Ovunque ci giriamo siamo bombardati da stereotipi che riguardano l’uomo e la donna, nei quali bene o male crediamo, identificando in essi gli altri o noi stessi.
Lo stesso capita con gli stereotipi del rapporto tra i due sessi, tratto ad esempio da immagini pubblicitarie, articoli, libri che ci dipingono talvolta come abitanti di differenti pianeti per cui è impossibile una pacifica convivenza.
Così immersi in queste “fiction” spesso ci troviamo a pensare “è vero è proprio così”, “anche col mio partner capita questo”. Altre volte ci chiediamo invece, in un nostro dialogo interiore, “sarà anche lui/lei così?” oppure “in quanto rappresentante di tal sesso sarà giusto reagire in questo modo?” eccetera. La riflessione che quindi voglio proporre è: non è possibile che siano gli stereotipi a farci vedere il partner in un determinato modo e ad avere influenzato i nostri comportamenti e reazioni? Non può essere che siano gli stereotipi di genere ad attuare una profezia che si auto avvera nelle persone e conseguentemente nelle coppie?
Se così fosse siamo stati per anni descritti in modi che di fatto ci hanno trasformati, inducendoci a comportarci come pensavamo dovessimo fare, ma non solo: abbiamo guardato il nostro partner affibbiandogli comportamenti suggeritici dagli stereotipi sul loro sesso. E chissà, forse alla fin fine anche giustamente dato che anche loro (i partner) avranno messo in atto stereotipi su loro stessi dettati dalla società!
Abbiamo trasformato questi stereotipi in realtà, rendendo davvero complessi i rapporti di coppia, rapporti che invece avrebbero dovuto e potuto essere naturali.
L’inizio della scissione dei pianeti
Probabilmente tutto inizia in gioventù: da un lato quello che i ragazzini vedranno lo prenderanno per vero, come informazioni su se stessi e sugli altri, investendo tali informazioni di tutto il valore che può avere una prima impressione; e dall’altro lato, quanto avranno visto sul rapporto uomo-donna verrà creduto regola necessaria per ritenersi appartenenti all’uno o all’altro sesso.
Queste prime informazioni elaborate da ragazzini (periodo in cui la personalità non si è ancora stabilizzata) persuadono su quali siano i comportamenti da tenere, stabilizzandosi nella mente della maggior parte degli individui adulti. Questo processo sarà oltretutto facilitato da un incrementarsi di informazioni monotematiche che fisseranno, come fossero informazioni “scientifiche”, le nozioni sull’altro sesso: ecco il nascere delle due razze.
Il difficile rapporto tra alieni
L’uomo e la donna vivono così nei loro stereotipi e si osservano con giudizi già radicati e con stereotipi e (pre)giudizi sarà costruito il loro rapporto. E anche se è vero che non tutti gli stereotipi di coppia sono negativi (per quanto comunque riduttivi anche quelli positivi) tutti vanno a morire nello stereotipo del tempo: col tempo tutto cambia, col tempo tutto si distrugge.
Ma è proprio la comunicazione globale di tali messaggi che li farà divenire realtà: se col tempo tutto finisce, tutto finirà!
L’uomo e la donna col tempo cominceranno a cercare gli indizi del cambiamento, ma cercarli farà sì che questi vengano trovati perché creati durante la ricerca. Allo stesso modo cercheranno nell’altro gli stereotipi di cui la società li ha dotati e col tempo probabilmente li troveranno, soprattutto nel momento in cui la loro ricerca dei segni dell’invecchiamento della coppia avrà superato il piacere di stare insieme. Ed ecco che l’uomo e la donna si guarderanno con sospetto, probabilmente a ragione in quanto l’auto-stereotipo si sarà determinato.
Una guerra inevitabile?
C’è chi pensa che questa “guerra” sia inevitabile in quanto la donna è strutturata per rapporti singoli e duraturi, mentre l’uomo per rapporti “mordi e fuggi”. Ma a ben pensare non esiste in natura una coppia “maschile-femminile” che sia fatta per tipi di rapporti differenziati: nei gatti ad esempio sono entrambi i sessi dediti ai rapporti promiscui, mentre nei lupi entrambi i sessi sono monogami per tutta la vita. Effettivamente sarebbe controproducente una stessa razza con divergenze di opinioni sul punto e di certo non veniamo realmente da pianeti differenti.
Probabilmente sono state la politica e le religioni a mettersi di mezzo, dopo tutto abbiamo uno Zeus allegrotto e un casto San Giuseppe; e abbiamo matrimoni, divorzi e tradimenti per convenienza, in contrasto con fedeli ed eterni epici innamorati.
Da che pianeta venivamo?
Per comprendere quale sia stata la vera natura, poi mutata, dell’uomo e della donna (gatti o lupi?) dovremmo risalire alla preistoria della quale poco si sa riguardo a questi temi.
Antropologicamente c’è da riflettere sul fatto che i giorni di fertilità della donna siano così radi e gli spermatozoi così delicati; questo può far supporre che l’uomo e la donna abbiano dovuto all’inizio dei tempi concentrarsi sulla loro coppia, per parecchio tempo, prima di potersi dedicare eventualmente ad un altro abbinamento. Ma soprattutto la gravidanza della donna che dura per ben nove mesi, e che in questi mesi, a differenza di molte altre specie, abbia difficoltà a badare a se stessa soprattutto se inserita in un ambiente selvaggio (e la stessa cosa accade al neonato della specie umana particolarmente vulnerabile), fa supporre che il padre fosse fatto per prendersi cura della famiglia appena creata, proprio come accade ai lupi, agli orsi, ai falchi, alle aquile e a tante altre specie di animali monogami a vita.
Ma si può anche supporre che forse siamo più simili a dei gatti, del resto anche per la donna si sta ultimamente introducendo lo stereotipo dell’infedele e della farfallona, infatti la “bigamia” femminile è aumentata moltissimo negli ultimi decenni.
Sarà nato prima lo stereotipo o l’auto-avveramento? Vengono prima le certezze o le domande?
La fine del conflitto
Alle domande che ci siamo appena posti potremmo forse rispondere, “non importa, ci sono entrambi”, ma se non è utile comprendere cosa sia nato per prima, forse è utile sapere come interrompere il ciclo.
L’uomo e la donna non vengono da diversi pianeti ma glielo si è fatto credere, il problema è che questa convinzione è reale anche in coloro che guidano i mass media.
Se si volesse tornare ad un rapporto più naturale tra i due sessi bisognerebbe incominciare a tirar fuori ciò che c’è di bello in questi rapporti. Invece uomini e donne nei mass media sono sempre stati contrapposti: è la vecchia guerra tra maschilismo e femminismo, il secondo nato per sconfiggere il primo, ma che in realtà ha portato a ulteriori fratture.
Cosa accadrebbe se la tendenza cessasse? ma purtroppo la notizia del cane che morde l’uomo non è interessante da leggere né fa ridere un comico che parli di un rapporto idilliaco. Allora che fare?
Possiamo lavorare solo a livello personale, provando ad andare contro gli stereotipi con il nostro comportamento, rifiutandoci di partecipare ancora a questa farsa del parlare (e pensare) male, utile solo ad incrementare le nostre e le altrui etichette, riflettendo sul fatto che esistono solo persone, ognuna con il proprio carattere e la propria testa. Sperando che questa non sia piena di stereotipi di se stessa!