In commissione Giustizia al Senato il governo presenta un emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati.
La modifica dell’esecutivo riformula il testo all’esame. Con la proposta si ridurrebbero i casi previsti, attraverso l’eliminazione dell’udienza filtro per l’ammissibilità e i casi in cui è mancata la valutazione del fatto e della prova. La modifica del governo innalzerebbe inoltre da 1/5 a 1/3 la quota di stipendio dei magistrati che dovrebbe essere trattenuta in caso di responsabilità accertata.
La commissione ha stabilito per la giornata di giovedì 30 ottobre il limite di tempo per presentare i subemendamenti.
Immediate le reazioni dinanzi all’emendamento. Enrico Buemi (Psi), relatore del ddl, esprime “perplessità” e non esclude le dimissioni: “Il relatore deve tener conto del parere della maggioranza, non è detto che continui a farlo. In prima battuta capisco la necessità di contemperare le aspettative dell’Anm. Ma, nel momento in cui in questo Paese il Senato si autoriforma e decide di cambiare la propria rappresentanza, nel momento in cui si intaccano i diritti acquisiti dei lavoratori, che solo un’area non sia sottoposta a riforma deve far riflettere”.
l presidente della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma, ha sottolineato: “Il presidente Renzi ha ripetutamente detto che chi sbaglia paga. Ma con gli emendamenti del governo c’è una retrocessione rispetto alla legge Vassalli” in merito “alla responsabilità civile dei magistrati. Ci sono meno casi di colpa grave. L’unica cosa che c’è in più, in questa proposta – aggiunge ancora – è che i magistrati attualmente pagano un terzo dello stipendio netto all’epoca del fatto, per risarcire. Si tratta di circa 20mila euro. D’ora in poi ne pagheranno circa 25mila”.
Esplode l’ira di Forza Italia. Il senatore azzurro Lucio Malan commenta: “Passi indietro rispetto alla disciplina attuale che di fatto garantisce l’impunità ai magistrati. Si escludono dalla responsabilità civile la valutazione del fatto, le prove e l’interpretazione delle norme. Difficile immaginare qualcosa che resti punibile. Addio responsabilità”, aggiunge e chiosa: “Gli italiani che hanno votato sì al referendum nel 1987 furono quasi 21 milioni contro gli 11 che hanno votato Pd alle mitiche europee”.
E sulla possibilità che domani sul processo civile sia posta la fiducia in aula, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha risposto: “E’ una possibilità”.