Storie di ordinaria discriminazione, nei confronti di immigrati, ma non solo.
Pur se ancora limitata la casistica delle richieste di accesso al Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazione, i casi finora sottoposti al comitato paritetico- e che hanno ottenuto l’accesso al Fondo- raccontano di episodi di mancato riconoscimento nel concreto di diritti riconosciuti sulla carta, da normative comunitarie e da provvedimenti nazionali.
Il punto è stato fatto in occasione del V Salone della Giustizia che si sta celebrando a Roma dal 28 al 30 aprile al salone delle Fontane all’Eur, nel corso del workshop organizzato dal Consiglio Nazionale forense.
Sono intervenuti Susanna Pisano – già consigliera CNF e componente del Comitato di gestione del fondo
dott. Paolo Ferrari – responsabile Contact center Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
dott.ssa Alessandra Barberi – dirigente Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
avv. Maria Masi (consigliera nazionale per il distretto di Napoli)
Il Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazione è istituito dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e gestito in collaborazione dal Consiglio Nazionale Forense e dall’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali dello stesso Dipartimento, con l’obiettivo di favorire la integrazione e il rispetto delle diversità.
Il Fondo consente alla vittime di discriminazione di accedere alla tutela giurisdizionale grazie alla anticipazione sulle spese legali, che saranno restituite, attraverso un meccanismo di rotazione, in caso di sentenza favorevole.
Il contributo “economico” offerto alle persone che subiscono episodi di discriminazione o molestie potrà contribuire a fare emergere il fenomeno, visto che a fronte di un elevato numero di denunce all’Unar, le azioni giudiziarie rimangono esigue. Segno, questo, di una difficoltà di accesso delle vittime al sistema giustizia.
Quanto alle richieste pervenute di accesso al Fondo, sono di varia natura ma- talvolta- coinvolgono anche le pubbliche amministrazioni.
Qualcuno contesta la esclusione dalla graduatorie triennali per l’insegnamento degli stranieri lungosoggiornanti; oppure il mancato riconoscimento dell’assegno di maternità alla cittadina straniera in permesso di soggiorno in Italia per questioni di famiglia; oppure la denuncia di discriminazione per orientamento sessuale per il mancato riconoscimento- da parte del datore di lavoro pubblico- del congedo matrimoniale a seguito di una unione civile tra persone dello stesso sesso contratta all’estero.
Poi ci sono le storie di ordinaria inciviltà come quelle che riguardano le molestie nei luoghi di lavoro o il rifiuto di accesso a luoghi o esercizi pubblici a persone con disabilità.
Secondo i dati di una ricerca Istat commissionata dallo stesso Dipartimento delle Pari Opportunità e condotta sulla popolazione straniera residente in Italia da oltre 15 anni, risulta che il 9,3% dei cittadini stranieri dichiara di aver subito una discriminazione nella ricerca del lavoro, il 16,9% ritiene di averne subite sul posto di lavoro.
Altre discriminazioni sono state segnalate nella ricerca di casa (10,5%), nell’ambito scolastico (12, 6%), nell’ambito di luoghi pubblici, esercizi commerciali o mezzi di trasporto (8,1%), nei rapporti di vicinato (6,2%), nella erogazione dei finanziamenti (3,6%) o in visite e controlli medici (2,8%).
“Il Consiglio Nazionale Forense ha avviato da tempo una collaborazione istituzionale con il Dipartimento delle Pari opportunità nell’ambito di una intensa attività volta alla promozione e alla affermazione dei diritti fondamentali delle persone anche tramite la formazione specifica degli avvocati in settori “a rischio” dichiara il presidente Andrea Mascherin.
“L’istituzione del Fondo rappresenta, oltre che una novità nel diritto antidiscriminatorio, anche un significativo passo in avanti verso una tutela più effettiva delle vittime della discriminazione. A fronte di tantissime denunce e segnalazioni che pervengono al Contact Center UNAR, oltre mille l’anno, pochi sono i soggetti che, non vedendo riconosciuti i propri diritti, decidono di proseguire nel percorso di tutela a causa della mancanza di competenze legali “, dichiara Marco De Giorgi, Direttore Generale Unar.
“Conoscere per poter agire. Il Salone della Giustizia, aperto ai cittadini ed agli operatori, è una occasione importante per parlare di solidarietà e per promuovere questa iniziativa interistituzionale. Per questo il CNF ha ritenuto utile e opportuno dedicare uno dei workshop a questo tema”, dichiara Maria Masi, consigliera nazionale.
“Questo progetto, come altri promossi in questi ultimi anni, concretizzano la funzione sociale dell’Avvocatura, il suo ruolo di collante all’interno della società; spesso la professione è vissuta come una missione e abbiamo potuto già verificare l’impegno con il quale gli avvocati promuovono la tutela dei diritti delle persone più deboli ” spiega Susanna Pisano, Avvocata e componente del comitato del Fondo
Informazioni specifiche sul funzionamento del Fondo, sulle condizioni di ammissione, sulle domande sono contenute nel Regolamento pubblicato sui siti www.unar.it e www.consiglionazionaleforense.it