L’ascesa al potere dei Fratelli Musulmani in Egitto e l’avvicinarsi della caduta di Bashar al Assad in Siria hanno spinto i dirigenti del gruppo palestinese di Hamas ad ingaggiare una vera e proprio guerra per il potere in vista dell’elezione del nuovo capo dell’ufficio politico del movimento, prevista per la fine dell’anno. Col passare dei mesi è diventata infatti sempre più aspra la lotta tra i dirigenti di Hamas per la successione di Khaled Mashaal, capo dell’ufficio politico, che a fine anno vede scadere il suo mandato.
Da tempo circolano indiscrezioni sul motivo che lo avrebbe spinto a rinunciare ad un terzo mandato e sulla nascita di correnti e divisioni all’interno del gruppo islamico per la conquista della leadership. In realtà sembra che dietro questo conflitto ci siano le pressioni esercitate dal Qatar, paese sponsor dei Fratelli Musulmani, da un lato e quelle esercitate dalla leadership egiziana della fratellanza musulmana che domina ancora sulle sezioni del gruppo presenti negli altri paesi arabi.
Uno dei segnali di questa guerra interna ad Hamas che è saltata agli occhi dei palestinesi, ha riguardato in questi giorni la città di Gaza, controllata da un governo guidato proprio da questo gruppo. Ha provocato infatti malumori e proteste la decisione delle autorità della striscia di Gaza, di sostituire la foto del presidente egiziano Mohammed Morsi presente sul cartellone pubblicitario posto lungo la via principale della città, con un nuovo manifesto con su scritto “Grazie Qatar! Hai mantenuto la promessa”. Il manifesto, realizzato per ringraziare le autorità di Doha per gli interventi realizzati a Gaza in sostengo alla popolazione e al governo locale, è ben visibile lungo una delle principali arterie stradali della città. La grande foto di Morsi invece, ritratto mentre stringe la mano al premier locale Ismayl Haniye, campeggia ancora in piazza Palestina, la più grande di Gaza.
La sostituzione della foto di Morsi ritratto insieme ad Haniye potrebbe non essere casuale e non dipenderebbe solo dalla disponibilità di Doha a investire fondi nei territori palestinesi. Secondo il quotidiano arabo “al Sharq al Awsat“, la questione sarebbe legata proprio alla battaglia interna nella dirigenza di Hamas per la successione di Mashaal, capo dell’ufficio politico. Tra i candidati alla sua successione ci sono Musa Abu Marzuq, attuale numero due dell’ufficio politico, e lo stesso Haniye. Potrebbe quindi trattarsi di un’azione adottata dai rivali di Haniye che non hanno gradito la sua campagna elettorale non dichiarata attuata tramite i manifesti che lo ritraggono con Morsi. Inoltre, la decisione di Saleh al Ariyani, membro dell’ufficio politico di Hamas, di non candidarsi alla guida del gruppo rende Abu Marzuq e Haniye gli unici candidati. Le possibilità di quest’ultimo di vincere questa gara erano molto scarse fino a poco tempo fa, ma sono aumentate proprio grazie alla defezione di al Ariyani. Quest’ultimo era infatti appoggiato da Mashaal che, a questo punto, potrebbe decidere di sostenere Haniye, considerando i forti contrasti che ci sono stati negli ultimi anni tra l’attuale capo dell’ufficio politico e il suo vice.
Non si da’ per vinto però Abu Marzuq dopo che il Consiglio direttivo dei Fratelli musulmani egiziani ha proposto proprio lui come candidato ufficiale per la guida di Hamas. Lo ha rivelato la rivista egiziana “al Youm al Sabaa“, secondo cui l’accordo tra i vertici dell’ufficio politico dell’organizzazione palestinese e i dirigenti della Fratellanza musulmana sarebbe stato raggiunto due settimane fa, nel corso di una visita dello stesso Abu Marzuq nella sede del gruppo islamico al Cairo, in concomitanza con la riunione settimanale del direttorio del gruppo islamico internazionale. Secondo fonti interne ai Fratelli musulmani, la visita dell’attuale numero due di Hamas in Egitto aveva come obiettivo proprio quello di discutere delle elezioni del nuovo leader del gruppo. Attualmente Abu Marzuq risiede proprio in Egitto, dopo aver lasciato la Siria per la crisi in corso nel paese, mentre Mashaal ha preferito spostarsi in Qatar.
Non è un caso che il leader palestinese abbia scelto Doha come sua residenza se si considera che l’emiro del Qatar, Hamed Bin Khalifa Al Thani, sta facendo forti pressioni sui dirigenti dei Fratelli Musulmani affinché nel 2013 l’attuale capo dell’ufficio politico di Hamas possa diventare leader della fratellanza musulmana nel mondo, al posto dello sceicco Yusuf Qaradawi. A rivelarlo è il quotidiano “al Arab“, secondo il quale per questo motivo Mashaal ha annunciato da alcuni mesi di non volersi ricandidare per un terzo mandato alla guida di Hamas. La sua rinuncia non sarebbe dettata, come ha detto, da un’esigenza di riposo bensì dal fatto che mira ad un incarico ancora più importante. In virtù degli ottimi rapporti con il governo del Qatar, dove si trova anche Qaradawi, Mashaal sembrerebbe il candidato migliore a succedere all’anziano uomo religioso egiziano.
L’idea di proporre Mashaal sarebbe venuta all’emiro del Qatar dopo una profonda spaccatura sorta di recente per la successione a Qaradawi. Divergenze confermate da fonti del Consiglio mondiale degli ulema islamici, guidato proprio dallo sceicco egiziano, secondo la quale si sarebbero create due correnti contrapposte: la prima formata dal teologo saudita, Salman al Awda, e la seconda dal leader tunisino, Rashid Ghannouchi. Qaradawi dal canto suo preferirebbe scegliere il capo di Ennahda per la sua successione. Bisogna tenere conto poi dei malumori di altri ulema indipendenti di secondo piano i quali accusano gli attuali leader dei Fratelli musulmani di essere troppo arrendevoli nei confronti della politica degli Stati Uniti.