Il caro affitti è una condizione ormai stabile nella Capitale. Lo sanno bene i numerosissimi studenti fuori sede, che riescono a permettersi unicamente delle stanze (a volte anche queste condivise) in appartamenti in condivisione.  

 

Questo perché i prezzi degli affitti romani sono notevolmente alti, nonostante il periodo di crisi economica che sta attraversando il Paese.  

 

Tempo fa l’Osservatorio Immobiliare Codici aveva monitorato la situazione prendendo in considerazione sette macro aree che, pur non essendo rappresentative dell’intera superficie della Capitale, possono comunque dare un’idea generale dei prezzi odierni degli affitti.  

   

Le zone sono caratterizzate dalla forte presenza di studenti, motivata nella maggior parte dei casi dalla vicinanza alle università: si pensi ad aree come San Paolo, vicino a Roma Tre, o a San Lorenzo, quartiere non lontano dalla Sapienza.  

La rilevazione è stata effettuata attraverso la navigazione su siti specializzati, prendendo in considerazione appartamenti di circa 60 metri quadri, per la maggior parte comprendenti due locali, pochi i monolocali disponibili. Registrando i dati di circa una ventina di immobili per ogni zona analizzata, è stato possibile calcolare la media dei prezzi che si incontrano oggi su internet.

Questo è quanto emerso: la zona più costosa è quella di San Giovanni/Re di Roma, con un affitto medio di 1.045 euro. A seguire c’è San Lorenzo/Esquilino, con 1.025 euro. Poi c’è la zona Nomentano/Bologna che fa registrare una media di 1.010 euro. A San Paolo/Marconi/Ostiense si viaggia intorno ai  910 euro, in zona Tuscolano/Appio Claudio intorno ai 894 euro. I due quartieri più economici risultano infine il Pigneto, con una media di 825 euro e il Prenestino/Collatino/Tor Sapienza, con una media di 763 euro.

Questi i prezzi per chi vuole vivere in affitto nella Capitale. Ma l’insostenibilità della situazione riguardante gli affitti non riguarda solo l’inaccessibilità dei prezzi, ma anche le irregolarità. Sono moltissime infatti le sistemazioni senza contratto, a volte la soluzione più facile per gli studenti fuori sede, perché più economica. Dai dati emersi dalla cronaca odierna si apprende che molti proprietari propongono la doppia offerta, con o senza contratto, e ovviamente la seconda opzione fa risparmiare molto all’inquilino, circa metà dell’affitto.

Come ovviare a tali irregolarità? Semplice, basta ricorrere alla legge del 2011 sulla cedolare secca. Questa, infatti, prevede per i proprietari che non hanno regolarizzato la situazione degli inquilini, che l’affitto in nero si trasformi in un regolare contratto di locazione della durata di quattro anni, rinnovabile per altri quattro, ad un canone mensile pari a tre volte la rendita catastale e quindi potenzialmente  inferiore anche del 90% rispetto al prezzo di mercato.

Numerose le testimonianze su internet dei risultati ottenuti: alcuni raccontano che da 350 euro per una stanza sono arrivati a pagare solo 50 euro. Altri cittadini raccontano di pagare 80 euro per un appartamento che prima della denuncia pagavano 800 euro. 

Il Codici si impegna a promuovere una campagna di informazione ed assistenza ai cittadini interessati. Per dubbi e consulenze è possibile rivolgersi allo Sportello legale, sito in via Einstein 34, aperto dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00 (tel: 065571996, fax: 0655308791, e-mail: segreteria.sportello@codici.org ).

“Tra subaffitti, accordi verbali e comodati d’uso irregolari, il mercato sommerso dei locatari truffaldini cresce sempre più inesorabilmente. Un giro d’affari da milioni di euro all’anno – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – Gli ospiti di tali unità abitative nella maggior parte dei casi sono studenti fuori sede, immigrati, famiglie a basso reddito, giovani precari e pensionati. Il Codici invita tali soggetti a denunciare la loro situazione per regolarizzare i contratti di affitto”.

Di Golem

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