Come tanti Cittadini siamo in attesa di sapere le decisioni del Commissario Sottile circa la localizzazione della nuova discarica di Roma, migliaia e migliaia di Cittadini che sembrano in attesa di un verdetto di vita o di morte, attesa che oramai dura da più di un anno.
Una parte più consapevole di Cittadini e Comitati attende anche una qualche indicazioni ulteriore da Sottile, ma soprattutto dagli Amministratori ai vari livelli per capire su quali paradigmi sarà basata la tanto declamata “chiusura del ciclo dei rifiuti” nel Lazio, ovvero se si continuerà nella perfida ed ipocrita logica delle discariche e degli inceneritori, oppure si imposterà un ciclo sostenibile basato su riciclo e riuso.

Molte cose balzano agli occhi, strane anomalie e scelte senza logica, una in particolare e con l’eccezione della gente che abita (e muore) a Malagrotta e nella Valle Galeria, cioè l’assenza quasi totale di Roma, dei suoi Cittadini e dei suoi Amministratori, alla discussione che deve precedere una ipotesi di soluzione del problema, un problema che proprio questa città genera ed amplifica in quanto non risolve; ben oltre 50% dell’immondizia del Lazio è prodotta a Roma.

Dove sono le associazioni, i movimenti, le masse della società civile romana, cosa dicono, cosa propongono? Cosa dicono i partiti e movimenti politici romani in questi giorni? Tranne poche e lodevoli eccezioni … non dicono nulla, aggrappandosi alla, qualunque sia, soluzione che imposterà il Commissario, salvo eventualmente sbranarlo a fini esclusivamente elettorali, ma mai facendo quel passo naturale che una società che vuole definirsi civile deve fare, cioè: dire no a sistemi, tecnologie, modalità che mettono a rischio vita e salute delle persone (Malagrotta insegna), vita e salute dell’ambiente: basta con discariche ed inceneritori, basta con Malagrotta, noi che siamo causa del problema ce lo prendiamo in carico e lo risolviamo.

Mai sentito dire… da politici illustri, da movimentisti di professione, da giornalisti, artisti, persone impegnate, difensori strenui dei diritti, dall’informazione del servizio pubblico, da tutto quel pezzo di società che si autodefinisce civile e che si è mobilitata nel tempo per i tanti problemi del mondo, vicino e lontano. Sulla monnezza invece… silenzio! Sempre pronti a gridare mai più Chernobyl, mai più Fukushima, mai più Seveso, mai più Bhopal, mai più… Ma se gli chiedi di impegnarsi per dire (e fare) mai più Malagrotta, mai più Roncigliano, mai più Borgo Montello, mai più Valle del Sacco scompaiono, si dileguano, hanno altro da fare, lotte da seguire, occupazioni, manifestazioni, referendum da lanciare… e non hanno tempo per questo problema; la società che si autodefinisce civile non ha tempo per queste sciocchezze.

Scavalca il sottile confine tra la civiltà e l’inciviltà quando combatte per un qualsiasi diritto ma ignora il diritto alla vita ed alla salute dell’abitante di Malagrotta che gli vive a fianco, ignora che il bene comune è comune se è per tutti, altrimenti non è comune, e la salute è un bene comune. Diventa incivile colui che, civile, accetta consapevolmente di mettere a rischio una minoranza di esseri umani, non facendo nulla, non dicendo nulla, magari lamentandosi se una mattina andando al mare trova l’Aurelia bloccata da qualche manifestazione. Diventa incivile colui che, civile pensa di essere, non si batte per un sistema sostenibile e che non è da roba scienziati, ma un sistema di riciclo e riuso che mettevano in pratica i nostri bisnonni, nonni, padri, anche in ottica di un sano risparmio di risorse.

Noi Cittadini della provincia siamo scandalizzati da questo silenzio collettivo, scandalizzati dal fatto che gli Amministratori non abbiamo ancora capito e soprattutto imposto che, forse con un pochino di sacrificio di tutti, si possa gestire in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti, basandolo prevalentemente sulla raccolta differenziata porta a porta, il trattamento ed il riciclo dell’umido e del secco; tutto molto semplice, senza mega impianti di morte a minacciare nessuno, ma con un po’ di sana organizzazione.

Noi di Fiumicino siamo ancora qui, anche un po’ schifati, ad aspettare che quanto promesso dal Ministro Clini, il famoso piano per Roma, vada in onda, ancora ad aspettare che l’AMA la differenziata la faccia sul serio, spingendo perché anche il nostro comune rientri nella legalità che vergognosamente viola da sempre.

Ma siamo ancora qui, non rassegnati, pronti a lottare per la difesa dei nostri territori, dei nostri figli, dei nostri diritti, sempre speranzosi che quel pezzo di società romana che si autodefinisce civile batta un colpo. All’indifferenza della politica ci siamo rassegnati, ma all’indifferenza degli esseri umani, proprio non riusciamo.

Che lo sappiano Clini, Sottile, Polverini, Zingaretti, Alemanno, che lo sappiano tutti: non arretreremo di un passo perché siamo nel diritto, perché abbiamo ragione. (marcello giuliacci)

Di Golem

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