La forza nelle proprie fragilità. Rita Coruzzi è una giovane scrittrice di successo che ha già all’attivo dieci libri pubblicati. Rita è tetraplegica e le faccende quotidiane, normali per noi “sani”, per lei sono impossibili e ha bisogno aiuto. Per vestirsi, per lavarsi, per mangiare. Questa ragazza di soli ventisette anni però ha un grande dono, scrive molto bene e lotta per regalare gioia e speranza.
Rita mette tutta se stessa quando scrive, lei ha provato la disperazione, il dolore e grazie a questa esperienza, ora dispensa gioia di vivere. Fin da piccola, ciò che per tanti è scontato, cioè il camminare, per Rita era una continua conquista. La giovane quando aveva dieci anni, a causa di un’anca lussata fu costretta a un intervento chirurgico. L’operazione non riuscì e la ragazzina fu costretta in sedia a rotelle, una terribile condanna, specie per chi come Rita combatteva per camminare correttamente. Dai dieci ai quindici anni la vita della ragazza fu un vero calvario, la non accettazione della sedia e una continua domanda che le martellava la testa “ Perché a me?”
Rita decide di partire per Lourdes e mettere ai piedi delle Madonna la sua domanda. La risposta non si fece attendere. Rita comprese, il suo umore cambiò e divenne una testimone della bellezza della vita, anche in una situazione di sofferenza come la sua. “Ho capito che servivo a Gesù in sedia a rotelle- spiega Rita- dovevo raccontare che la vita è bella, anche se abbiamo delle sofferenze. La sofferenza è all’ordine del giorno, tutti la proviamo, un rapporto finito male, una litigata, dobbiamo accettare il nostro dolore e andare avanti e non chiuderci a riccio e autodistruggerci. Mi sono prefissata di essere una scrittrice contro corrente, non voglio scrivere di sesso, soldi, sangue, ma di speranza, gioia, in un mondo dove sembra che non ci sia più speranza”.
La giornata della scrittrice inizia presto, alle sei e trenta la madre si occupa di lei lavandola, vestendola e preparandole la colazione. Nella mattinata anche la giovane lavora, accende il PC, inizia a scrivere nuovi libri, progetti, organizza il suo lavoro con la casa editrice, prepara sue testimonianze in giro per l’Italia. “ Il pomeriggio è il momento più bello della giornata – racconta Rita- torna mia madre, è il momento del confronto, discutiamo e mi regala anche nuove idee”. C’è un grande amore tra madre e figlia, la signora Marta ha da sempre sostenuto la figlia tanto da arrivare a iscriversi all’università e conseguire, assieme a Rita, la laurea in giornalismo e cultura editoriale. “Mia madre è una compagna insuperabile- afferma la giovane- e non dimostra l’età che ha (57 anni) io la mantengo giovane”.
A diciotto anni pubblica il suo primo libro, “Camminare o vivere?” dove racconta la propria esperienza di vita, in seguito pubblica “ I Giorni delle stelle cadenti” che narra di Lourdes, a seguire “ Una bussola x due cuori” una storia d’amore tra un disabile e una persona “ normale”. Volumi che ebbero una discreta diffusione, tanto che ora la ragazza scrive per la Piemme, con cui ha pubblicato più libri. Tra questi “Il mio amico Karol” dove racconta la sua personale amicizia con Giovanni Paolo II, fatta d’incontri, una nutrita corrispondenza (circa venti lettere) dove si discute di fede, di difficoltà, ma anche delle piccole banalità della vita. “Giovanni Paolo II mi ha aiutato tantissimo- racconta Rita- mi ha fatto tanti regali, a uno di questi sono particolarmente legata, una corona di rosario di madreperla e di argento che di solito regalava ai capi di stato”.
Altro volume molto interessante la giovane l’ha scritto insieme a Magdi Cristiano Allam “Grazie alla vita” dove sono raccontare tante storie di persone comuni che con coraggio reagiscono alle avversità. “Scrivere è la mia passione, ma anche la mia terapia- conclude Rita- mi serve come sfogo, come appoggio, mi regala forza. Sento un flusso di appagamento e di soddisfazione che non sento in nessun altro lavoro”. Rita ha trovato la sua strada e la indica anche a noi: cerchiamo la Gioia e viviamo con Speranza!