La maggior parte di quello che avviene e spesso anche di quello che si fa, viene considerato, spesso da chi non fa niente, ininfluente.
Ci dicono, ad esempio, che è inutile protestare, tanto non cambia niente, è inutile scioperare tanto si perdono solo soldi, oppure che alla fine lo sciopero dei servizi pubblici danneggia solo gli utenti e quindi non ha senso. Ma scusate se io guido un autobus e non mi pagano gli straordinari, ad esempio, e decido di scioperare, come faccio a non danneggiare l’utente? Me lo porto in braccio per l’intero percorso casa – lavoro? Ci si dimentica infatti che la creazione di un disagio dovrebbe provocare una ulteriore protesta da parte dei disagiati che a loro volta si fanno portatori della istanza di chi sciopera. La vita dovrebbe essere così. Invece cosa avviene? Che coloro che subiscono il disagio si incazzano con chi fa sciopero invocando, come minimo, il licenziamento in tronco e come massimo la pena di morte.
Ma veniamo all’indignazione che non c’è. L’evasione fiscale, enorme, in questo paese ha nome e cognome, diciamolo: liberi professionisti, artigiani, commercianti, industriali. Sono quelli che più si indignano per come vanno le cose. Loro si indignano contro la politica, contro lo stato che mette tasse, contro gli operai che vogliono mantenere lo Statuto dei lavoratori e che non vogliono vedersi dimezzare lo stipendio, in verità già sotto il limite di una dignitosa sopravvivenza. Contro costoro indigniamoci noi, specie i commessi che guadagnano più dei gioiellieri e dei farmacisti. Ma l’indignazione non finisce qui. Indigniamoci, ad esempio, contro i “cittadini” penta stellati, già il nome fa ridere, che con passo militaresco, sarebbe meglio dire squadrista, fanno l’assalto ai banchi del governo al grido, in verità fatto il giorno prima, Napolitano boia! Ma ne avevamo bisogno di questa gente? Questi fanno rimpiangere la prima Lega quella col cappio. Ma noi siamo bipartisan e allora ci indigniamo anche contro Fassina che in un programma televisivo incalza un tizio di Forza Italia sulla introduzione delle preferenze nella nuova legge elettorale costringendo il tizio, si chiama Toti, a rispondergli in estrema sintesi “ma che cazzo vuoi la legge l’ha proposta Renzi! Poi ci indigniamo con Renzi che ha fatto diventare Berlusconi un Padre della Patria, bel colpo! E alla fine ci indigniamo con noi stessi perché forse aveva ragione Aristotele: ogni popolo ha il governo che merita.