Posto tra la Val d’Elsa e la Val d’Era, a circa 50 chilometri da Siena, San Gimignano, Patrimonio dell’Unesco dal 1990, mostra con orgoglio le sue torri. In origine se ne contavano 72, oggi le torri sono 15 e sembrano “tenute strette in un mazzo” come scriveva Cesare Brandi.
Siamo arrivati a San Gimignano al tramonto. Camminiamo per i vicoli con la macchina fotografica in mano, nel silenzio interrotto dal rumore di passi su tacchi inadatti a queste strade. Il colore dominante del borgo tutto giocato sui toni del cotto e degli ocra è accentuato da un’illuminazione fioca, non urlata, che, insieme al complessivo disegno medievale del paese e alle sue torri sfacciate, contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, galleggiante in un tempo senza tempo. San Gimignano è bella anche così, passeggiando per i suoi vicoli ascoltando i suoni smorzati della notte.
La mattina il paese dalle belle torri appare diverso, perde un po’ del silenzioso fascino notturno per acquistare vitalità, si aprono i negozi di artigianato, soprattutto pellame, e le botteghe enogastronomiche.
Arriviamo a piazza Duomo e telefoniamo al critico d’arte Marcello Carriero, che conosce molto bene San Gimignano, pur non essendo di qui. Chiediamo indicazioni su cosa vedere: “La Collegiata dell’Annunziata, prima di tutto, davanti a voi. Chiesa romanica a tre navate su colonne e volte a vela. Nella navata destra, ai piedi del transetto potrete vedere la Cappella di Santa Fina del 1468 affrescata da Domenico Ghirlandaio con l’episodio in cui San Gregorio annuncia la morte a Santa Fina e le esequie della santa.
Ma soprattutto cercate le statue di Jacopo della Quercia, sono due sculture in legno policromo del 1421. Potrete vedere come il fiammeggiante tardo-gotico si trascina nel primo rinascimento conservando le sue sinuosità all’interno di una monumentalità già rinascimentale.
E poi c’è Benozzo Gozzoli, che ebbe per un periodo la sua bottega a San Gimignano. Alcuni dipinti su tavola sono nella Pinacoteca del Palazzo Comunale, ma ancora più suggestivo è il suo ciclo di affreschi del 1464 con episodi della vita di Sant’Agostino che si trova nell’abside della Chiesa di San’Agostino. Per arrivare alla chiesa bisogna percorrere via Cellolese, vicino Porta San Matteo.
Ma a parte le emergenze artistiche antiche, San Gimignano vanta una Galleria di arte contemporanea tra le più importanti al mondo con una sede a Pechino e una in Francia, nella campagna parigina: la Galleria Continua, nata nel 1990 nell’ex cinema di via del Castello.
Grazie a questa realtà dinamica e attiva a livello internazionale, il nome di San Gimignano si è legato all’arte contemporanea globale. Continua ha ospitato artisti del calibro di Pistoletto, Daniel Buren, Anish Kapoor. In questo momento sono in mostra tre artisti emergenti brasiliani Marcelo Cidade, Jonathas de Andrade e André Komatsu e il duo milanese Ornaghi e Prestinari”.
Dopo aver seguito le indicazioni sull’arte, tornando a piazza della Cisterna, al civico 4, ci attende una dolce esperienza gustativa. Qui infatti c’è Dondoli, una piccola gelateria pluripremiata e apprezzata da turisti e locali. Arrivato nel 1992 a San Gimignano, Dondoli è diventato presto una tappa obbligata. Attenzione alle materie prime, sperimentazione, confronto continuo con chef stellati con cui collabora, Sergio Dondoli ritiene che l’arte gelatiera necessiti di grande precisione e tecnica scientifica.
Tanti i gusti, da quelli tradizionali a quelli più particolari, tutti con prodotti tipici, come il suo cavallo di battaglia: la crema di Santa Fina (crema all’arancio con zafferano di San Gimignano DOP e pinoli).
Rimanendo in ambito enogastronomico, bisogna ricordare che le terre di questa zona, dai ricchi sedimenti calcarei, hanno prodotto fin dal 1200 le uve per la Vernaccia di San Gimignano, vino bianco vigoroso e di grande longevità. Ci trasferiamo quindi, a pochi chilometri dal centro e arriviamo al Colombaio di Santa Chiara, una cantina abbastanza giovane e molto interessante. Giampiero, Stefano e Alessio Logi, i proprietari, ci accolgono con grande ospitalità nel loro agriturismo e ci accompagnano fino alla piccola Pieve romanica di San Donato che domina i vigneti sottostanti.
I cartelli segnalano che siamo sulla via Francigena, l’itinerario tracciato da Canterbury a Roma da Sigerico nel Medioevo e ancora oggi percorso, spesso per singole tappe, da pellegrini e appassionati camminatori.
La strada per i vigneti si arrampica e scivola su questi saliscendi pietrosi, ai bordi si scorge la macchia mediterranea che si impossessa degli spazi non coltivati. Le colline intorno si susseguono nel loro verde brillante, mentre la luce crea una profondità di veduta amplissima che dà un senso d’immensità e una piacevole sensazione di benessere.
Entriamo nella barricaia e concludiamo questa passeggiata toscana con un buon calice di vernaccia di San Gimignano.