A Palazzo Madama si sta giocando la grande partita delle riforme, lo si legge su tutti i siti, su tutti i quotidiani: Senato elettivo, non elettivo, con elezione di seconda mano etc. Quello che non tutti sanno, forse, è che giovedì sera, in zona Cesarini è stato approvato un emendamento che istituisce il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento…

CAMERA
AULA

L’ufficio di presidenza ha respinto la proposta di sospendere lo stipendio ai deputati arrestati: astenuto Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia, favorevoli i 5 Stelle, che l’avevano presentata, contrari tutti gli altri. Intanto, comunque, i questori della Camera Stefano Dambruoso (scelta civica), Paolo Fontanelli (Pd) e Gregorio Fontana (Fi) si sono preoccupati delle manifestazioni carnascialesche che ogni tanto imperversano nell’Aula e si sono rivolti all’ufficio di presidenza perché si faccia qualcosa per evitarle. Certo l’immagine del nostro Parlamento è importante, ma qualche volta anche dare segnali importanti alla cittadinanza lo sarebbero altrettanto (tipo sospendere gli assegni in attesa del giudizio).
La Camera comunque ha votato il decreto Cultura e Turismo, che introduce l’Art Bonus, l’estensione del credito d’imposta del 65% anche alle donazioni a favore dei concessionari e affidatari di beni pubblici per realizzare interventi di manutenzione. Una richiesta avanzata da molte associazioni come il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano).
Approvato anche il provvedimento sui prestiti vitalizi ipotecari: la proposta prevede che gli ultrasessantenni possano accendere un prestito ipotecario sulla casa di abitazione con la capitalizzazione degli interessi. Il Ddl ora passa al Senato.
Bocciata la proposta del M5S che chiedeva la soppressione di Equitalia.

COMMISSIONI
La commissione Giustizia ha concluso l’esame del Ddl che permette di adottare anche il cognome della madre: nonostante ne parlino tutti, le misure non sono ancora legge, devono arrivare in Aula alla Camera, quindi essere confermate dal Senato. State calmi e soprattutto non andate all’anagrafe, la strada per la legge è ancora lunga.
La commissione ha inoltre approvato un parere molto critico sul decreto per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari (il parere è leggibile in allegato). In particolare le osservazioni si incentrano sulle criticità emerse durante le audizioni dei rappresentanti del mondo dell’avvocatura, della magistratura e di quello accademico. Pare che a volte per razionalizzare si finisca per complicare ulteriormente la situazione.

GIUNTE
La Giunta per le autorizzazioni ha approvato a maggioranza la proposta di concedere l’autorizzazione della custodia in carcere per Giancarlo Galan. La questione passa ora all’Aula.

SENATO
AULA

Questa settimana l’Aula di Palazzo Madama non s’è proprio affannata: giovedì 10 luglio ha deciso di rinviare a lunedì 14 l’incardinamento delle proposte di revisione della parte II della Costituzione. Del resto l’argomento è spinoso e sebbene ci siano da parte di Palazzo Chigi dichiarazioni trionfalistiche, l’approvazione in commissione è stata molto faticosa e molti nodi sono stati solo rimandati all’aula.

COMMISSIONI
La parte del Leone, si sa, l’ha fatta la commissione Affari costituzionali con la riforma costituzionale; tra la Finocchiaro che si affannava a presentare emendamenti governativi e Calderoli che prometteva “smontamenti”, alla fine quello che non tutti sanno probabilmente è che giovedì sera, tardi, è stato approvato un emendamento a firma Sposetti, Fedeli, Uras, Zelle, Naccarato, Luigi Marino, Mario Mauro, Liuzzi e D’Alì (molto trasversale quindi) che recitava così:
«2-bis. Tenuto conto di quanto disposto dalla presente legge costituzionale, entro la legislatura in corso alla data della sua entrata in vigore, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica provvedono, secondo criteri di efficienza e razionalizzazione, all’integrazione funzionale delle amministrazioni parlamentari, mediante servizi comuni, impiego coordinato di risorse umane e strumentali e ogni altra forma di collaborazione. A tal fine è istituito il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento, formato dal personale di ruolo delle due Camere, che adottano uno statuto unico del personale dipendente, nel quale sono raccolte e coordinate le disposizioni già vigenti nei rispettivi ordinamenti e stabilite le procedure per le modificazioni successive da approvare in conformità ai principi di autonomia, imparzialità e accesso esclusivo e diretto con apposito concorso. Le Camere definiscono altresì di comune accordo le norme che regolano i contratti di lavoro alle dipendenze delle formazioni organizzate dei membri del Parlamento, previste dai regolamenti. Restano validi a ogni effetto i rapporti giuridici, attivi e passivi, instaurati anche con i terzi.».
Ci si prepara in pratica a “spostare” dipendenti da una parte all’altra del Parlamento vista la trasformazione del Senato, ma mentre l’autodichia (lo ripetiamo per l’ennesima volta, è il principio secondo il quale il Parlamento fa un po’ come gli pare) in questo modo inizia a vacillare per i dipendenti, rimane sempre più stabile per appalti e rapporti con terzi.
Camera dei Deputati, parere della Commissione Giustizia del 10 luglio 2014

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