Il Governo di Matteo Renzi, pur avendo meno di un mese di vita, si trova già a dover fare i conti con molti problemi: a cominciare dalle due maggioranze diverse e contrapposte (una per il Governo e una per le riforme) che lo sostengono, passando per le coperture economiche, ancora tutte da dimostrare, per buoni propositi annunciati, e finendo con il pasticcio dei sottosegretari su cui ancora non è riuscito a dire una parola di chiarezza.
Nato dall’ennesima crisi economico – istituzionale, il nuovo esecutivo ha dentro di sé tutte le contraddizioni di un governo politico non sostenuto dal voto popolare. Nonostante le rilevanti questioni politiche su cui si potrebbe esercitare la critica al Governo Renzi, il principale affair della settimana, lo “scandalo” politico istituzionale di cui tutti hanno parlato sulla rete e in televisione è stato, nientepopodimenoche, il coro dei bambini di una scuola elementare che ha accolto il nuovo Presidente del Consiglio in una delle sue visite istituzionali. Ovviamente una questione di così alto profilo non poteva che essere sollevata sul blog di Grillo, vera e propria “Terza Camera” dove si esprime il peggio della pancia del Paese. Ma andiamo con ordine.
Clap And Jump
Mercoledì 5 marzo Renzi si è recato in visita ad un istituto comprensivo di Siracusa, in Sicilia, per proseguire l’iniziativa intrapresa all’indomani della sua elezione a Palazzo Chigi: visitare una scuola a settimana per constatare di persona bisogni e prospettive di una delle istituzioni più importanti del Paese, decisamente trascurata negli ultimi anni. La visita alla scuola elementare si è svolta secondo la consuetudine, tuttavia un piccolo fuoriprogramma ha attirato l’attenzione dei media: gli alunni, preparati dai loro insegnanti, hanno accolto Renzi con un coro, riadattando una famosa canzone per bambini e cambiandone le parole in onore del Presidente del Consiglio. La canzone originale si chiama Clap And Jump, letteralmente “applaudi e salta” ed è ufficialmente entrata nella top ten dei media italiani quando la giornalista di Agorà, Cecilia Carpio ne ha pubblicato su Twitter la versione dedicata a Renzi, con tanto di foto del testo riadattato: “Facciamo un salto – Battiam le mani – ti salutiamo tutti insieme Presidente Renzi ,Muoviam la testa – Facciamo festa -A braccia aperte ti diciamo Benvenuto al Raiti! –I bambini, gli -insegnanti, i bidelli – e poi l’orchestra lasceremo improvvisar così – Siamo felici e ti gridiamo- Da oggi in poi,- ovunque vai, non scordarti di noi – dei nostri sogni, delle speranze – che ti affidiamo, con fiducia, oggi a ritmo di blues – Le ragazze, i ragazzi, tutti insieme -alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro […………]”.
Ben presto lo “scabroso” testo ha fatto il giro del web scatenando l’indignazione del popolo del web istigato da alcuni giornali di centro destra e galvanizzato dall’ennesima invettiva comparsa sul blog di Grillo in cui l’ex comico paragona la scena vista nella scuola di Siracusa alle cerimonie giovanili al tempo del Fascismo: «Dice cose, vede gente e rompe i coglioni alle scolaresche in mondovisione. La scena del Venditore di Pentole che incontra i bambini delle elementari Raiti di Siracusa che lo ricevono allineati e addestrati con un coretto di benvenuto per concludere con “Matteo! Matteo! Matteo!” ricorda, in peggio e in grottesco, gli incontri di Mussolini con i figli della Lupa». Questa la fatwa lanciata dal blog del leader del M5S. Non si è fatta attendere la risposta del diretto interessato, Matteo Renzi, che a stretto giro ha scritto sul suo profilo Facebook: «Beppe Grillo è nervoso. Non vuole che io vada nelle scuole, mi vorrebbe rinchiuso nel palazzo. Ma io sto con gli studenti, le insegnanti, le famiglie e i sindaci. Mentre i suoi stanno fuori a urlare con Forza Nuova. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!». Fin qui la polemica fra i due leader con lo scambio delle classiche battute al vetriolo a cui ci siamo ormai abituati. La questione però non è finita con il duello verbale fra il Premier e l’ex comico, ma ha “invaso” giornali, tv e social network scatenando un dibattito surreale a cui ha preso parte persino una deputata democratica, Anna Ascani, che si è scagliata contro la scuola in questione con parole di fuoco: «La canzone dei bambini per Renzi è una pagina indegna, trovo che l’episodio sia sconcertante ed offensivo verso i bambini e le loro famiglie, verso la Costituzione e, suo malgrado, verso il presidente del Consiglio. La scuola è un luogo sacro, lo spazio di tutti, dedicato all’educazione e alla lotta alle diseguaglianze. Non può diventare, anche se per spirito di folklore e in buona fede, la versione ridicola di una propaganda completamente priva di senso, a prescindere dalla maggioranza politica incaricata del governo, tanto più sulla pelle dei bambini».
Tanto rumore per nulla
Una vera e propria tempesta in un bicchier d’acqua che, per la canzone cantata da alcuni bambini ad un Presidente del Consiglio, tira in ballo i massimi sistemi e la storia con la S maiuscola. In realtà chiunque faccia una semplice ricerca su internet può facilmente rintracciare video e filmati di bambini intenti a cantare, “costretti dai perfidi docenti” , in onore di personaggi e cariche istituzionali ben minori del Presidente del Consiglio: sindaci, presidenti di provincia, alti prelati e chi più ne ha, più ne metta. Chiunque abbia frequentato, a qualsiasi titolo, una scuola elementare in città o nell’ultimo paesino d’Italia si è imbattuto in una situazione del genere ma con protagonisti molto meno illustri di un Premier e chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale dovrebbe riconoscere che tutto questo non ha nulla di insolito, soprattutto in una scuola come l’Istituto Salvatore Raciti, questo il nome della scuola intitolata ad una vittima di mafia, che per sua stessa “vocazione” mette la musica al centro della sua attività didattica come si capisce dal P.O.F. (Piano Offerta Formativa) allegato a questo articolo. I progetti dedicati alla musica sono infatti parecchi nel piccolo istituto di Siracusa come sottolinea la dirigente della scuola : «Cosa rispondo a Grillo? Sostanzialmente nulla. Ciascuno è liberissimo di pensarla come vuole.» – dice la preside Angela Cucinotta – «Sono assolutamente serena perché abbiamo dato tutti noi, i nostri ragazzi ed i nostri docenti, il meglio per questa occasione speciale che rappresenta una pagina importante per il nostro Istituto. Quanto alla canzone, questa è stata il frutto di un laboratorio aperto e chiuso in un giorno e mezzo per la visita del premier. La nostra è anche una scuola di musica, qui si studia canto, vengono anche insegnanti esterni. Per i nostri ragazzi piccole composizioni per sottolineare occasioni speciali, come quella di oggi, ma anche per momenti diversi, come, ad esempio, il pensionamento di un docente, è la normalità». È dunque quasi fisiologico che sia stata scelta la musica per comunicare l’eccezionalità dell’evento vissuto dalla scuola. Se l’iniziativa messa in campo per salutare il Presidente del Consiglio fosse stata pittorica o di altra natura nessuno ci avrebbe trovato nulla da ridire probabilmente.
Mussolini, le liste civetta e il mito del “popolo della rete”
In un contesto in cui da più parti si fa riferimento alla necessità di ritrovare un minimo di rispetto per le Istituzioni, a partire dalla scuola, una vicenda del genere non può che apparire ridicola; soprattutto se il paragone con il regime fascista viene da chi, come Grillo e Casaleggio, sta sistematicamente eliminando dal proprio partito qualsiasi voce critica. Dopo la cacciata, avvenuta la scorsa settimana, dei quattro senatori dissidenti, questa volta è toccato ai cinque senatori dimessisi dal Senato per solidarietà ai colleghi cacciati: «Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, sono fuori dal M5s» scrive il leader sul suo blog. Il prossimo ad essere cacciato potrebbe essere addirittura il sindaco di Parma Pizzarotti, l’unico grillino che abbia mai conquistato qualcosa con i suoi voti. Alle elezioni del 1925 Mussolini usò delle “liste civetta”, cioè liste dietro cui si nascondeva il partito fascista sotto altro nome, per impadronirsi anche dei pochi seggi rimasti a disposizione delle opposizioni dopo l’approvazione della legge Acerbo. Oggi usando gli “infiltrati” nei meet up dei territori, il duo Mussolini-Grillo e Farinacci-Casaleggio sta facendo lo stesso per liberarsi di chiunque osi mettere in dubbio la loro linea. Altro che canzonette dei bambini!