Nuova condanna all’Italia da parte delle istituzioni europee a causa dell’emergenza rifiuti in Campania. Dopo la messa in mora della Commissione Ue per la persistente mancanza di soluzioni definitive al problema dei rifiuti, la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (vedi sentenza allegata) ha riconosciuto lo Stato italiano colpevole di aver leso alcuni diritti fondamentali dei cittadini, proprio per la sua incapacità di gestire la crisi dell’immondizia campana.
In particolare, l’Italia è stata giudicata responsabile di violazione del “diritto alla vita” e di quello alla “vita privata e familiare” sanciti rispettivamente agli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (vedi allegato). Con questa sentenza, la corte ha accolto, anche se solo parzialmente, il ricorso presentato nel gennaio del 2008 da 18 cittadini dell’hinterland vesuviano, che avevano denunciato il governo per la mancata soluzione dell’emergenza.
Nessun danno alla salute
Respinti, invece, altri punti del ricorso, che riguardavano in particolare i presunti danni morali e sanitari patiti dai cittadini. Secondo i giudici di Strasburgo, infatti, nessuno dei ricorrenti ha manifestato problemi di salute direttamente riconducibili alla presenza prolungata dei sacchetti di immondizia lungo le strade, e inoltre le perizie tecniche di parte sono giunte a conclusioni discordanti, incapaci di dimostrare con certezza il legame tra l’esposizione ai rifiuti e l’aumento del rischio di alcune patologie, a cominciare dal cancro. Rigettata, inoltre, l’accusa allo Stato di non aver fornito ai cittadini informazioni adeguate sui pericoli dovuti alla presenza dei cumuli di spazzatura, così come i presunti danni morali subiti dai ricorrenti, che avevano richiesto per questo motivo un indennizzo di 15mila euro a testa.
In attesa del verdetto della Commissione
Quella che ha subito l’Italia, in definitiva, è soprattutto una condanna simbolica, anche se lo Stato dovrà pagare le spese legali, che la Corte ha quantificato in 2.500 euro. Il pronunciamento, comunque, non è privo di valore politico, soprattutto perché giunge alla vigilia della scadenza sulla procedura di infrazione che pende sul nostro Paese per la questione dei rifiuti campani. Per “convincere” l’Ue a risparmiarci la multa salatissima che ci aspetta in caso di condanna definitiva (516mila euro al giorno), i tecnici del ministero dell’Ambiente hanno lavorato a ritmi serrati per mettere a punto un mini-decreto che consenta il trasferimento dei rifiuti verso impianti fuori regione. Il testo, approvato in tempo record dal consiglio dei ministri, permette fino al 31 dicembre 2012 di spedire l’immondizia trattata negli Stir della Campania verso termovalorizzatori ubicati in altre regioni semplicemente attraverso un accordo tra i gestori degli impianti, senza più bisogno dell’intesa interregionale prevista dalla normativa attualmente in vigore. Entro la mezzanotte del 15 gennaio il ministero dovrà sottoporre il piano a Bruxelles che lo vaglierà. In caso di ritardo o di bocciatura, la Commissione Europea avvierà entro febbario il deferimento dell’Italia alla Corte di
Giustizia Ue con la richiesta della megamulta.
Partita la prima nave olandese
Sul fronte operativo, intanto, a Napoli è entrata nel vivo, con qualche mese di ritardo rispetto alle previsioni iniziali, l’operazione che porterà, attraverso dei trasferimenti via mare, circa 200mila tonnellate di immondizia verso due termovalorizzatori olandesi. La prima delle “navi dei rifiuti”, il cargo Nordstern, è salpata un paio di giorni fa dal porto di Napoli, con un carico di 3mila tonnellate di rifiuti secchi provenienti dallo Stir di Caivano. La nave dovrebbe approdare a Rotterdam entro una decina di giorni e dovrebbe essere seguita da altri cargo che effettueranno partenze settimanali per almeno un anno. Secondo il sindaco De Magistris, l’operazione olandese garantirà alla città e al resto della provincia «una boccata d’aria» che dovrebbe permettere l’estensione del porta a porta e la definitiva soluzione del problema. L’amministrazione comunale spera di poter presto utilizzare questo canale anche per lo smaltimento del rifiuto “tal quale”, modificando la fase di trattamento che ora avviene negli Stir e che prevede la selezione e tritovagliatura degli scarti. Per questo ultimo tassello, però, mancano ancora le necessarie autorizzazioni. La Regione Campania, per il momento, si è dichiarata priva della titolarità «per autorizzare lo smaltimento di rifiuto “tal quale” (codice 20) fuori dal suo territorio».
Sentenza numero 30765_08 della Corte europea dei diritti dell’uomo
Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo