata importante per la giustizia italiana, un traguardo atteso da anni per il sistema giudiziario».
«La sede di Castelpulci – aggiunge il Guardasigilli – è stata una scelta non facile. Alla soddisfazione di oggi si unisca un proficuo impegno per il miglior risultato possibile, sia economico che nei servizi. Questo complesso avrà moderne infrastrutture informatiche, così per consentire il dialogo tra i nuovi magistrati e l’intero sistema giudiziario italiano». Per il ministro «il ministero, il Csm e il Consiglio direttivo della Scuola hanno affrontato insieme le nuove linee formative per un nuovo modello del magistrato».
Lotta alla criminalità organizzata, l’organizzazione degli uffici, l’internazionalizzazione e l’informatizzazione sono alcuni dei filoni formativi sui quali si snoderanno i corsi, «per far sì – ha concluso il ministro – che vi sia una cultura sempre rinnovata».
A margine della cerimonia, il Guardasigilli Severino è intervenuta anche su argomenti di cronaca.
Lo Stato si costituirà parte civile nel procedimento sulla presunta trattativa con la mafia quando i tempi e i modi saranno maturi – ha detto il ministro rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle accuse del leader Idv Antonio Di Pietro a proposito di un ritardo del governo nell’atto di costituzione.
«Non si è trattato assolutamente – ha spiegato la Severino, ricordando la risposta data ieri alla mozione di Di Pietro – di una risposta in senso non dimostrativo di interesse e di attenzione per una indagine comunque importante come tutte le indagini che devono arrivare all’accertamento di verità. Dunque – ha continuato – un segnale di riconoscimento dell’importanza ma anche un riconoscimento di carattere tecnico: la costituzione parte civile ha i suoi riti, i suoi meccanismi, i suoi presupposti, che devono essere rispettati. Quindi non una chiusura ma un rinvio a quando, secondo il codice di procedura penale, i tempi e i modi saranno maturi per attuare questo importante atto da parte dell’Avvocatura dello Stato».
Una battuta è arrivata anche a proposito del Ddl anticorruzione in discussione al Senato: «le norme anticorruzione sono in discussione in questo momento in commissione Giustizia e Affari costituzionali al Senato, sono in corso importanti audizioni, dopodiché il discorso continuerà ad andare avanti e il segnale che arriva è un segnale di movimento verso l’Aula e credo che questi segnali vadano colti e apprezzati».