Specializzazioni, assicurazione obbligatoria, tirocinio e parametri sono le materie importanti, le innovazioni per i cittadini che sono urgenti e che via Arenula deve regolamentare ancora.
“La riforma forense approvata dal Parlamento sette mesi  fa è  in fase di attuazione ma  le grandi  innovazioni,positive per  i cittadini, che essa prevede, stentano a decollare perche il Ministero della Giustizia non ha ancora approntato i regolamenti di sua competenza.
Si tratta di materie importanti come le specializzazioni, l anticipazione del tirocinio all’Università, l’assicurazione obbligatoria.
Nell’ultimo incontro con il Ministro Cancellieri ho fatto il punto dell’iter amministrativo, ricordando la  sua promessa di varare i nuovi  parametri con sollecitudine. Speravo di incontrarla oggi ma come abbiamo appreso dai giornali i  tempi della politica non coincidono con quelli dell’Avvocatura” .
Con  queste parole il presidente del Consiglio Nazionale Forense,  Guido Alpa, ha aperto il suo intervento al Congresso  straordinario indetto a Genova dall’Unione delle Camere penali, in un clima  di attesa e di analisi critica della situazione sociale del Paese.
Alpa ha richiamato l’attenzione sui problemi della riforma della giustizia, sulla visione economicistica che è prevalsa nel progetto di ridurre i costi dello Stato penalizzando il diritto alla difesa dei cittadini, realizzato  con l’aumento del contributo unificato per instaurare una causa, con la imposizione di una fase pre-processuale con la mediazione obbligatoria, con lo smaltimento dell’arretrato pendente mediante il ricorso a rimedi esterni alla ordinaria amministrazione, con la penalizzazione dei cittadini a favore degli interessi delle imprese.
“Anche  la stagione dei diritti fondamentali – ha detto Alpa con amarezza- vive momenti difficili, atteso che oltre all’accesso alla giustizia sono ostacolati i diritti dei più deboli, e i diritti conquistati con tanta fatica, come il diritto alla privacy e il diritto alla tutela dei dati personali, che tendono a dissolversi con il pretesto di assicurare   la sicurezza personale e con  la preoccupazione di effettuare indagini per prevenire reati: le intercettazioni invasive e totalizzanti ci costringono a vivere in un panopticon, in un incubo del controllo, in cui la vita privata  si confonde con la vita pubblica e i mezzi di comunicazione privata non sono più in grado di garantire la segretezza della corrispondenza come prevede la  Costituzione”.

Di Golem

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *