“Il testo di riforma forense che sta prendendo corpo alla Camera è certamente un buon testo, ma sul punto specifico delle specializzazioni riteniamo che si possa intervenire, nel proseguio delle votazioni a Montecitorio, per meglio riconoscere il ruolo e l’apporto delle associazioni specialistiche forensi anche nel percorso universitario disegnato dal legislature”.
Così il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, interviene su una materia che ritiene “uno dei profili qualificanti della riforma, che consente all’avvocato di acquisire un titolo specifico sulla base della competenza, preparazione ed esperienza maturata nel corso del tempo nell’esercizio dell’attività , con la preparazione personale e con la frequenza di corsi ad hoc che abbiamo una chiaro taglio professionalizzante”.
Alpa ricorda come il tema fondamentale delle specializzazioni, esigenza da tempo avvertita e mai adeguatamente soddisfatta, era già stato ampiamente affrontato all’interno dell’avvocatura, che era approdata a un testo di regolamento interno del Cnf in collaborazione con gli Ordini e le Associazioni professionali specialistiche.
La necessità di una proficua collaborazione tra le Università e l’avvocatura è stata d’altra parte al centro dell’incontro di ieri tra Alpa e il presidente della facoltà di giurisprudenza dell’università di Roma La Sapienza, Giorgio Spangher.
E’ stato discusso un percorso per poter avviare nel modo migliore il programma di attuazione delle specializzazioni che implica un coinvolgimento diretto delle Associazioni che si occupano da tempo dei corsi professionalizzanti e che possono dare un apporto necessario – indefettibile – per poter raggiungere risultati concreti soddisfacenti.