Nell’ambito dei lavori della 49a sessione del Consiglio per i diritti umani, l’ONG “Africa Culture International” ha organizzato un panel, in associazione con diversi attori della società civile delle Province meridionali del Marocco a Ginevra, una conferenza internazionale sulla reclutamento di bambini sahrawi nei campi di Tindouf.
A questo convegno hanno partecipato: Dianko Lamine: Consulente e Presidente della ONG “Africa Culture”, moderatore; Abubekrine Mohamed Yehdih: membro del Comitato africano di esperti sui diritti e il benessere dell’infanzia (ACERWC); Aïcha Duihi: Presidente dell’OSPDH; Abdelouahab Gain: ricercatore e Presidente di “Africa Watch”; Moulay Lahsen Naji: Presidente del “CIDH”; Mohamed Ahmed Gain: Professore Universitario e Presidente di “AIPECT”; Hammada Labaihi: Presidente della “LSDDH.
Aicha Duihi ha sottolineato nel suo intervento che l’indottrinamento e l’arruolamento di bambini da parte del Polisario nelle guerre è un crimine contro gli esseri umani in generale. Questa pratica contraddice i principi dei diritti umani e le prescrizioni della Convenzione sui diritti del fanciullo, che sancisce l’educazione ai principi e ai valori di libertà, uguaglianza e tolleranza in maniera mirata a consolidare la personalità del fanciullo. Ha affermato che il fenomeno dei bambini soldato nei campi di Tindouf costituisce un pericolo per l’intera regione nordafricana. In questo senso, ha spiegato che questi bambini potrebbero essere facilmente reclutati da organizzazioni terroristiche nel Sahel.
Al termine del suo intervento, Duihi ha invitato la comunità internazionale ad adottare misure serie per affrontare questo fenomeno. Lahcen Naji ha aggiunto nel suo intervento che l’organizzazione di questa conferenza sul tema dei bambini soldato pone l’accento su un argomento complesso e particolarmente toccante, purché si tratti di un fenomeno che lede i diritti del bambino. In questo senso ha insistito sul fatto che le situazioni di guerra in Africa e più in particolare in Nord Africa favoriscono il fenomeno del reclutamento di bambini da parte delle milizie armate del Polisario nei campi di Tindouf in suolo algerino.
Secondo Naji, si tratta di una grave violazione dei diritti del bambino e dell’essere umano in generale. Al riguardo, ha invitato l’UA e il Consiglio di Pace e Sicurezza dell’UA ad assumersi le proprie responsabilità in merito al fenomeno del reclutamento da parte del Polisario di minori, che costituisce una grave violazione di tutte le risoluzioni dell’ONU sui Diritti del fanciullo. Abdelaouahab Gain Brahim, ha invece sottolineato il fatto che il tema dei bambini soldato nei campi di Tindouf ci sfida tutti come società civile, perché è una grave violazione dei diritti del bambino citati nei meccanismi delle Nazioni Unite del diritto del bambino.
Ha spiegato che l’Algeria, paese ospitante dei campi di Tindouf, è un paese non democratico guidato da generali che non riconoscono i principi e le convenzioni delle Nazioni Unite relative alla protezione dei diritti dei bambini. Non hanno mai presentato un rapporto sulla protezione dei bambini sul suo suolo infatti. Ha invitato la società civile e la comunità internazionale a lavorare per rafforzare il monitoraggio della situazione dei bambini nel mondo e in particolare nei campi di Tindouf.
Said Achmir ha inoltre sottolineato che il Polisario ha iniziato a indottrinare e coinvolgere i bambini nelle guerre decenni fa, con l’adozione di un programma di formazione prestabilito. Ha citato il rapporto pubblicato dal quotidiano spagnolo “Tribuna Libre” nel 2020 sui bambini soldato nei campi di Tindouf e sull’addestramento militare a cui sono soggetti a Cuba.
Lo sfruttamento dei bambini nei conflitti armati è considerato dalla comunità internazionale come la peggiore violazione dei diritti umani, cosa che è stata riconosciuta da tutta la legislazione internazionale. La Corte penale internazionale indica che il contributo di qualsiasi parte, governi, gruppi armati o società esportatrici di armi, allo sfruttamento dei bambini è considerato un crimine contro l’umanità.
La Convenzione sui diritti dell’infanzia e i suoi Protocolli condannano il reclutamento, la formazione e l’uso di bambini all’interno e oltre i confini nazionali nelle ostilità da parte di gruppi armati distinti dalle forze armate di uno Stato, riconoscendo la responsabilità di coloro che reclutano, addestrano e utilizzano bambini in questo senso.
I bambini si ritrovano così privati della loro infanzia per entrare così presto nei ranghi delle milizie, con tutto l’impatto psicologico che ciò comporta.
Sono stati pubblicati numerosi articoli e comunicati stampa, supportati da registrazioni video e foto – la cui autenticità è stata confermata dalle Nazioni Unite e dal Parlamento europeo – che mostrano bambini dei campi di Tindouf vestiti con uniformi militari e che partecipano a una parata militare per le milizie del Polisario sul suolo algerino.