La recente crisi nel Sahara, e in particolare nei campi profughi di Tinduf, nel sud dell’Algeria, controllati dal Fronte Polisario, ha riportato alla ribalta il problema del reclutamento militare di bambini presente in quella zona, ricordando che si tratta di un crimine di guerra.
In molti casi, i bambini saharawi di quei campi sono costretti a trasferirsi a Cuba, con l’obiettivo di essere indottrinati ideologicamente, sottoposti ad un addestramento militare, sfruttati e privati di ogni contatto con le loro famiglie.
Questa immigrazione forzata è considerata una grave violazione delle clausole del Protocollo contro il traffico di migranti via terra, aria e mare, addendum alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità società transnazionale organizzata; da qui la responsabilità civile e penale dei dirigenti del Polisario e i loro complici.
Il movimento armato Polisario continua il suo massiccio arruolamento di bambini e minatori come soldati, per riempire il vuoto di forze nei propri ranghi che minaccia la sopravvivenza della formazione separatista.
Su questa scia, l’ONG francese “Alliance Internationale pour la Défense des Droits et des Libertés“, AIDL, il primo aprile del 2021, ha pubblicato, una dichiarazione, condannando il reclutamento di bambini soldato da parte del fronte Polisario.
La ONG in questione ha ribadito il sua totale biasimo del reclutamento e sfruttamento dei bambini in aree di conflitto e di guerra, qualificando questo atto come un crimine internazionale che richiede procedimenti giudiziari e monitoraggio internazionale di tutti i soggetti coinvolti.
I leader del movimento armato devono spiegare e fornire chiarimenti in merito all’uso dei bambini, ricordando, al riguardo:
Ogni reclutamento di bambini, il loro sfruttamento e il loro coinvolgimento in conflitti e guerre è completamente proibito e criminalizzato dal diritto internazionale.
Il reclutamento militare di bambini è vietato da tutte le convenzioni e trattati internazionali, in particolare dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Carta dei diritti dell’uomo, dai Patti internazionali sul diritto politico, economico e sociale, dalla Convenzione sui diritti del 1989, dai Principi di Vancouver, dai Principi di Parigi e dalla Risoluzione 2602 nel dispositivo 1.