La commissione europea ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia sui limiti posti dalla nostra legislazione alla responsabilità civile dei giudici nell’applicazione del diritto europeo.
Il Parlamento a dire il vero ha provato più di una volta ad introdurre la responsabilità civile per i magistrati. L’ultimo è stato fatto dal governo Monti a febbraio del 2012, senza risultati.
Si trattava di introdurre nel nostro ordinamento le novità europee attraverso la legge comunitaria, ci fu anche un’indagine conoscitiva della commissione Giustizia del Senato che ascoltò tutti i rappresentanti delle categorie coinvolte. Niente da fare.
(https://www.goleminformazione.it/articoli/giustizia-severino-senato-riforma-corruzione-responsabilita-magistrati.html)
E’ di oggi, invece, la notizia che la Corte dei conti ha ritenuto responsabile un magistrato per un processo troppo lungo, chiamato così a risarcire il ministero della Giustizia chiamato in causa dal cittadino coinvolto.
La Corte dei Conti ha ritenuto che il comportamento del magistrato abbia causato un danno all’erario rappresentato dall’importo erogato, per equa riparazione al cittadino.
L’Europa, allo stesso modo, da due anni ci chiede di cancellare quella norma che prevede una eccessiva protezione nei confronti della magistratura, seppure questa sia costituzionalmente protetta.
Del resto, l’80 % delle nostre leggi derivano ormai da provvedimenti comunitari ma per eventuali errori di interpretazione e valutazione del diritto europeo non è prevista alcuna responsabilità civile dei magistrati, chiamati in causa secondo la legge Vassalli (117/1988) solo per “dolo o colpa grave”.
Il servizio giuridico della Commissione ha più volte chiesto alle autorità italiane le modalità per l’esecuzione della pronuncia della Corte del 2011. Una nostra risposta concreta non sarebbe mai arrivata.