Intanto, all’ombra di piazza S. Babila, è nato e si è sviluppato il “commercio dei sinistri” tra Compagnie “distratte”: accordi sottobanco , pastette di carrozzieri furbi, medici business-man, periti che non periziano e avvocati tutto fare. A fare le spese di tutto questo sono i consumatori. Più confusi che mai.
Il titolo della prima parte di questo articolo potrebbe anche essere…
DIALOGO (semiserio) SUL COSTO (molto serio) DELLE POLIZZE RCA
Se parlate del “commercio dei sinistri” con Francesco Avallone, da lui denunciato più volte (l’ultima , diverse settimane fa, al convegno di Anapa, il terzo sindacato degli agenti nato quest’anno) scoprirete, o meglio avrete la conferma di ciò di cui tutti parlano al bar:
– “ le polizze costano care perché le compagnie se ne fregano. Se ne fregano delle truffe, dei sinistri gonfiati , della scatola nera… tanto, alla fine, paga sempre Pantalone”.
Chiacchiere da bar dicevamo, ma un conto è sentire queste cose davanti ad una bottiglia di birra e un altro è sentirle dire dal vice presidente nazionale della Federconsumatori col quale, quasi per gioco, abbiamo costruito questa piacevole chiacchierata (appena fuori dal bar).
– Lei mi chiede che cos’è il commercio dei sinistri? Glielo spiego subito, ma prima le faccio una domanda: riesce ad indicarmi il nome di cinque Compagnie su un centinaio che operano in Italia, che abbiano denunciato, in tutti questi anni, una sola truffa…?
No. Che io sappia nessuna!
– Il fatto è- riprende Avallone– che le Compagnie non se ne preoccupano più di tanto. Sì, è vero, chiedono l’istituzione di un’agenzia anti truffa , la creazione di una legge che consenta di ritardare il pagamento dei danni, sostengono la scatola nera, ma poi in concreto cosa fanno? Cosa hanno fatto? Niente o poco, perché tanto quei costi finiscono sulle tariffe. Lo dicono tutti, ma è proprio così che, alla fine, avviene.
Già, lo dicono tutti. Un paio d’anni fa, in un’audizione al Senato, lo ha ripetuto anche l’Isvap e persino l’Antitrust ,
– Ma non è solo questione di Compagnie– incalza Avallone – è anche questione di politici . L’assicurazione obbligatoria è nata nel 1969, L’Isvap è nata 13 anni dopo ! Era, quello, invece il momento in cui doveva nascere un organismo di controllo! E invece buio totale. E le cose, poi, sono andate come sono andate…
E come sono andate le cose lo sappiamo tutti: al sud le Compagnie stanno chiudendo i battenti e contemporaneamente collezionano sanzioni milionarie (250 milioni di euro il 10 anni) , che finiscono, anche queste, nel calderone tariffario. Del resto se così non fosse, non si capirebbe perché una Compagnia(vedi Cattolica , ma non è la sola) paghi senza tragedie una multa di oltre due milioni.
Quindi, riprendo, se l’Isvap fosse nata prima non saremmo a questo punto…
– No, di sicuro! Vede, quando una banca deve erogare un mutuo deve sapere con certezza se quel cliente è un buono o cattivo pagatore. E ci riesce benissimo. Le banche, in questi anni, hanno investito molto ed hanno realizzato strutture di indagine perfette
….Salvo poi erogare soldi ai vari Tanzi di Parmalat, interrompo sarcasticamente .
– Certo, ma quella è un’altra cosa. Lì parliamo di collusione. Io invece volevo parlare di strumenti di indagine e di controllo da parte delle Compagnie. L’hanno fatto? No . Le Compagnie non hanno mai voluto spendere una lira.
Indovini perché… aggiungo ironico
– ma il perché gliel’ho detto prima, le Compagnie aprono il rubinetto e riempiono le taniche delle tariffe. Chiaro no?”
E allora ci vorrebbe una legge, replico con forza, che faccia scaricare i costi al contrario, sulle Compagnie. Solo e soltanto sulle Compagnie. Che siano le Compagnie e non lo Stato a realizzare l’agenzia antitruffa, e che siano le Compagnie a scottarsi per una truffa non denunciata. Che non hanno voluto denunciare. Voglio dire che la truffa è un “rischio di impresa” e come tutti i rischi di impresa deve restare all’impresa, dentro il suo bilancio e non essere scaraventarlo addosso ai consumatori …
– ma figuriamoci… quelle non vogliono nemmeno pagare la scatola nera…
Già , perché tanto i costi…. – e la frase l’abbiamo detta insieme, nello stesso istante ….
…..LI SCARICANO SULLE TARIFFE !
Ma torniamo al commercio dei sinistri. Avallone me ne parla come se si trattasse di una cosa di routine .
– Lei crede che i periti vadano a verificare se ogni sinistro sia una truffa? Non è così. Non sempre , ma spesso. I periti sono liberi professionisti e, in genere, non hanno tempo da perdere per rincorrere un’ipotesi. L’ipotesi di un sinistro falso. E le Compagnie non pagano extra… Diverso sarebbe, invece, per il liquidatore che è un dipendente dell’Impresa. Ma anche lui ha il suo da fare, sempre affogato nelle pratiche.
E allora chi controlla?
– Nessuno ! Ma non c’è solo il problema delle truffe classiche, tipo sinistro falso. Il vero problema è la “filiera”-
La filiera? Ma che cos’è? chiedo curioso .
– Quando l’automobilista va dal carrozziere per riparare l’auto danneggiata– chiarisce Avallone non senza un pizzico di … cinica suspense- Si sente proporre un… “ci firmi la delega e venga a ritirare la macchina riparata. Al resto pensiamo noi…”
Bè, questo è un fatto naturale, è successo anche a me, osservo ingenuamente
– … moltissimi carrozzieri sono organizzaticon un proprio avvocato e persino con un proprio medico– mi spiega paziente Avallone- Il cliente, una volta firmata la delega, viene completamente estromesso dal “giro” . Le cose poi montano da sole, o meglio montano con l’aiuto di consulenti… “specialisti”. E il gioco è fatto.
Per un attimo ammutolisco. Rifletto.
E poi , scoraggiato, chiedo: ma è tutto così?…. Marcio?
– Lei mi ha chiesto o no come funzionano le truffe e che cos’è il commercio dei sinistri ?
Sì, certo
– E io gliel’ho spiegato. Non le ho detto come sono tutti i protagonisti o come sia tutta l’Italia, ma solo come funziona una parte. Quella parte d’Italia (non mi riferisco al territorio) e quelle persone che collaborano fattivamente all’aumento delle tariffe…”
Ok, ma allora che si deve fare ?
– Un’idea noi di Federconsumatori ce la siamo fatta. Dopo le do la nostra ricetta in sette punti i quali, però, per raggiungere l’obbiettivo, devono essere realizzati tutti, ma proprio tutti. Se si realizzano solo in parte la… torta non si cuoce
Ci salutiamo. La nostra chiacchierata, per ora, è finita.
Mi resta, però, un pensiero in testa…..Perché l’Ania ha dichiarato che il sinistro è un incidente di percorso, “una variabile indipendente” ? Forse è come per i bombardamenti americani sull’Iraq, ….
Quello che conta è colpire l’obbiettivo, gli altri sono solo danni collaterali.
Già, ma allora….
se il sinistro, che è l’unica ragione per cui un consumatore compra una polizza, per le Compagnie rappresenta un “danno collaterale”..… qual è IL VERO OBIETTIVO…. ?!?
Assicurazioni o finanziarie?
La domanda non è retorica perché la risposta (è solo una) la mormorano a denti stretti, da anni, tutti gli intermediari ed è : trasformarsi in una struttura finanziaria. (vedi box qui a lato).
E’ come per i giornali: ci sono gli editori puri, che si sono da sempre occupati solo di giornali, e ci sono gli altri. Editori- imprenditori edili, Editori commercianti ecc. I primi sono molto diversi dai secondi. Così per le Compagnie che, nate per acquistare rischi, hanno finito per comprare soldi. Le polizze sono solo uno dei modi per rastrellare soldi dal mercato. Col risultato che le Compagnie vere sono “scomparse” e con loro la concorrenza. Quella vera, pura, reale … “cattiva” .
Negli anni ’60, all’epoca della nascita dell’assicurazione obbligatoria, i gruppi assicurativi non esistevano o quasi.Oggi i gruppi italiani, che rappresentano parecchie sigle (di loro proprietà), sono meno di una decina e solo cinque quelli più grandi . Quasi un Monopolio che guarda alle sette sorelle del petrolio.
L’arroganza delle Compagnie.
Tutte situazioni sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust, come ha dichiarato Calabrò nel convegno SNA di Milano del 2 febbraio di quest’anno. Intendiamoci, se una Compagnia diventa più solida non può che farci piacere perché questo significa più sicurezze per i consumatori, ma non quando la potenza economica riduce le compagnie e la concorrenza (180 compagnie italiane contro le 1.000 inglesi) e quando diventa immobilismo (le polizze sono le stesse da secoli) e arroganza. E le imprese sono arroganti:
1) quando chiudono le agenzie per eludere l’obbligo a contrarre, creando 3 milioni e mezzo di automobilisti senza assicurazione,
2) quando “convincono” i governi a mantenere le polizze poliennali,
3) quando se ne infischiano di una legge dello Stato, come quella sul plurimandato per Rca dell’era Bersani,
4) quando inducono (possiamo immaginare come) i neo-agenti a un fedele monomandato (news letter SNA del 19 e 24 febbraio),
5) quando minacciano gli agenti con l’azzeramento delle agenzie e l’apertura di “sportelli diretti” nei territori preferiti , solo perché gli intermediari hanno osato ottenere…. dopo secoli di sudditanza e grazie ad una legge dello Stato, l’affrancamento dalle loro mandanti.
6) quando mentono, sapendo di mentire, dichiarando che la collaborazione tra intermediari fa aumentare i prezzi delle polizze,
7) quando dichiarano, con dati e percentuali, tutte da verificare (Golem sta lavorando ad un’inchiesta su questo problema), che sono le truffe a determinare il maggior peso delle tariffe Rca.
E sono arroganti soprattutto quando, come ci ha dichiarato Avallone, dichiarano che il sinistro è solo
un… “DANNO COLLATERALE”.
COME ABBASSARE LE TARIFFE – LA RICETTA DI FEDERCONSUMATORI
FORUM ANIA – CONSUMATORI – I SETTE PUNTI CONCORDATI
GENERALI E UNIPOL NEL MIRINO DELL’ANTITRUST